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    I GIORNI NIERI DI MARINO - MOLLA ANCHE IL VICESINDACO NIERI, CITATO NELL’INCHIESTA SU MAFIA CAPITALE - AL SUO POSTO SABELLA, ORFINI O LA RENZIANA BONACCORSI - PER IL RIMPASTO DI GIUNTA LA STRADA E’ IN SALITA E IL SINDACO E’ SEMPRE PIU’ IN BILICO


     
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    MARINO NIERI MARINO NIERI

    Giovanna Vitale per “la Repubblica”

     

    «Io non ci sto, non sono coinvolto in alcuna inchiesta ma lascio per impraticabilità del campo, non intendo più sopportare questo gioco al massacro ». Arriva alle sette di sera la scossa che rischia di seppellire il governo Marino dopo lo tsunami di Mafia Capitale.

     

    «Mi dimetto per non lasciare alibi a chi usa me per attaccare la giunta di Roma», scandisce il vicesindaco Luigi Nieri, citato nell’inchiesta sul “Mondo di Mezzo” e nella relazione della commissione prefettizia sullo scioglimento del Campidoglio, annunciando il suo addio. Un’uscita pesante e inaspettata, che segue quella del segretario generale, dell’assessore ai Trasporti e del capo segreteria del sindaco, complicando la già difficile trattativa sul rimpasto dell’esecutivo cittadino invocato da Renzi in diretta tv.

     

    MARINO MARINO

    Si è sentito scaricato, Nieri. Da Sel, innanzitutto, il suo partito, che non lo ha difeso né dalle «campagne mediatiche orchestrate contro di me», né dall’assalto del Pd che pretende il suo scalpo; ma pure da Marino, che non ha mosso un dito quando il commissario dem Matteo Orfini gli ha proposto di buttarlo a mare per sostituirlo con un uomo del Nazareno. È stanco e deluso, il vicesindaco: «È una scelta personale», ribadisce, «il mio passo indietro, che nessuno mi ha chiesto di fare, ha alla base l’amore per Roma ». Destabilizzata da quei «poteri che hanno interessi sulla città e hanno sempre cercato di condizionarla». Per questo «non posso più tollerare che la mia persona sia usata, in maniera volgare e oscena, come strumento per attaccare la capitale e un’amministrazione che ha fatto battaglie di cui la sinistra italiana può andare fiera».

    luigi nieri ignazio marino luigi nieri ignazio marino

     

    A palazzo Senatorio scatta subito l’allarme rosso. La crisi ha subìto un’accelerazione imprevista. Marino si attacca al telefono. Prima verga un comunicato che suona più come un epitaffio che il tentativo di trattenere il suo numero 2: «Comprendo la sua amarezza. Luigi è una persona leale e onesta, un amico, un compagno di squadra che sa sempre far prevalere l’interesse generale a ogni altra ipotesi». Quindi parla con Orfini. Mentre Fratoianni, il coordinatore nazionale di Sel, lo cerca per un chiarimento immediato. Vuole garanzie, il braccio destro di Vendola, che nel frattempo sui social manda «un abbraccio a Nieri» apprezzandone «il gesto di grande sensibilità istituzionale».

     

    MARINO BUZZI NIERI MARINO BUZZI NIERI

    Capire cosa pensa il sindaco, come intende muoversi, se l’alleanza con il Pd deve considerarsi finita o ci sono ancora margini per tenerla in piedi. Invocando, anche, un ripensamento, mentre l’opposizione intona il de profundis: «La giunta è in frantumi, Marino ne prenda atto e si dimetta ».

     

    Il sindaco e la sua maggioranza sono spiazzati ma c’è da pensare al dopo. In fretta. Il tempo lavora contro “l’operazione Salva- Marino” lanciata da Orfini per rafforzare il governo di centrosinistra. Traccheggiare, far finta che il problema non esiste, non si può più. Il Pd si mette subito in moto. Alla ricerca dei nomi più adatti per fronteggiare l’emergenza. Aprendo per la prima volta alla possibilità, dettata dagli eventi, che sia di nuovo Sel a esprimere il vicesindaco, a patto che sia una personalità in grado di rappresentare quel salto di qualità che i democratici pretendono. 

    MARINO BUZZI NIERI 1 MARINO BUZZI NIERI 1

     

    In caso contrario, il Pd giocherà le sue carte, diverse a seconda della piega che prenderà la crisi. La prima si chiama Alfonso Sabella, il “cacciatore di mafiosi” che con il suo arrivo ha già tirato fuori la giunta romana dalle secche di Mafia Capitale. Il magistrato non è un politico di professione come si auspicava in principio, ma in questi mesi - si ragiona ai piani alti del partito- ha dimostrato sensibilità e intelligenza.

     

    La seconda carta si chiama Matteo Orfini: il commissario non vuole farlo, ma se dovesse chiederglielo il segretario-premier in persona, per lui sarebbe complicato sottrarsi. L’ultima è Lorenza Bonaccorsi: donna, renziana della prima ora e romana. I giochi sono aperti. Ora bisogna solo sbrigarsi.

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    Luigi Nieri Luigi Nieri

    ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION

     

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