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    I FURBETTI DELLA FRONTIERA: LAVORANO IN FRANCIA E PRENDONO LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA (ED È TUTTO LEGALE) – COME È POSSIBILE? BASTA AVERE UN CONTRATTO DI LAVORO ALL’ESTERO E NEL NOSTRO PAESE RISULTARE DISOCCUPATI - UN GRUPPO DI STUDENTI HA SCOPERTO IL “TRUCCHETTO” PER OTTENERE FINO A 2500 EURO DALLO STATO ITALIANO: “IN FRANCIA ABBIAMO LAVORATO PER OTTO GIORNI. PER AVERE LA DISOCCUPAZIONE ABBIAMO COMPILATO UN MODULO E..."


     
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    Estratto dell’articolo di Rosarianna Romano per www.corriere.it

     

    LAVORANO IN FRANCIA E OTTENGONO LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA LAVORANO IN FRANCIA E OTTENGONO LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA

    Lavorare anche soltanto un giorno per ricevere un compenso di duemila euro o più. «Si può fare e non è un escamotage: basta avere un contratto di lavoro all’estero e in Italia risultare disoccupati», spiega Francesca Redavid, 22 anni, barese, studentessa di Disegno industriale al Politecnico di Bari, che per la prima volta quest’anno si è approcciata alla vendemmia, a Saint Martin, nei pressi di Bordeaux, in Francia.

     

    In un periodo storico complicato, in cui i lavoratori in questo settore sono sempre meno, quello della fuga all’estero per lavorare nei campi e ottenere una consistente indennità di disoccupazione è un fenomeno in crescita, soprattutto tra i giovani. Ma che si conosce ancora poco. A pensare a diffonderlo è soprattutto il passaparola: studenti e studentesse che hanno già fatto questa esperienza tra i campi della Borgogna o nella Valle del Rodano tramandano requisiti e modalità ai loro colleghi e amici.

     

    LA RICERCA DEL LAVORO IN ITALIA LA RICERCA DEL LAVORO IN ITALIA

    «L’ho saputo tramite amici di Pisa, dove ho frequentato l’università», dice Chiara, 25 anni, studentessa di Gioia del Colle (Bari). «E ci sono - aggiunge - gruppi Telegram o Facebook per organizzarsi. Lo scorso anno, per esempio, ci siamo visti ad Angerville ed è stato bellissimo: sembrava un villaggio turistico per ragazzi: eravamo una quarantina, metà italiani e metà francesi. Ci offrivano colazione, pranzo e cena».

     

    Per agevolare la procedura, un gruppo di ragazzi provenienti soprattutto da Pisa e da Bologna (la maggior parte studenti, neolaureati e laureandi di età compresa tra i 30 e i 40 anni), dopo una felice esperienza fatta durante la stagione della vendemmia del 2017, ha stilato un documento contenente delle agevoli faq diffuse in vari canali di informazione, in particolare su come richiedere la disoccupazione per lavoratori rimpatriati. […]

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    Anche Chiara, nel 2022, dopo la sua esperienza ad Angerville, al suo rientro in Italia, dopo un iter burocratico, ha ottenuto 2.500 euro. «Non si tratta di un escamotage o di un "buco" legislativo: nonostante sia poco nota tra gli addetti ai lavori e quasi per nulla fuori dagli uffici dell'Inps, è una borsa di disoccupazione con lo stesso status legale della Naspi. […]», si legge ancora nel file.

     

    «Quest’anno, a Saint Martin, abbiamo lavorato, con regolare contratto, dalle 7 alle 14 per otto giorni, escluso il fine settimana, con una paga di 10 euro all’ora. Eravamo una decina in tutto, tra italiani e stranieri. Abbiamo campeggiato nel podere e i proprietari ci hanno offerto caffè e baguette, mettendoci a disposizione la cucina e gli ortaggi da loro coltivati», continua Francesca, che ha vissuto la sua esperienza per la prima volta due mesi fa, soggiornando in Francia circa una settimana, dal 18 al 30 agosto.

    GIOVANI LAVORO GIOVANI LAVORO

     

    «Per avere la disoccupazione siamo andati al Pôle Emploi a Saint Martin, per richiedere l’U1, un modulo sul quale abbiamo allegato una serie di documenti, dalla busta paga al contratto lavorativo, da inviare a Parigi. Poi in Italia ci siamo recati al centro di collocamento per attestare lo stato di disoccupazione. Ora stiamo aspettando che i soldi arrivino. Sul portale dell’Inps si può seguire l’andamento della pratica».

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