• Dagospia

    ANDATE A PARLARE INCLUSIVO (E CORSIVO) A CASA VOSTRA IL SENATO RESPINGE L'EMENDAMENTO DELLA SENATRICE DEL M5S ALESSANDRA MAIORINO CHE PREVEDEVA L'INTRODUZIONE DELLA “PARITA' DI GENERE” IN TUTTE LE COMUNICAZIONI DI PALAZZO MADAMA (OVVERO SCRIVERE “PRESIDENTA”, “DIRETTORA”, ECC.) – A SINISTRA INSORGONO PER LA BOCCIATURA CON IL TANDEM LAURA BOLDRINI E MONICA CIRINNA': “MISOGINIA!”


     
    Guarda la fotogallery

    Diana Alfieri per “il Giornale”

     

    alessandra maiorino m5s alessandra maiorino m5s

    La campagna elettorale è, di fatto, già iniziata con i fuochi d'artificio. E non si perde occasione per fare bagarre neppure nelle sedi delle istituzioni. Da queste colonne abbiamo sempre difeso, senza dubbio alcuno, i diritti delle donne. Ma, allo stesso modo, abbiamo sottolineato quanto sia ipocrita e inutile la battaglia lessicale che pensa che basti storpiare una parola al femminile per percorre giganteschi passi nel cammino della parità di genere.

     

    Quindi sindaca, presidente e direttora sono solo uno schiaffo alla lingua italiana e al buon senso. Nulla di più. Ma anche l'ossessione di raddoppiare i generi - come in questo caso - è più che altro una battaglia di parole. Le quali, come si sa, sono importantissime, ma non quanto i fatti. E quelli, purtroppo, nella parità tra i due sessi troppo spesso ancora mancano. Ieri una piccola crociata delle parole si è arenata, con un certo clamore e non poche polemiche, proprio nei palazzi del potere.

     

    Il Senato, infatti, ha respinto l'emendamento della senatrice del M5s Alessandra Maiorino, che prevedeva l'introduzione del linguaggio inclusivo in tutte le comunicazioni di Palazzo Madama. Nulla di fatto. La proposta ha ottenuto solo 152 voti favorevoli, 60 contrari e 16 astenuti, senza raggiungere la maggioranza assoluta richiesta per approvare l'emendamento.

     

    La senatrice del M5s Alessandra Maiorino La senatrice del M5s Alessandra Maiorino

    Vediamo cosa proponeva l'illuminatissimo, ma sfortunatissimo, testo della Maiorino: «Il Consiglio di presidenza stabilisce i criteri generali affinché nella comunicazione istituzionale e nell'attività dell'amministrazione sia assicurato il rispetto della distinzione di genere nel linguaggio attraverso l'adozione di formule e terminologie che prevedano la presenza di ambedue i generi attraverso le relative distinzioni morfologiche, ovvero evitando l'utilizzo di un unico genere nell'identificazione di funzioni e ruoli, nel rispetto del principio della parità tra uomini e donne».

     

     Questioni di lana caprina. Niente di particolarmente sconvolgente, ma tuttavia abbastanza per scatenare l'ira funesta della sinistra nei confronti del centrodestra e per tirare fuori ancora una volta la clava del maschilismo.

    laura boldrini laura boldrini

     

    La prima a salire sulle barricate è stata Laura Boldrini: «Perché la destra ha paura di declinare al femminile i ruoli istituzionali delle donne? - ha attaccato l'ex presidente della Camera -. Perché al Senato Fratelli d'Italia ha chiesto il voto segreto sull'emendamento che prevedeva la possibilità di introdurre la differenza di genere nella comunicazione istituzionale scritta? Perché vuole cancellare i traguardi delle donne, usando anche il linguaggio».

     

    monica cirinna foto di bacco monica cirinna foto di bacco

    A stretto giro di posta arriva anche la replica di Monica Cirinnà, che nella sconfitta in Senato scorge i cattivi presagi di un futuro imminente: «Se questo è l'anticipo del nuovo Parlamento, abbiamo un motivo in più per lottare con forza». Si accodano le parlamentari pentastellate che puntano il dito contro «l'evidente misoginia di chi ha votato contro rifiutando l'utilizzo del femminile e confermando così l'imposizione del solo maschile».

     

    Lucio Malan, invece, spiega la posizione di Fdi: «Ci siamo astenuti sull'emendamento sul cosiddetto linguaggio di genere perché riteniamo che l'evoluzione del linguaggio non si faccia per legge o per regolamento. Imporre che in tutti i documenti del Senato si debba scrivere, ad esempio, non più i senatori presenti ma i senatori e le senatrici presenti, ha davvero poco senso». Tutto abbastanza logico, ma tutto buono per fare polemica elettorale.

    laura boldrini laura boldrini monica cirinna foto di bacco (2) monica cirinna foto di bacco (2) Esterino Montino E MONICA CIRINNA Esterino Montino E MONICA CIRINNA Esterino Montino E MONICA CIRINNA Esterino Montino E MONICA CIRINNA LA COLF DELLA BOLDRINI - MEME LA COLF DELLA BOLDRINI - MEME

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport