Fulvio Fiano per corriere.it
WILLY 1
Ci sono due supertestimoni della rissa sfociata nell’uccisione di Willy Monteiro Duarte. Sono amici del gruppo dei quattro arrestati che forniscono una prima ricostruzione dell’intera sera di sabato scorso. Se confermate dalle indagini dei carabinieri, serviranno a ridefinire le responsabilità dei fratelli Bianchi. La cui famiglia li ha indirizzati nello studio dell’avvocato difensore, Massimiliano Pica, per mettere nero su bianco questa versione.
La prima lite
fratelli bianchi
La lite tra i due gruppi comincia tre ore prima dell’uccisione del 21enne. Da una parte il gruppo di Colleferro nel quale c’è il ragazzo che Willy proverà a tirar fuori dai guai rimettendoci la vita, dall’altro quello di Artena con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Tra i due paesi ci sono solo 8 chilometri, sufficienti però a fomentare un rivalità quasi territoriale. Nella quale anche un commento non-neutro sotto la foto di una ragazza sui social può innescare la faida nel pub-ristorante Due di picche.
fratelli bianchi 2
willy
All’inizio sono solo frasi, sguardi minacciosi che sembrano esaurirsi senza conseguenze. Gabriele e Marco Bianchi sono assieme ai due testimoni e a una quinta persona (il ragazzo che è oggi indagato per favoreggiamento perché era alla guida del Suv degli arrestati pur non essendone sceso per unirsi alla rissa).
Con quest’ultimo i due fratelli lasciano il pub prima degli altri. Sul posto restano i futuri testimoni dello scontro e, separati con la propria comitiva, Belleggia e Pincarelli. La loro serata sembra improntata alla ricerca di uno scontro, tanto che in un episodio separato il primo sferra un ceffone in bagno a un ragazzo estraneo alle due comitive.
francesco belleggia
La rissa
All’esterno del pub, invece, è Pincarelli a riaccendere lo scontro. Avvicina la comitiva rivale sulle scale che guardano la della piazza e chiede, quasi pretende, la sigaretta da uno dei ragazzi di Colleferro. Quando questo dice di non averne, lui prende il pacchetto vuoto che l’altro gli ha appena mostrato e glielo infila in bocca. È l’ultima barriera che cade, il limite è superato. Comincia la zuffa e i due di Artena si trovano subito in difficoltà. Sono in inferiorità numerica.
«Venite, c’è un casino»
È qui che uno dei due testimoni avverte Gabriele e Marco Bianchi: «Venite, sta succedendo un casino». L’acquisizione dei tabuati telefonici disposta dalla procura di Velletri trova la sua motivazione con la ricerca di conferme su questo passaggio. I Bianchi non si tirano indietro.
E come già capitato altre volte, secondo il racconto di tanti in paese, i due esperti di Mma arrivano a difesa degli amici a far valere muscoli e tecniche di combattimento. I testimoni riferiscono di spintoni e qualche schiaffo, molti avversari di Belleggia e Pincarelli si danno alla fuga. Nello scontro due amici di Willy riportano ferite guaribili in 10 giorni.
WILLY E I FRATELLI BIANCHI
L'arrivo di Willy
Sul posto, nel frattempo, è arrivato anche il 21enne di origini capoverdiane, che di ritorno dalla sua uscita con gli amici di Paliano dopo il turno di lavoro nel ristorante dove fa apprendistato e si guadagna l’indipendenza economica, vede il suo amico Federico Zurma. Il coetaneo suo compagno di studi è in difficoltà e Willy si mette in mezzo a fare da paciere. Prova a raffreddare gli animi, non partecipa allo scambio di colpi ma ne rimane coinvolto.
gabriele e marco bianchi
Cade, colpito forse da una manata di Marco Bianchi. Prova a rialzarsi sulle braccia come quando si fanno le flessioni, ma i due che hanno iniziato la rissa vogliono anche chiuderla prendendosi l’ultima soddisfazione. Pincarelli gli dà un pugno al capo, Belleggia un calcio «da karate», al volto. Un dettaglio, questo, riportato anche in altre testimonianze raccolte dai carabinieri. Belleggia è in effetti un karateca: nel suo interrogatorio ha detto di non aver colpito il ragazzo, accusando implicitamente gli altri del gruppo. In ogni caso Willy ricade e non si alzerà più.
L’arresto
mario pincarelli
Il suv Q7 dei Bianchi riparte inquadrato dalle telecamere, stavolta con a bordo anche Belleggia e Pincarelli. Vanno ad Artena, nel locale di Alessandro, il fratello maggiore di Gabriele e Marco non ché proprietario del Suv. È lui che racconta di aver sentito i fratelli inveire contro gli amici: «Per colpa di sti’ di due... che hanno combinato...». Neanche mezz’ora dopo arrivano i carabinieri mentre prendono un caffé. Qualche parola, poi l’invito ultimativo a seguirli in caserma.
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