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    ALLA FINE I GRILLINI SALVANO RADIO RADICALE? MOZIONE LEGA-M5S PER UNA CONVENZIONE ''TRIENNALE'' CHE METTA IN SICUREZZA GLI ARCHIVI E SALVI I DIPENDENTI. MA CRIMI ARRIVA A SPEGNERE GLI ARDORI: ''SENZA LEGGE NON SI PUÒ RINNOVARE LA CONVENZIONE. DOBBIAMO DARE UNO CHOC AL SISTEMA PER POI REGOLAMENTARLO BENE''


     
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    1. RADIO RADICALE:LEGA-M5S,3 ANNI CONVENZIONE PER ARCHIVI

     (ANSA) - Una convenzione triennale per Radio Radicale per "concludere l'attività di digitalizzazione e messa in sicurezza degli archivi" e la copertura è "esclusivamente" per il costo del personale necessario "allo svolgimento di detta attività". E' la mozione di maggioranza su Radio Radicale che arriverà oggi in Aula al Senato. Il documento chiede inoltre "una normativa" sul "servizio radiofonico e multimediale" per "informazione e comunicazione istituzionale", con assegnazione tramite gara.

    VITO CRIMI VITO CRIMI

     

    L'impegno chiesto da Lega-M5s con la mozione di maggioranza è quello di "attivare una separata convenzione con Centro Produzioni S.p.A. di durata triennale, volta esclusivamente a concludere l'attività di digitalizzazione e messa in sicurezza degli archivi di Radio radicale anche antecedenti all'attivazione della prima convenzione del 21 novembre 1994, e per un importo che copra esclusivamente il costo del personale necessario allo svolgimento di detta attività".

     

     Mentre per quel che riguarda la gara per "servizio radiofonico e multimediale di interesse generale destinato all'informazione e comunicazione istituzionale"

    falconio radio radicale falconio radio radicale

    Lega e M5s chiedono al governo l'impegno "di attivare tutte le opportune iniziative al fine di approvare una normativa di riferimento" "che preveda l'assegnazione del servizio tramite gara, attraverso un quadro coerente, certo e trasparente degli obblighi, dei criteri, della durata e dei meccanismi di finanziamento". Inoltre si chiede anche di disciplinare "il periodo transitorio in attesa" della gara. e di "l'abolizione del divieto di ampliamento della rete radiofonica dedicata ai lavori parlamentari da parte del concessionario del servizio pubblico".

     

    1. RADIO RADICALE: OK SENATO A MOZIONE LEGA-M5S, 138 SÌ

     (ANSA) - L'Aula del Senato approva la mozione Lega-M5s su Radio radicale con riformulazione. Il documento ottiene 138 sì, 45 no e 57 astenuti. Respinte le altre cinque mozioni presentate dalle opposizioni con il parere contrario del governo.

     

    1. RADIO RADICALE: CRIMI, SENZA LEGGE NESSUN RINNOVO

    VITO CRIMI E ROBERTA LOMBARDI VITO CRIMI E ROBERTA LOMBARDI

    (ANSA) - "Non è possibile ad oggi procedere con un rinnovo in assenza di una legge. L'impegno è che si farà nel più breve tempo possibile una legge in ambito parlamentare Voglio rappresentare un dato oggettivo: nell'anno 2019 centro produzioni Spa ha ricevuto un intervento pubblico pari 9 ml di euro a fronte dei 12 ml percepiti negli anni precedenti quindi non accetto l'accusa che quest'anno si sta affamando Radio radicale". Lo dice in Aula al Senato il sottosegretario Vito Crimi prima del voto sulle mozioni.

