mcgregor poirier
Giulio Di Feo per gazzetta.it
mcgregor poirier 86
Certe cose le capisci dallo sguardo, e dalla stranezza di certe serate. Già veder entrare McGregor sull’ottagono per primo, da sfidante, non è usuale. E poi gli occhi, non quello spavaldi di sempre ma grandi grandi, quasi umili.
No, Conor non era Conor, nonostante il pubblico presente (circa 2000 persone, il 10% della capienza dell’impianto ad Abu Dhabi) fosse tutto urlante per lui. Non lo era stato nemmeno nei giorni prima, dove non aveva dispensato le solite spacconate ma complimenti e frasi motivazionali. E non lo è stato sull’ottagono, dove per la prima volta ha perso per k.o., cedendo al secondo round ai pugni di Dustin “the diamond” Poirier, che ora reclama giustamente un posto al sole e una cintura.
mcgregor poirier 78
McGregor quindi è cambiato? Forse sì. Tecnicamente le cose che sa fare le fa sempre bene. Ma quella che fa meglio stavolta è mancata: The notorious si prende il match già quando lo accetta, ti entra nelle ossa e nel cervello con le parole e coi gesti, ti guarda e già ti massacra, non ti dà tregua, ti induce all’errore e le sue abilità sull’ottagono con gli errori avversari vanno a nozze. E se non si crea quella sensazione di “Io sono io e voi non siete un c...”, resta solo l’ottagono.
mcgregor poirier 33
Lì si vede che ha un gameplan chiaro, e nel primo round ai punti forse vince pure: Poirier lo porta a terra e poi a parete, lui si libera con quelle spallate che contro Cerrone avevano fatto la differenza e centra anche l’avversario con un bel sinistro. Ma le gambe, la reattività, le parole, i gesti, il... Conor style non è quello di sempre, combattere una volta all’anno (pesa la pandemia ma anche la gestione del personaggio...) e per giunta contro uno dei migliori fighter al mondo non è semplice. McGregor vede davanti i 5 round lunghi come anni, pensa di chiuderla prima, rischia e si espone ai calci alle gambe dell’avversario che lo infiacchiscono. E Poirier alla prima occasione entra duro, combo pugilistica e fine dei giochi.
Forse il McGregor caciarone ed esplosivo era meno politicamente corretto ma ben più efficace. Ora ha promesso che continuerà, e in effetti la sua voglia traspare da mesi, ma per la vetta c’è da mettersi in coda. Perché Poirier, con Khabib che si è ritirato (si è ritirato?) reclama il titolo. Ma c’è un nuovo sceriffo in città.
mcgregor poirier 41
IL FUTURO— Si chiama Michael Chandler, già stella della lotta a livello Ncaa e campione Bellator. Il suo esordio in Ufc arriva tardi, a 34 anni nel co-main event della serata, ma è stato uno sfoggio di esplosività come non se ne vedevano da tempo. Poco allungo ma collo taurino e spalle da bulldozer, ha ronzato attorno a Hooker, che pure è fighter di altissimo livello, per un paio di minuti e al primo varco l’ha steso come un pupazzo: destro al corpo, sinistro al volto. Anticamera non ne vuole fare: ha preso il microfono e ha sfidato McGregor, Poirier, Khabib, chiunque.
mcgregor 51 mcgregor poirier 81 mcgregor 79 mcgregor poirier 4 mcgregor 22 mcgregor 21 mcgregor poirier 2 poirier 3 conor mcgregor straccia donald cerrone ufc pesi welter 3 conor mcgregor straccia donald cerrone ufc pesi welter 6 conor mcgregor 2 conor mcgregor 8 conor mcgregor 1 khabib mcgregor mcgregor khabib mcgregor rissa khabib mcgregor khabib mcgregor 6 mcgregor poirier 84