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    I GIORNALISTI INVIATI SUI LUOGHI DI UN DISASTRO INVECE DI INFLIGGERE DOMANDE IRRITANTI AI SUPERSTITI (“COME SI SENTE? COSA HA PROVATO?”) DOVREBBERO SFOGLIARE IL PICCOLO MANUALE DI ANTIRETORICA CHE, NEL SETTEMBRE DEL 1923, IL “TORONTO DAILY STAR” DIEDE AL GIOVANE ERNEST HEMINGWAY MANDATO A RACCONTARE IL TERREMOTO DI YOKOHAMA: “MAI SPECULARE SUI MORTI, MAI USARE IPERBOLI PER RACCONTARE IL DOLORE, RIMANERE FREDDI, RIVOLGERE AI SOPRAVVISSUTI SOLO DOMANDE SECCHE, SCRIVERE CON FRASI BREVI, NON VIOLARE LA PRIVACY NÉ DEI VIVI NÉ DEI MORTI…” - HEMINGWAY COMINCIÒ IL SUO ARTICOLO SCRIVENDO…


     
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    IL GIORNALISMO DI HEMINGWAY 

    Da “Posta e risposta – la Repubblica”

     

    ernest hemingway ernest hemingway

    Caro Merlo, invidio il mio vecchio padre, che si trova alla periferia di Forlì quasi in campagna. Grazie al cielo sta bene e la casa non è stata danneggiata. Non ha però l’elettricità e non gli funziona più niente. Certo, starebbe meglio con il frigorifero e con il forno a microonde, ma almeno non vede in tv le interviste a raffica ai superstiti.

    Ne sono disgustato: “Come si sente? Cosa ha provato? Dove si trovava?”. Ma vaff…

    Luigi Dallara – Forlì

     

    Risposta di Francesco Merlo:

    Nel settembre del 1923 il Toronto Daily Star, inviando il giornalista Ernest Hemingway a raccontare il terremoto di Yokohama, gli fornì un prontuario, un manuale di antiretorica per scrivere di sciagure: mai speculare sui morti, mai usare iperboli per raccontare il dolore, rimanere freddi, rivolgere ai sopravvissuti solo domande secche, scrivere con frasi brevi, non violare la privacy né dei vivi né dei morti… Hemingway cominciò il suo articolo così: “Questa è una storia senza nomi”.

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