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I DISPERSI DELLA VALANGA SULLA MARMOLADA SONO SCESI A 8: CINQUE PERSONE SONO STATE INDIVIDUATE. PIANO PIANO ALCUNI CHE SEMBRAVANO SCOMPARSI STANNO RICOMPARENDO – IL PUNTO ADESSO È CAPIRE QUANTE PERSONE ERANO PRESENTI SULLA VIA NORMALE AL MOMENTO DELLA FRANA: SECONDO I TESTIMONI ERANO ALMENO IN 12 – INTANTO IL MASSICCIO È STATO CHIUSO INTERAMENTE A TEMPO INDETERMINATO – DALLE RICOGNIZIONI VIA DRONE SONO STATI TROVATI INDUMENTI E EFFETTI PERSONALI: OGNI ORA CHE PASSA SI RIDUCONO LE CHANCE DI TROVARE ALTRI SOPRAVVISSUTI…

 

Da www.ansa.it

 

IL SELFIE DI FILIPPO BARI PRIMA DELLA VALANGA SULLA MARMOLADA

Sono scesi a 8 i dispersi dopo il crollo del seracco sommitale in Marmolada. Lo apprende l'ANSA da fonti investigative. Ieri il numero era 13: tra i cinque individuati anche il ragazzo trentino di 30 anni di Fornace ricoverato in prognosi riservata a Treviso, ma che non sarebbe in pericolo di vita.

 

I medici del Ca' Foncello avevano accertato al momento del ricovero un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Il giovane, in stato di incoscienza, era stato trovato senza alcun documento.

 

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO

Piano piano, infatti, stanno ricomparendo persone che erano state date per disperse, come ad esempio due alpinisti francesi che sono stati sfiorati dalla frana di ghiaccio e hanno raccontato che, in quel drammatico momento, sulla via normale c'erano almeno 12 persone.

 

Un numero che, calcolando i decessi ufficiali con i nomi delle persone che sono state cercate dai parenti, viene considerato realistico. Gli inquirenti hanno ascoltato anche oggi, come nei giorni scorsi, diversi testimoni proprio per cercare di capire quante persone si trovassero sul ghiacciaio al momento del crollo del seracco.

 

L ARRIVO DI UN FERITO ALL OSPEDALE DI TREVISO

La Marmolada sarà off limits in seguito ad un'ordinanza di chiusura da parte del sindaco di Canazei Giovanni Bernard. IL provvedimento, che ha al momento una durata indefinita, segue l'ordinanza di chiusura parziale di domenica ed è ritenuto necessario per operare in sicurezza e allontanare curiosi dall'aria del disastro.

 

"Abbiamo parlato della tragedia della Marmolada come elemento simbolico di quello che il cambio climatico se non governato sta producendo nel mondo. Richiede piena collaborazione di tutti sennò non è governato ". Lo afferma Sergio Mattarella nel palazzo presidenziale di Maputo. "Ci sono Paesi che non si impegnano. Occorre richiamare tutti a assumere impegni ulteriori".

 

 

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 4

"E' chiaro che con queste temperature ci vuole un livello di prudenza superiore, così come è evidente che la sostenibilità non è una moda ma una necessità". Lo ha detto, commentando la tragedia della Marmolada, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia a margine di un incontro sul turismo culturale ad Ascoli Piceno. L'importanza della sostenibilità, ha aggiunto, "ce l'hanno insegnata anche i giovani nel primo congresso mondiale del Turismo Giovanile, organizzato con l'Onu a Sorrento: per la generazione Z, nata dopo il 1997, 2 miliardi nel mondo, la sostenibilità è una delle cose più importanti per scegliere la destinazione turistica".

 

marmolada prima durante e dopo il crollo

LE RICERCHE - Durante le ricognizioni svolte in mattinata con i droni lungo la via normale della Marmolada sono stati trovati resti di dispersi e anche effetti personali. Lo ha comunicato il presidente nazionale del soccorso alpino Maurizio Dellantonio.

 

Alcuni indumenti, non si sa se riconducibili alle vittime del disastro della Marmolada o a reperti precedenti, sono stati individuati nel corso delle ispezioni con droni. Lo ha riferito ai giornalisti Fausto Zambelli, assistente di volo del nucleo elicotteri della Provincia di Trento. Zambelli ha riferito inoltre che "si vedrà ora se e come recuperare questi reperti, e se questo significhi che vi sono delle vittime o se appartengono a escursioni storiche precedenti".

