MEDIA, COMINCIATA TRATTATIVA AL CAIRO, 'MANCANO PROGRESSI'
I TUNNEL DI HAMAS
(ANSA) - TEL AVIV, 05 MAG - I leader di Hamas hanno cominciato al Cairo la seconda giornata di trattative con i mediatori di Egitto e Qatar, ma rappresentanti della fazione islamica hanno denunciato la "mancanza di progressi". Hamas è arrivata al Cairo - ha detto, citato dai media israeliani, uno dei suoi rappresentanti - con la determinazione di raggiungere un accordo "ma non ad ogni prezzo". "Una intesa - ha aggiunto - deve mettere fine alla guerra e portare fuori da Gaza l'Idf. Israele ancora non si è impegnato". Israele è fermo sulla sua posizione di non porre fine alla guerra e di non ritirarsi dalla Striscia.
attacco di hamas del 7 ottobre 2
GOVERNO ISRAELE VOTA STOP AD ATTIVITÀ AL JAZEERA NEL PAESE
(ANSA) - TEL AVIV, 05 MAG - Il governo israeliano ha votato all'unanimità la chiusura delle attività dell'emittente del Qatar al Jazeera in Israele. Lo ha fatto saper lo stesso premier Benyamin Netanyahu. Già in precedenza era stata approvata dalla Knesset la legge relativa, ora la ratifica.
HAMAS, IL BILANCIO DELLE VITTIME A GAZA SALE A 34.683
(ANSA-AFP) - ROMA, 05 MAG - Sono saliti a 34.683 i morti nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il ministero della Sanità di Hamas.
AL JAZEERA
SVENTATO UN TENTATIVO DI ATTACCO A GERUSALEMME
(ANSA) - TELAVIVA, 05 MAG - Un tentativo di attacco è stato sventato nella zona della Città Vecchia di Gerusalemme. Lo riportano media israeliani. A uno dei cancelli d'ingresso al Monte del Tempio, gli agenti di polizia hanno notato una giovane donna che ha destato i loro sospetti con la mano sotto un copricapo. L'hanno interrogata chiedendole di mostrare la mano e al suo rifiuto hanno avviato la procedura di arresto sospetto. A quel punto la giovane donna ha estratto un coltello. Gli agenti di polizia e i soldati dell'Mgb l'hanno fermata. Non ci sono state vittime tra le forze dell'ordine. La settimana scorsa, un agente di polizia è stato accoltellato vicino alla Porta di Erode, sempre nella Città Vecchia, da un cittadino turco poi colpito dalla polizia e morto per le ferite.
benjamin netanyahu itamar ben gvir
LA «VITTORIA TOTALE» O UN CESSATE IL FUOCO? IL GOVERNO IN BILICO SUI PROSSIMI PASSI
Estratto dell’articolo di D. F. per il “Corriere della Sera”
Quando ancora mancano le conferme, quando ancora sono solo voci, «una fonte politica di alto livello» decide di aggiungere la sua, mentre per gli israeliani non è finito Shabbat e il governo di solito mantiene il silenzio. La formula è quella usata dai giornalisti locali per identificare il premier Benjamin Netanyahu che, all’apparenza anonimo, ribadisce: «Qualunque sia l’intesa, noi invaderemo Rafah».
Il Palazzo di Al Jazeera e AP distrutto dalle bombe
Un’uscita che gli analisti giudicano scomposta ad accordo che resta da delineare e che Benny Gantz definisce isterica: «Restiamo calmi». L’ex capo di stato maggiore ha lasciato l’opposizione per entrare nel consiglio di guerra ristretto, sa che qualunque decisione finale deve passare nella stanza dove siede con Netanyahu e Yoav Gallant, il ministro della Difesa. Sa anche che la cosiddetta «fonte politica di alto livello» ha bisogno di ripetere fino all’ultimo minuto che il conflitto andrà avanti.
BENNY GANTZ
[…] pochi giorni fa gli alleati più estremisti di Bibi, com’è soprannominato il premier, lo hanno minacciato di far saltare il governo. Itamar Ben-Gvir ha dichiarato che il primo ministro gli ha promesso di non accettare «accordi sconsiderati». Mentre Bezalel Smotrich, anche lui capo dei coloni e ministro, ha invocato «l’annientamento di Rafah». O la cittadina sul confine dell’Egitto viene ridotta in macerie come il resto della Striscia […] o a finire in macerie è la coalizione.
itamar ben gvir
[…] Netanyahu è un compulsatore di sondaggi. Sa che Gantz lo travolgerebbe in un eventuale voto anticipato, il premier più longevo nella Storia di Israele era risalito di qualche punto dopo il raid in risposta al bombardamento iraniano, il divario tra i due leader è già tornato ad allargarsi. In carica per 13 degli ultimi 15 anni, ha conquistato più mandati di tutti e «vittoria totale» a Gaza è diventato lo slogan da far girare durante la campagna militare che per lui è già campagna elettorale. Accompagnata dall’altra parola d’ordine: «Rafah». Sussurrata anonimamente o proclamata negli incontri con i militari.