A cura di Gianluca di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"
RAFFAELE LOMBARDO1 - RECORD SICILIANI / 1 - TUTTI DIRIGENTI
Sicilia da record per il numero dei dirigenti regionali. Secondo la Corte dei Conti, nell'amministrazione retta da Raffaele Lombardo c'è in media un dirigente ogni nove dipendenti regionali. La palma del primato spetta agli assessorati all'Agricoltura e alle Infrastrutture, dove di dirigenti ce n'è uno ogni cinque dipendenti. Nella relazione al giudizio di parifica del bilancio regionale 2011 i magistrati contabili lanciano un appello:
in Sicilia le dirigenze vanno riviste, perché superano di gran lunga nel numero tutte le altre regioni, comprese quelle a statuto speciale. Sempre secondo i giudici della Corte dei conti, altri record si registrano all'Osservatorio regionale agli appalti (otto dirigenti ogni dieci dipendenti), all'Ufficio speciale di coordinamento e vigilanza sulle opere pubbliche (uno per due dipendenti) e all'Ufficio speciale per le aree a rischio ambientale (due per sei dipendenti). B.C.
2 - RECORD SICILIANI / 2 - ISOLA INCOMPIUTA
Dalla pista ciclabile da Trapani a Marsala alla diga di Blufi (che avrebbe dovuto risolvere il problema della siccità in tutta la Sicilia occidentale) fino al villaggio olimpico permanente di Giarre, passando per piscine, municipi e centri polivalenti sparsi in tutta l'Isola.
Secondo un rapporto elaborato dall'assessorato regionale alle Infrastrutture sono 301 le "incompiute" in Sicilia, progetti iniziati tra gli anni Ottanta e Novanta e mai portati a termine. Il rapporto incorona Giarre a "capitale delle incompiute": nella cittadina catanese sono state finanziate e mai completate una piscina olimpionica coperta e altri impianti sportivi, un centro polifunzionale, un teatro, un parco regionale, un teatro e una casa albergo per anziani, tutti ancora oggi "non fruibili". Per ultimare queste opere servirebbero 350 milioni di euro: cifra impossibile da reperire in una Regione sull'orlo del default. B.C.
3 - NUOVO CORSO RAI - SETTIMO PIANO ADDIO
Tempo pochi giorni e un'abusata figura retorica, diffusa a piene mani nelle cronache dal pianeta Rai, scomparirà per sempre. Almeno nel suo significato originario. Il "settimo piano" di viale Mazzini, infatti, cambierà faccia e inquilini: ci saranno sempre l'ufficio della neo presidente Anna Maria Tarantola e quello del direttore generale Luigi Gubitosi, naturalmente, ma dal primo agosto i consiglieri d'amministrazione sono stati sfrattati dal piano nobile dell'Azienda. Niente più stanza né segretaria.
Detta così e di questi tempi sembrerebbe una cosa da nulla, un'ovvia decisione di risparmio - di "spending review" come si dice oggi - ma in realtà si tratta di un provvedimento che incide molto più nel profondo. Ogni consigliere Rai, infatti, ha sempre risposto a un padrino politico, a un'azionista: sedere lì, con tanto di ufficio e segreteria, porta a porta con i capi azienda, suonava quasi come un atto di sfida. Per di più, ogni giorno, specie nei giorni caldi, davanti a ognuno di questi uffici si allungava la fila di amici e questuanti che chiedevano, proponevano, spettegolavano. Ora si cambia aria. T.M.
4 - MONTECITORIO - VICESEGRETARI ALLA CARICA
Tempo di grandi manovre a Montecitorio. Da quando Francesco Posteraro è stato nominato all'Agcom (grazie ai buoni uffici di Casini), alla Camera si è liberato un altro posto da vicesegretario generale. Erano cinque appena un anno fa (il massimo consentito) e ora sono rimasti in due: Guido Letta e Aurelio Speziale. Le pressioni dei funzionari per coprire gli incarichi vacanti, iniziate la scorsa estate dopo la chiamata di Alessandro Palanza e Claudio Boccia al Consiglio di Stato, sono così aumentate in misura esponenziale nelle ultime settimane.
Una decina i capiservizio che aspirano all'ambito e remunerativo incarico, tutti alla ricerca di appoggio politico e sostegno e spesso impegnati a confabulare in fitti capannelli in Transatlantico. A cassare le ambizioni dei pretendenti finora è stato Gianfranco Fini, con la motivazione che in tempi di tagli è meglio non alimentare nuove polemiche. Ma appare inevitabile che al massimo dopo la pausa estiva l'Ufficio di presidenza provveda a riempire le caselle vuote. Forse limitando a quattro il numero dei vicesegretari come gesto di sobrietà. P. Fa.