 

marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 2

 

La tragedia della Marmolada - L'enorme massa di ghiaccio e roccia ha restituito finora sette vittime e otto feriti, due dei quali in maniera grave. Un bilancio ancora parziale per quella che è già passata alla storia come la più grave tragedia della montagna italiana, e che fa 'paura' agli stessi soccorritori, costretti a interrompere ieri per alcune ore le ricerche a causa del maltempo, e indotti ad agire con estrema cautela su una superficie insidiosa e a rischio di ulteriori movimenti e di crolli.

 

Ieri ai piedi della Marmolada, a sostenere la comunità dei soccorritori, e a esprimere vicinanza ai territori colpiti, è giunto anche il premier Mario Draghi, che non ha evitato le insidie del maltempo per arrivare fino a Canazei, dove ha tenuto un vertice con amministratori e tecnici, e ha incontrato alcuni familiari delle vittime e dei dispersi. "Oggi l'Italia piange queste vittime - ha detto - e tutti gli italiani si stringono con affetto".

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 6

 

"Questo è un dramma - ha dichiarato, commosso - che certamente ha delle imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell'ambiente e dalla situazione climatica. Il Governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimenti perché quanto accaduto abbia una bassissima probabilità di succedere e anzi venga evitato", ha affermato Draghi.

 

"Bisogna prendere dei provvedimenti affinchè quanto accaduto sulla Marmolada non accada più in Italia", ha ribadito il premier. Il presidente del Consiglio farà il punto con Protezione civile, soccorritori e autorità locali. Il premier è arrivato nella località trentina in automobile da Verona, assieme al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e i presidenti del Veneto e delle province autonome di Trento a Bolzano.

 

Alla conta dei dispersi si devono aggiungere però gli occupanti di quattro automobili presenti al campo base, a passo Fedaia, tutte straniere: una tedesca, due della Repubblica ceca e una ungherese. Su di loro nessuna notizia ancora. Chi sa già che un proprio caro non tornerà più a casa e chi ancora spera sono ormai accumunati da uno strazio sempre più simile.

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 3

 

Le speranze di trovare superstiti è sempre più esile. Le vittime accertate, tre su sette, sono tutte italiane e in particolare della provincia di Vicenza: Filippo Bari, Tommaso Carollo e Paolo Dani.

 

Bari, ventisettenne residente a Malo, lavorava in una ferramenta a Isola Vicentina, aveva una compagna ed un figlio di 4 anni. Prima della tragedia aveva inviato un ultimo selfie ad amici e parenti proprio dalla Marmolada. Carollo, 48 anni, era un manager di Thiene; Dani era una guida alpina di Valdagno e aveva 52 anni.

 

 

 

 

marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 3

Con il passare delle ore si fa più complicato il recupero di reperti e di corpi. Dopo le sei vittime scoperte domenica, solo una è stata trovata ieri, e sarà sempre più difficile prossimamente, almeno per i resti nella parte più alta della via su cui è arrivata la frana. Alcuni dispersi potrebbero essere precipitati nei crepacci che si trovano lungo la via 'normale'. Più semplice invece dovrebbe essere il recupero delle vittime della parte inferiore, tra ghiaccio e detriti.

 

 

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 2

Ieri l'elicottero dell'emergenza ha compiuto diversi sorvoli nella zona, tranne che nelle ore in cui sulla zona si è rovesciato un forte temporale, che ha causato anche il ritardo dell'arrivo di Mario Draghi. Come ha spiegato Maurizio Dell'Antonio, del Soccorso Alpino nazionale, è possibile per ora agire con il sorvolo con droni e l'individuazione di qualsiasi tipo di reperto, poi "si va lì in maniera molto veloce, chi scende dall'elicottero fa una sorta di documentazione fotografica, si prende il reperto e ce ne andiamo via. Si va solo a recuperare qualcosa in superficie.

 

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Non possiamo più scavare, la massa di neve si è talmente consolidata che non si può incidere nemmeno con un piccone". E' in arrivo anche uno speciale elicottero della Guardia di Finanza dotato del sistema "Imsi Catcher", che permette di individuare un cellulare sotto diversi strati di neve - ma solo se acceso - attraverso il suo numero IMEI, ossia la sequela di nomi che costituisce un po' la "targa" dell'apparecchio. Insomma si gioca il tutto per tutto nella speranza, sempre più esile, di trovare qualcuno vivo.

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