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    I FIGLI SONO PIEZZ'È CORE E IL GRANDE CAPROTTI PERDONA IL FIGLIO: “NON VOGLIO CHE VADA IN GALERA” - IL PATRÒN DI ESSELUNGA TOGLIE LA QUERELA A GIUSEPPE, CHE LO AVEVA PESANTEMENTE ACCUSATO DUE ANNI FA SULL’’’ESPRESSO’’


     
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    bernardo caprotti bernardo caprotti

    Andrea Cuomo per “il Giornale”

     

    Finisce a tarallucci e vino. Naturalmente presi dagli scaffali di un ipermercato e marchiati Esselunga. I figli sono piezz'è core anche quando li trascini in tribunale perché dicono di te peste e corna. Ma Bernardo Caprotti, 90 anni tra qualche mese, patròn della catena di ipermercati che riempie il Centro-Nord, ha fatto prevalere per una volta il sentimento sull'orgoglio.

     

    E ieri, davanti a giudice del Tribunale della quarta sezione della Procura di Milano ha ritirato la querela nei confronti del figlio Giuseppe, 54 anni, nei confronti del quale il giudice Monica Maria Amicone ha dichiarato il non doversi procedere.

    GIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIA GIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIA


    Un finale da libro Cuore per uno dei tanti capitoli della saga dei Caprotti, una famiglia dominata dall'ingombrante figura del papà Bernardo, uno dei più grandi (e scomodi) imprenditori italiani, incapace di mollare malgrado l'età avanzata, uno capace di dedicare qualche anno fa un libro, Falce e Carrello, alla sua battaglia contro la concorrenza secondo lui sleale dei supermercati delle coop in particolare nelle regioni «rosse». E capace di fatto di «diseredare» i due figlio Giuseppe e Violetta, da tempo usciti dalla governance aziendale.

    violetta e bernardo caprotti violetta e bernardo caprotti


    A portare i due Caprotti senior e junior in tribunale è un'intervista rilasciata all'Espresso nel giugno 2013 da Giuseppe, il quale poi la rilanciò nel suo blog. Un'intervista pesante, con cui il figlio si tolse qualche grosso sasso dalla scarpa nei confronti del papà. I due, Bernardo e Giuseppe, sono da sempre legati da un rapporto do odio e amore. Ma l'annus horribilis è il 2004, quando Giuseppe, amministratore delegato da un anno e mezzo, viene umiliato dal padre che licenzia su due piedi tre suoi manager accusati senza molte prove di comportamenti scorretti, e imbastisce una sorta di processo staliniano, ventilandogli un possibile licenziamento anche per lui.

    Bernardo Caprotti Bernardo Caprotti VILLA CAPROTTI AD ALBIATE VILLA CAPROTTI AD ALBIATE

     

    Poi Giuseppe viene parcheggiato in una società esterna e alla fine privato di tutte le deleghe. Altre accuse di Caprotti junior, il fatto che il papà dopo la sua assunzione lo avrebbe «fatto sottoporre a una perizia psichiatrica» e che, sempre il padre, «in occasione di un dissidio tra i suoi fratelli Guido e Claudio e la madre Marianne, «iniziò a spingere» sua nonna «per le spalle e la buttò letteralmente fuori casa, nonostante lei cercasse di resistere. Il clima diventò pesantissimo e lei fu costretta a trasferirsi da alcuni conoscenti».

    Caprotti Caprotti GIUSEPPE CAPROTTI GIUSEPPE CAPROTTI


    Episodi che il padre padrone ha sempre ritenuto «non veri» nonché gravemente «lesivi della sua dignità personale». Malgrado ciò, come si legge nelle poche righe presentate dall'avvocato difensore di Bernardo, Ermenegildo Contestabile, al giudice Amicone, «Caprotti come padre non vuole che il proprio figlio venga condannato con sentenza penale». A questo punto il Tribunale ha dichiarato il «non luogo a procedere» nei confronti dell'imputato, che dovrà comunque pagare le spese legali, e ha chiuso il processo. 

     

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