Emanuele Lauria per "la Repubblica" - Estratti
silvio berlusconi e vittorio sgarbi
Un’eredità pesante. La più scomoda, fra quelle lasciate da Silvio Berlusconi. Così ingombrante e poco redditizia da doversene liberare. Lo smantellamento della quadreria di Arcore è cominciata. Complici i tarli, che hanno aggredito numerose opere, diversi pezzi, fra tele e cornici, sono già stati distrutti.
L’ultimo costoso giocattolo del Cavaliere, il grande hangar con venticinquemila fra dipinti e statue acquistati in modo compulsivo nelle aste notturne, sarà dismesso. Le notizie filtrano con il contagocce, in questi giorni. La famiglia dell’ex premier morto a giugno rimane in silenzio. Il Foglio ha scritto addirittura di un grande falò, che avrebbe avvolto l’intera pinacoteca. Dagospia ha ripreso la notizia. Nessuno, fra i congiunti di Berlusconi alle prese con la suddivisione del lascito del tycoon scomparso, ha smentito.
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Certa, tuttavia, è l’intenzione comune di Marina, Piersilvio e degli altri familiari di sgravarsi di un costo eccessivo, figlio della passione smodata che negli ultimi anni di vita il Cavaliere ha avuto per l’arte. Con l’ambizione di diventare il primo collezionista del mondo.
(...) Testimoni raccontano di aver visto del fumo uscire dall’hangar. Ma che il rogo ci sia stato è una circostanza non confermata né smentita dalla famiglia. Di certo, l’ipotesi di valorizzare la pinacoteca attraverso l’istituzione di un tour guidato fra Villa San Martino, il mausoleo nel giardino e la pinacoteca è già tramontata. E Sgarbi commenta: «Io non so se la distruzione di quei quadri è già cominciata. So che, almeno sul piano artistico, non sarebbe un delitto ».
berlusconi hangar quadri arcore silvio berlusconi e la sua passione per i quadri 5 berlusconi hangar quadri arcore