Paolo Mastrolilli per la Stampa
LUIGI DI MAIO NEGLI STATI UNITI
Gli Stati Uniti guardano con preoccupazione alle prossime elezioni italiane, per almeno due motivi: primo, il timore che si ripetano i tentativi della Russia di influenzarle; secondo, l' instabilità che potrebbe seguire al voto. Il rischio è che abbia un impatto negativo su una serie di dossier cruciali per Washington, come il futuro della Nato, gli investimenti nella difesa, il nostro impegno nelle missioni militari all' estero tipo l' Afghanistan, la permanenza delle basi Usa in Italia, il lavoro in Libia e nella lotta al terrorismo, la sicurezza nel Mediterraneo, la linea nei confronti di Russia e Iran.
nicola latorre
La conferma viene dal fatto che questi temi sono stati al centro tanto della visita a Washington del candidato premier di M5S Di Maio, quanto di quella del presidente della Commissione Difesa del Senato, Latorre, che ha visto la responsabile della strategia di sicurezza nazionale alla Casa Bianca, Nadia Schadlow, il vice capo della Commissione Difesa del Senato Jack Reed, il leader della Commissione Esteri della Camera Ed Royce, e interlocutori al Pentagono e al dipartimento di Stato.
GENTILONI SARRAJ
La prima domanda della Schadlow riguardava il rispetto degli impegni internazionali dell' Italia, dopo le elezioni. «Io - ha risposto Latorre - ho confermato che la maggioranza di governo a cui appartengo considera il rapporto transatlantico strategico, e quindi li manterremmo». Sulla Libia la strategia Usa resta agire contro il terrorismo, lasciando all' Europa la stabilizzazione politica e le migrazioni. Perciò, anche in vista di una prossima visita del premier Sarraj a Washington, Latorre ha detto che «considerata la molteplicità degli attori, Egitto, Emirati, Francia, sarebbe auspicabile che gli Usa insistessero con i diversi interlocutori nel rilevare la centralità del ruolo italiano, affinché emerga una strategia comune. Loro hanno condiviso questa sollecitazione».
base Nato Napoli
Il problema riguarda il terrorismo, perché «noi restiamo sulla posizione che non c' è un nesso organico con le migrazioni, ma dopo la sconfitta dello Stato islamico è necessario porsi il problema di dove andranno i combattenti stranieri. C' è il rischio che venga utilizzato il veicolo migratorio per favorirne il ritorno nei paesi di provenienza, accanto a quello della ricollocazione in punti critici come Libia, Yemen e Sinai». Washington perciò appoggia la linea sui flussi di Minniti.
MIGRANTI IN LIBIA
Casa Bianca e Pentagono vorrebbero la conferma dell' impegno a investire il 2% del pil nella difesa. Latorre lo ha confermato nel medio e lungo periodo, chiedendo però di «considerare non solo la quantità del contributo italiano, ma anche la sua qualità». Sul futuro delle basi in Italia c' è stata una discussione molto esplicita, dato che Di Maio lo aveva condizionato al «dialogo tra alleati come gli Usa». Latorre invece ha assicurato continuità.
MINNITI HAFTAR
Gli Usa ritengono che ci sia una strategia russa per sostenere le forze separatiste in Europa per destabilizzarla, e temono che colpisca anche l' Italia. «Non ho elementi - ha risposto Latorre - per confermarla, ma ci sono gruppi politici che esplicitamente sostengono il separatismo, così come è noto che nel campo delle fake news esiste una convergenza di attività fra due forze».
CAMP ARENA AFGHANISTAN
Washington vuole che il fronte delle sanzioni resti unito, finché non si risolverà la crisi ucraina, e il senatore ha ribadito che pur sollecitando una verifica alla scadenza, «in alcun modo incrineremo l' unità della Nato e dell' Europa». Sull' Iran rimane la differenza di vedute riguardo l' accordo nucleare, ma l' Italia pensa di poter usare il buon rapporto con Teheran per aiutare a sciogliere i nodi politici generali che preoccupano Washington. Sulla Corea del Nord invece si impegna a rafforzare l' isolamento, proprio per cercare di evitare lo scontro militare.