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    I DENUNCIATI DEL CORONAVIRUS - NEL BOLOGNESE UN LOCALE ORGANIZZA UNA FESTA CON 150 PERSONE, E IL TITOLARE FINISCE DAVANTI AI CARABINIERI: HA DISOBBEDITO ALL'ORDINANZA DEL MINISTERO DELLA SALUTE - MENTRE UN BARISTA È STATO DENUNCIATO PER AVER SERVITO BEVANDE AL BANCONE E NON AI TAVOLINI, COME DISPOSTO DALL'ORDINANZA DELLA REGIONE LOMBARDIA CHE MIRA A RIDURRE AL MINIMO I CONTATTI TRA LE PERSONE. RISCHIA FINO A TRE MESI DI CARCERE


     
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    1 - CORONAVIRUS: FESTA 150 PERSONE, TITOLARE LOCALE DENUNCIATO

    milano non si ferma lo spot di sala sul coronavirus 5 milano non si ferma lo spot di sala sul coronavirus 5

    (ANSA) - Una festa con 150 persone, organizzata venerdì sera in un locale nonostante all'ordinanza del ministero della Salute che vieta eventi di questo tipo per la prevenzione del contagio da Coronavirus. È successo a Lavino di Mezzo, nel Bolognese, dove i carabinieri hanno denunciato per inosservanza di un provvedimento dell'autorità il titolare 39enne di un bar-ristorante. I Carabinieri della stazione di Anzola Emilia hanno scoperto che c'era stata la festa a tema latinoamericano dalla pagina Facebook del locale, dove sono stati pubblicati foto e video dell'evento, ampiamente pubblicizzato sulla stessa pagina.

     

    2 - CORONAVIRUS: SERVE AL BANCONE, BARISTA DENUNCIATO

    codogno – panico coronavirus codogno – panico coronavirus

    (ANSA) - Sorpreso dai carabinieri a servire bevande al bancone e non ai tavolini, come disposto dall'ordinanza di Regione Lombardia che mira a ridurre al minimo i contatti per limitare la diffusione del Coronavirus, un barista di Rivolta d'Adda, in provincia di Cremona, è stato sanzionato e denunciato a piede libero. L'uomo è accusato di non aver osservato le disposizioni sui locali pubblici e di aver violato l'ordinanza regionale che vieta fra altro gli assembramenti dopo le 18 e, nello specifico caso dei bar, punta a contrastare lo sviluppo del contagio evitando contatti ravvicinati fra i clienti. L'equipaggio dei carabinieri che ha eseguito la verifica era impegnato in un servizio di controllo dedicato. Il reato ipotizzato prevede come pena massima in caso di condanna il carcere fino a tre mesi.

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