5 - GRANDI RITORNI - RICUCCI A CASA
Toh, chi si rivede: Stefano Ricucci. L'immobiliarista della Magiste che tentò la scalata Antonveneta-Bnl-Rcs, appena rinviato a giudizio a Roma per bancarotta fraudolenta (il processo comincerà il 3 ottobre), cerca casa. O meglio, una nuova sede per i suoi affari. Giorni fa, ben più pingue di quanto si ricordasse, l'ex marito di Anna Falchi è stato avvistato nientemeno che a Piazza del Gesù, in quel crocicchio di storia ed evocazioni che mette insieme in un sol colpo la sede dell'Abi (Palazzo Altieri), quella della Massoneria, e l'ex regno della Democrazia Cristiana (Palazzo Cenci-Bolognetti, adesso anche redazione del "Male").
Proprio nel sancta sanctorum scudocrociato, l'uomo prigioniero della geniale auto-definizione «furbetti del quartierino» è andato a visionare uno dei tre «uffici altissima rappresentanza prestigiosamente ristrutturati» che, come da avviso esposto, attendono da tempo di essere affittati, alla modica cifra di 20-30 mila euro al mese. S.T.
6 - PASSERA TAGLIA LA SALA
Lettere accorate al sottosegretario Paolo Peluffo, titolare della delega per l'Editoria, dai direttori della "Nazione", del "Resto del Carlino" e del "Secolo XIX", tra gli altri. Per bloccare i tagli di spesa preannunciati dal governo e che rischiano di fare un'altra vittima eccellente: la Sala stampa italiana, con sede a San Silvestro, a due passi dal Parlamento e dalla presidenza del Consiglio, dove lavorano gli inviati e i corrispondenti di importanti quotidiani nazionali e siti on line. Sinora la struttura, dotata di postazioni con tutte le tecnologie necessarie, è andata avanti anche grazie al personale messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico.
Gli uomini di Corrado Passera hanno però deciso di ridurre il personale per destinarne una parte ad altre incombenze, per cui già alle cinque del pomeriggio gli uffici rischiano di chiudere: un grave problema visto che proprio intorno a quell'ora comincia a Roma la parte più intensa del lavoro dei giornalisti. Ecco perché è in corso una difficile trattativa tra il Gruppo romano corrispondenti che raccoglie i giornalisti, il ministro Passera e la presidenza del Consiglio, con il povero Peluffo chiamato in causa perché si dia da fare per evitare il taglio di personale e salvaguardare il lavoro dei cronisti. P.D.N.
7 - COMANDUCCI NON AMA I RANDAGI
I concorsi per nuovi talenti in Rai si accavallano. Ma uno in particolare è rimasto indigesto al vice direttore generale Gianfranco Comanducci. Si tratta del Premio letterario La Giara, destinato ai nuovi talenti della narrativa italiana, che quest'anno è stato vinto dal trentunenne bresciano Roberto Paterlini con il romanzo "Cani randagi", una sofferta storia di omosessualità che ha convinto una giuria composta dal presidente Dacia Maraini, Gian Arturo Ferrari, Ginevra Bompiani, Antonio De Benedetti, Mario Orfeo, Franco Scaglia.
Ma non Comanducci che, visto il tema trattato dal libro, ha dato disposizione di non promuoverlo sui canali Rai. E dire che il premio messo in palio nel concorso è proprio la pubblicazione del libro da parte della Nuova Eri, la casa editrice di proprietà della Rai... S.N.
8 - GIÙ LE MANI DA INDRO
Chissà cosa direbbe Montanelli. Il grande Indro, si sa, era di Fucecchio e ci teneva a considerarsi fiorentino, ma a Pisa non ci stanno e vorrebbero che il paese natìo di Montanelli si trasferisse nella provincia della Torre pendente. Motivo? Con la spending review, Pisa viene accorpata a Livorno, una bestemmia a pensare all'odio tra le due città. Così Pisa è in rivolta. Per sopravvivere una provincia deve avere 350 mila abitanti e 2.500 chilometri quadrati. Pisa avrebbe il primo requisito, ma le mancano 60 chilometri quadrati. E Fucecchio ce ne ha più di 65. M.La.
9 - CROCIATO MILLESIMATO
Troppo indaffarati a litigare su Imu, millesimi e stanze abusive, gli abitanti del civico 5 di salita degli Embriaci, nel cuore più antico del centro storico genovese, non hanno tempo di occuparsi di beni culturali e approvare in assemblea condominale la vendita al Fai della Torre degli Embriaci, costruita nel XII° secolo e addossata al loro stabile (tecnicamente, una pertinenza).
