Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
salvini giorgetti
Mentre Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono a pranzo a Palazzo Chigi, per un incontro che avrebbe dovuto segnare il disgelo tra gli alleati di governo, Giancarlo Giorgetti spiazza tutti. «La flat tax si farà con l' aumento dell' Iva? » , gli chiedono a margine di un evento sulla promozione sportiva, nella sede del Coni. «Si vedrà nella legge di Bilancio », risponde il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Lasciando aperta una porta che i due vicepremier la sera prima avevano fatto a gara a sbarrare, per paura del dilagante clima di sfiducia nelle ricette economiche del governo gialloverde.
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La dichiarazione piomba sul pranzo a tre come un dispetto. Perché l' idea del premier Giuseppe Conte era quella di rassicurare, di mostrare un governo al lavoro per far ripartire la crescita, concentrato sui provvedimenti economici tanto da fissare un timing: un incontro a settimana, esteso anche al ministro dell' Economia Giovanni Tria. E invece, riappaiono tutti gli spettri: quello dell' Iva. E quello di una manovra bis, in caso i conti dovessero peggiorare ancora. Più di quanto il Def non abbia già certificato, con la negazione di tutto quel che era stato promesso all' approvazione dell' ultima manovra: la ripartenza dei consumi, dell' occupazione, dell' industria.
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È il contrario. E lo stesso Di Maio arriva alla riunione con l' idea di « prendere i dati con responsabilità ». È vero che la crisi è europea, è vero che investe anche la Germania, ma « bisogna lavorare di più per la crescita».
Così Salvini, dopo il vertice, si precipita fuori concendendosi ai cronisti: per strada prima, attraversando le vie del centro fino al Quirinale. In una diretta Facebook poi, in caso il messaggio non fosse arrivato abbastanza chiaro: «L' Iva non aumenta, non ci sono tasse sulla casa e non ci sono tasse sui risparmi » , ripete il ministro dell' Interno come fosse un richiamo al suo braccio destro. « I soldi il governo li prenderà dalla crescita perché siamo uno dei Paesi migliori al mondo », spiega.
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Ma a dimostrare che il disgelo con gli alleati è tutt' altro che reale, nonostante Di Maio a Porta a Porta annunci l' intesa su Gianluigi Paragone come prossimo presidente della commissione di inchiesta sulle banche, il segretario della Lega apre un nuovo fronte. E fa sapere che tra i temi del pranzo è entrata la necessità di un' accelerazione della riforma della giustizia penale. Che il Guardasigilli Alfonso Bonafede aveva promesso ai leghisti dopo l' approvazione dell' anticorruzione, che aveva dentro il blocco della prescrizione mal visto dal Carroccio.
giulia bongiorno alfonso bonafede
E che però tarda ad arrivare: il ministro M5S avrebbe dovuto incontrare su questo la leghista Giulia Bongiorno già questa settimana, ma l' appuntamento è saltato. Salvini cerca così di uscire dal cul de sac in cui è finito con la flat tax, che nel Def non è entrata e non poteva entrare, gettando una nuova miccia nel campo alleato. Ma dal Movimento assicurano: « La riforma è pronta da un mese».
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