Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”
PAOLO SCARONI ENEL
Il Tesoro chiede aiuto a Morrow Sodali, società di consulenza societaria, per spiegare agli azionisti internazionali dell’Enel che la lista per le nomine del cda, con Flavio Cattaneo ad e Paolo Scaroni presidente, è in linea con le procedure. Un modo per renderla meno attaccabile nell’assemblea del 10 maggio, quando tre liste si contenderanno le nove poltrone del cda al rinnovo. Oltre a quella dei gestori, che punta a rappresentare le minoranze, sarà in campo Covalis, socio con circa l’1% dell’utility e che ha depositato sei nomi, tra cui il banchiere Marco Mazzucchelli come presidente alternativo a Scaroni.
flavio cattaneo 2
[…] Un mandato al momento non c’è, ma potrebbe formalizzarsi se l’azionista pubblico al 23,6% di Enel chiederà al consulente leader nella gestione dei rapporti tra le quotate italiane e gli investitori di informare il mercato sulla correttezza della procedura di redazione della lista diffusa il 12 aprile. Lista che sta creando fin troppi problemi invece.
Intanto ha spiazzato la comunità finanziaria, da mesi preparata alla nomina di Stefano Donnarumma (l’ad di Terna su cui puntava Giorgia Meloni, mentre l’ultima sera Lega e Forza Italia hanno imposto il ticket Cattaneo-Scaroni). Inoltre, è stata accusata di scarsa trasparenza procedurale: nel comunicato di mercoledì 12 il Mef non ha nemmeno citato Key to people, che pure è suo consulente per la selezione dei nomi.
Paolo Scaroni
Ci sono 20 giorni scarsi per arginare la slavina partita il 13 ed evitare brutte sorprese nel voto assembleare. Secondo fonti di mercato il lituano Zach Mecelis, patron di Covalis che gestisce circa 4 miliardi di euro, aveva già cercato il supportodi Morrow Sodali per la terza lista, che mira a «suscitare il dibattito sulla governance di Enel».
Ieri Bloomberg, citando fonti vicine a Cattaneo - ex numero uno di Terna, Telecom e Italo - ha scritto che la sua strategia in Enel sarà in relativa continuità con quella dell’uscente Francesco Starace, che in nove anni ha forgiato l’azienda di oggi e ottenuto la fiducia degli investitori esteri. Il piano di dismissioni da 23 miliardi per ridurre il debito, annunciato cinque mesi fa, non pare in discussione: e nemmeno la vigente politica dei dividendi. Il futuro ad, invece, ambirebbe a passare in rassegna le operazioni del gruppo per ridurre i costi.
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Ieri Enel ha dettagliato il percorso intermedio che entro il 2040 porterà ad azzerare tutte le emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra. Si punta a ridurre le emissioni dalla generazione dell’80% nel 2030; a ridurre le emissioni dirette e indirette da vendita di energia del 78% nel 2030; e a limare le emissioni indirette da vendita di gas al minuto del 55% entro il 2030.
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Il focus sulle rinnovabili è un punto cardine su cui il socio critico Covalis ritiene di coinvolgere altri soci Enel. A quanto si apprende la “terza lista” vorrebbe un cda con maggiori competenze e visione internazionale su elettrificazione, rinnovabili e transizione, per rendere Enel un polo nel Sud Europa per la transizione energetica.
PAOLO SCARONI