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    AVVERTITE IL MINISTRO PER LA SOVRANITÀ ALIMENTARE LOLLOBRIGIDA: I FONDI DI INVESTIMENTO ESTERI STANNO SPOLPANDO LE LANGHE! – I GRUPPI FINANZIARI (PIENI DI SOLDI) STANNO RILEVANDO LE CANTINE FAMILIARI PIEMONTESI CHE PRODUCONO IL BAROLO SENZA SAPERE NULLA DI COME SI FA IL VINO – GLI INVESTITORI OFFRONO AI PROPRIETARI UN MUCCHIO DI SOLDI E SI COMPRANO QUELLO CHE VOGLIONO, MA CHE CI FARANNO? – I VITICOLTORI LOCALI STANNO PENSANDO DI FAR NASCERE UN FONDO LOCALE PER FERMARE LA “CONQUISTA”


     
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    Estratto dell’articolo di Niccolò Zancan per “la Stampa”

     

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    Era la terra della Malora. Terra povera. Terra di partigiani, di fascine, di forconi, di gorghi, di miseria. Adesso tutti la vogliono. È diventata il lusso da possedere. Un investimento. Un lascito per i figli degli azionisti. È come se sulle Langhe fosse appeso un gigantesco cartello: «For Sale». In vendita.

     

    «Quello che stiamo rischiando è di perdere per sempre le nostre radici e la nostra anima», dice Matteo Ascheri presidente del Consorzio del Barolo. Il suo è un grido d'allarme. Arriva dal mondo del vino. Ma questa è una storia sulla bellezza, cioè sull'unicità.

     

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    «Sta succedendo anche qui quello che è già successo in molti centri storici delle città italiane. Si presentano fondi di investimento internazionali che non sanno nulla di quel posto e della sua storia, ma hanno denaro. Possono fare acquisti fuori mercato, possono comprarsi tutto.

     

    Possono rilevare cantine famigliari al doppio del valore, risolvendo così il contenzioso fra due fratelli. Vengono qui a fare diversificazione finanziaria. Ma la nostra è una storia fatta di cose precise: microclima, vitigni autoctoni e persone, un certo modo di intendere il lavoro. La nostra è una storia famigliare. Gentrificare le Langhe equivarrebbe a farle morire».

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    La zona del Barolo: poco più di 2 mila ettari, 1250 proprietari di vigneti, 400 aziende vinicole. È questo il nuovo eldorado. Forse il primo è stato il patron del Parma Calcio, il magnate americano Kyle Krause, proprietario della catena di supermercati Kum&GO e di molto altro.

     

    Ha comprato due cantine storiche, Vietti e Serafino, una delle quali - sembrerebbe - per la cifra record di 60 milioni di euro. Libero mercato. E dopo il vino, ha investito in un resort di lusso a Cerretto: 39 camere, 12 suite, un centro benessere fra le colline del Patrimonio Unesco.

     

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    […] Cosa resterà alla fine dello shopping? «Questa domanda è più che giusta, dobbiamo farcela tutti», dice il produttore di Barolo Gianni Gagliardo. «La Langa è un territorio che ha il suo valore strettamente legata alle donne e agli uomini che ci vivono. La Langa senza il langarolo non sarà più quella di oggi. Questo è evidente. Non bastano i soldi per fare un vino buono, perché dentro a un vino c'è sempre la storia di una comunità e di un produttore. […]».

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    Non è più un segreto. Nelle Langhe stanno pensato a una controffensiva. L'idea è quella di far nascere un fondo locale, appoggiato dalla banca locale, per sostenere quelle imprese famigliari che rischiano di essere comprate per mancanza di eredi, in modo da garantire la continuità territoriale. […]

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