1 - ROMA GLI STUPRATORI A CASA «SIAMO PRONTI AD UCCIDERE»
Estratto dell’articolo di Camilla Mozzetti per “il Messaggero”
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«Vedi questo coltello è sporco di sangue perché lo abbiamo usato per uccidere un poliziotto questa sera, non abbiamo paura di ammazzare anche te». Parlano come criminali navigati ma sono soltanto due minorenni, i ragazzi tunisini - uno compirà 18 anni il prossimo giugno e l'altro 17 anni sempre nello stesso mese - che sabato notte hanno prima rapinato e poi avrebbero violentato un coetaneo e abusato sessualmente anche della madre. Il racconto delle vittime è agghiacciante per quello che diranno di aver subito e per ciò che questa storia lascia intravedere […] bisogna tornare a sabato sera nel quartiere di Centocelle […]
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Qui c'è Jacopo - lo chiameremo così, anche lui 17enne - che dopo aver trascorso la serata con gli amici si avvia a riprendere la propria minicar per tornare a casa. […] racconterà di essere stato avvicinato alle spalle da due uomini che tirando via da una tasca un coltello nero glielo punteranno poi al collo e alla gola. A seguire quella frase che paralizzerà: «Non abbiamo paura di ammazzare anche te».
La frase sarebbe stata catturata anche da un video, girato dai due con il cellulare, e diffuso a qualche amico. Così Jacopo viene costretto a spogliarsi e a dare ai due tutto quello che possiede. Ma in tasca ha davvero poco: appena dieci euro. […] Salgono tutti e tre a bordo della minicar e da Centocelle arrivano a Casal Monastero, zona periferica di Roma che presta il fianco a San Basilio […]
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In casa c'è la madre ma anche la sorellina più piccola e una sua amichetta, Jacopo ha paura per loro e dunque arraffa tutto quel che può: più di cento euro che teneva nella sua camera ed altri soldi che gli dà la madre spaventata a morte. I due provano a offrigli anche dei gioielli, piccoli monili preziosi e provano a farli desistere da altre azioni violente ma nulla: i due non si fanno persuadere. Uno inizia a girare per la casa, l'altro più grande invece si avvia verso una camera con la madre di Jacopo e la costringe ad avere un rapporto sessuale minacciandola con quel coltello nascosto nella tasca dei pantaloni.
[…] I due tunisini a quel punto decidono di andarsene […] Avrebbero potuto prendere la macchinetta di Jacopo, andarsene via rubando anche quella ma invece pretendono che ad accompagnarli sia il ragazzo. […] Ma appena la vittima e gli aguzzini escono di casa, la madre […] compone il numero unico per le emergenze e di fronte a quella abitazione poco dopo le 3.30 del mattino arriva una pattuglia della polizia.
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Da lì parte la ricerca, Jacopo non risponde al cellulare nel mentre viene avvisato anche il padre che si trova fuori città. […] è il padre a dare un aiuto fondamentale. L'uomo tramite la geo-localizzazione del cellulare usato dal figlio riesce a fornire in tempo reale […] la posizione del ragazzo. Agli agenti basterà meno di un'ora per intercettare la vettura che sarà bloccata a San Giovanni, in via dell'Amba Aradam, a pochi metri dall'ingresso dell'ospedale. La cattura non è semplice: quando i tunisini vengono accerchiati provano a divincolarsi aggredendo i poliziotti poi però verranno fermati. Negheranno le violenze ma nella minicar oltre al denaro sarà ritrovato anche quel coltello nero. […]
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2 - GLI AGUZZINI DI CENTOCELLE SI INDAGA SU ALTRE VIOLENZE
Flaminia Savelli per “il Messaggero”
«Non sono abbastanza bravo, ma ho paura di Dio». E poi: «Non ci tiriamo indietro amico mio, ci alleggeriamo un po' e per prepararci al meglio». Così scrive Y.K, 16enne di origini tunisine, sui suoi profili social. Pubblica una carrellata di foto in cui indossa abiti griffati alle spalle del Colosseo o al parco con gli amici. È l'aguzzino che insieme all'amico M.R., 17 anni e anche lui di origini tunisine, sabato in una notte di follie tra Centocelle e Casal Monastero ha derubato e stuprato un giovane diciassettenne insieme alla madre.
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Le indagini della polizia per ricostruire la dinamica dei drammatici eventi sono ancora in corso. Intanto ieri gli investigatori si sono concentrati sui due arrestati. Il sospetto è che i due siano responsabili di altri episodi analoghi. Gli agenti dunque, stanno confrontando le ultime denunce registrate a caccia di indizi e analogie. Più di un sospetto per chi indaga: i ragazzi avrebbero messo a segno altre rapine con lo stesso modus operandi. Come è accaduto sabato notte, avvicinando la vittima e sotto la minaccia del coltello, si sarebbero fatti consegnare cellulari, soldi e indumenti firmati.
Un'indagine complessa per la polizia che ora ha il delicato compito di ricostruire il passato dei due giovanissimi delinquenti. Ecco perché sono stati sequestrati anche i loro telefoni cellulari. Tecnici e periti analizzeranno foto, video e chat di messaggistica. Intanto ancora ieri, sono stati eseguiti ulteriori accertamenti scientifici sull'arma utilizzata per mettere a segno il colpo e costringere le due vittime ai rapporti sessuali: un coltello.
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LA RICOSTRUZIONE
Si delineano dunque i contorni dell'indagine sulla notte di violenza a Casal Monastero. A lanciare l'allarme sabato intorno alle tre di notte, era stata la donna, F.P. di 53 anni. Dopo che il figlio al termine di una serata con alcuni amici a Centocelle era stato avvicinato dalla coppia di sbandati. Rapinato di 10 euro è stato costretto a subire violenza sotto la minaccia di un coltello. Ma il bottino della rapina era troppo magro ecco perché lo hanno costretto a portarli a casa a bordo della sua minicar.
Una volta lì, dopo aver sottratto 300 euro, hanno costretto anche la mamma del giovane a un rapporto sessuale per poi farsi accompagnare dal ragazzino in giro per la città. Un sequestro terminato con l'arrivo di una volante della polizia. Gli agenti hanno fermato la coppia di complici che, al momento dell'arresto, erano senza documenti. Tutti e due poi denunciati per rapina aggravata e violenza sessuale.
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Quindi il drammatico racconto del figlio prima, e della mamma poi, che aveva chiamato i soccorsi e il marito, in quel momento fuori città. Ulteriori accertamenti scientifici verranno eseguiti anche sulla minicar. Dove da quanto riferito dalla giovane vittima, si sarebbe consumata la prima violenza. Infine: ancora ieri mattina è stato eseguito un altro sopralluogo nell'abitazione di Casal Monastero. Gli investigatori hanno sequestrato anche le immagini di videosorveglianza che puntano verso l'ingresso della palazzina.
LA PAURA
Nessuno dei residenti nella strada isolata di Roma est avrebbe sentito nulla quella notte. E ora c'è paura e preoccupazione nel quartiere: «Non ho sentito nulla di sospetto sabato sera» racconta Luca Carlini, residente nella strada delle violenze: «Non un grido, non un rumore. Abbiamo tutti paura che un episodio analogo accada ai nostri figli. Nella rete dei due balordi è finito un ragazzo davvero per bene, chiunque dei nostri ragazzi sarebbe potuto essere al suo posto. Vogliamo delle risposte da parte delle istituzioni e le vogliamo adesso. È troppo grave quello che è accaduto e siamo pronti a tutto. Anche a organizzare noi delle ronde di quartiere per vigilare sulle nostre famiglie».