E poco importa se il Fondo per l'ambiente, che insegue il monumento da decenni e per ora alza bandiera bianca, avrebbe pronto un progetto di restauro da 760mila euro. Quello che il Fai definisce «un ginepraio» di beghe condominiali, impedisce così la tutela di una torre medievale che è parte caratterizzante della skyline cittadina con i suoi 43 metri di altezza: fu edificata nientemeno che dal condottiero Guglielmo Embriaco, che con un'altra torre, di legno, nel 1.099 espugnò e conquistò Gerusalemme nella Prima crociata, da cui tornò col Sacro Catino, usato da Gesù nell'ultima cena e pezzo forte del Museo del Tesoro della Cattedrale di S. Lorenzo. V. C.
10 - UMBRIA - PER IL BRAND TI SPELLO
Quest'anno l'infiorata di Spello, piccolo comune alle porte di Foligno, ha proposto un insolito bis. Dopo la classica edizione per il Corpus Domini, ha replicato anche l'8 luglio unicamente per l'obiettivo del fotoreporter Steve McCurry. Il motivo? Per rilanciare il suo brand turistico la Regione Umbria ha commissionato un fotoreportage sulla terra di San Francesco proprio all'autore della celebre foto della "Ragazza afghana" dagli occhi color ghiaccio.
La giunta guidata da Catiuscia Marini (Pd) ha chiesto a McCurry, «autore dell'immagine ritenuta l'icona del secolo», come recita la delibera, cento scatti tra i borghi medievali e le dolci colline umbre. Costo: 150 mila euro, praticamente 1.500 euro a foto, una spesa che alcuni hanno contestato. Il lavoro "Steve McCurry, Sensational Umbria" verrà utilizzato per volumi, mostre fotografiche, pubblicità e campagne stampa regionali, ma i diritti sulle foto scadranno dopo cinque anni e il rinnovo per un secondo quinquennio costerà altri 30 mila euro. A.Ma.
11 - CAMPAGNE PROMOZIONALI - LA ZECCA RILANCIA LA LIRA
Mentre il governo Monti è strenuamente impegnato per difendere l'euro, la Zecca di Stato prepara il rilancio della lira. L'istituto che fa capo al Ministero dell'Economia e delle Finanze sta infatti pensando a una campagna di spot per promuovere le vecchie monete come oggetto solo di collezione dopo i tentativi, abbastanza deludenti, avviati negli anni scorsi soprattutto con una serie di telepromozioni sulle reti Rai e Mediaset. Era stato messo a punto anche un volume dal titolo premonitore "La Lira siamo noi", pubblicato da Editalia, che fa parte dello stesso Poligrafico, televenduto da Gerry Scotti e Carlo Conti. Le monete sono in oro, anche se qualcuno vorrebbe che tornassero a circolare nel conio normale e a un valore molto più basso. Vi. P.
12 - INOPPORTUNO ORLANDO...
Orlando parte con il piede sbagliato. Il comitato Addiopizzo di Palermo, impegnato contro il racket mafioso e grande sostenitore dell'etica politica, critica le scelte fatte dal sindaco Leoluca Orlando. Il primo cittadino sta mettendo suoi fedelissimi ai vertici delle società partecipate del Comune. Fra questi, a dirigere l'Amat, l'azienda per il trasporto, è stato nominato Ettore Artioli, ex vice presidente nazionale di Confindustria, sfiorato da indagini per le sue amicizie con uomini legati ai boss e imputati poi condannati. Addiopizzo ricorda queste circostanze, le polemiche sollevate due anni fa e prende posizione contro la nomina di Artioli: una scelta «inopportuna, per quanto legittima e giuridicamente inattaccabile». L.A.
13 - BOLOGNA RESTAURO DA OSCAR
Dove non riescono il Comune e la politica ce la fanno Coop Adriatica, colosso di Legacoop, e il suo ormai fedelissimo alleato Oscar Farinetti, fondatore di Eataly. A Bologna continuano in tandem il recupero di edifici storici abbandonati, nel centro cittadino. Dopo aver rimesso a nuovo il vecchio ex cinema Ambasciatori, diventato una libreria con spazio food da 900 mila visitatori all'anno, tocca all'ottocentesco Mercato di Mezzo, 730 metri quadrati in stato di degrado.
L'antico mercato alimentare del capoluogo emiliano tornerà a vivere con le sue funzioni dall'autunno del 2013, tra chioschi con prodotti tipici locali, ristorante ed eventi legati alla cultura del cibo. Un'idea del presidente della cooperativa di consumatori, Adriano Turrini, che con un investimento da quattro milioni di euro ha coinvolto nell'operazione, oltre a Eataly, partner di peso come Granarolo e Libera Terra, l'associazione di coop che gestiscono beni confiscati alla mafia. Il restauro dell'edificio manterrà le caratteristiche storiche. N.R.