     

    1. RADIO RADICALE: CRIMI, CAMBIAMENTO È CHOC SISTEMA,POI REGOLE

     (ANSA) - "Il sevizio pubblico garantito da Radio radicale con la convenzione è esclusivamente limitato alla trasmissione delle sedute parlamentari, tutto il resto è altro. Nessuno ha mai cambiato in tutti questi anni c'erano soluzioni , si potevano prendere rima, noi ci prendiamo il tempo di trovare una soluzione possibile. Ben venga quindi che per la prima volta un governo ha apportato un cambiamento. Uno choc al sistema per poi poterlo regolamentare bene". Lo dice intervenendo in Aula al Senato il sottosegretario all'editoria Viti Crimi rispondendo alle opposizioni che chiedevano di chiarire la posizione del governo sulla questione dell'emittente radicale.

    radio radicale radio radicale

     

     

    1. RADIO RADICALE LA SVOLTA: DI MAIO CEDE E LA SALVA

     

    Patrizia De Rubertis per il “Fatto quotidiano

     

    Nella battaglia intestina del governo gialloverde, la Lega si appunta sul bavero un' altra medaglietta: quella del salvataggio di Radio Radicale. Lunedì pomeriggio, quando si riuniranno le Commissione Finanze e Bilancio della Camera per votare il dl Crescita, sul tavolo finirà anche un emendamento condiviso dai due partiti di maggioranza che dovrebbe prorogare di un altro anno il fondo dell' editoria e il cui taglio slitterebbe così al 2020. Ossigeno, quindi, per la radio fondata nel 1976 da Marco Pannella e per tutte le altre storiche testate locali a rischio chiusura per la crisi del settore.

    grillo e crimi grillo e crimi

     

    Così, dopo mesi in cui Vito Crimi, sottosegretario M5s con delega all' Editoria, si è battuto per non prorogare la convenzione stipulata nel 1994 con Radio Radicale e che ha permesso alla storica emittente radiofonica di ottenere un finanziamento da 10 milioni di euro l' anno, lo stesso ministro dello Sviluppo economico che ha la competenza della convenzione ha fornito la soluzione.

     

    Secondo quanto riportato ieri da Repubblica, sarebbe infatti Di Maio il promotore del testo che concede a Radio Radicale il finanziamento poi finito nel dl Crescita. Del resto il vicepremier M5s già il sabato prima delle Europee aveva chiaramente lasciato intendere che si sarebbe occupato del salvataggio di Radio Radicale: "Una soluzione si può trovare, partendo però da un presupposto e cioè che non possiamo dare milioni a un' unica radio e lasciare le altre sul mercato".

     

    Dalle parole ai fatti. M5s ha depositato, d' accordo con la Lega, una mozione che di fatto salva Radio Radicale ma che punta a non rinnovare la concessione senza una vera gara, digitalizzando però gli archivi della radio "che rappresentano una risorsa preziosa". Anche perché lo Stato italiano lo ha finanziato fino ad oggi, per quasi 30 anni, con 250 milioni di euro.

     

    Ed anche se nelle prossime ore dovesse riaprirsi la partita tra gli alleati di governo, il più è ormai fatto e indietro difficilmente si potrebbe tornare: sul dl Crescita il governo sta valutando l' ipotesi di mettere la fiducia alla Camera. Si tratta del primo voto blindato dopo le tensioni delle ultime ore. Una sorta di tregua armata tra Salvini e Di Maio che possono sostenere solo ingoiando un po' di rospi a vicenda. E nel caso di Radio Radicale a ingoiarlo è stato il vicepremier Luigi Di Maio.

    radio radicale logo radio radicale logo

     

    Oggi, intanto, al Senato verranno votate 5 mozioni presentate dalle opposizioni, dal Pd a Forza Italia, dalla Svp a Fratelli d' Italia, che hanno continuato a battersi per il salvataggio di Radio Radicale. Testi fotocopia che prevedono che le imprese private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale mantengono il diritto ai contributi previsti dalle norme sulle provvidenze all' editoria. Ma le mozioni non serviranno non solo perché rappresentano solo un impegnano del governo a occuparsi di un tema. L' accordo per il salvataggio di Radio Radicale è stato trovato. E a cedere ci ha già pensato Di Maio.

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