I CAPI DI STATO ALLA CORTE DEI SUPER RICCHI
Federico Fubini per il ''Corriere della Sera''
Da oggi a venerdì, settanta leader politici vanno a Davos a visitare quelli che vivono sei mesi di più. Raj Chetty, un economista di Stanford, di recente ha calcolato che chi è al vertice della scala dei redditi - il top del «top 1%», con entrate annue dai cinque milioni di dollari in su - in genere sopravvive in vecchiaia circa sei mesi più a lungo anche dei semplici ricchi da due milioni l' anno. Questi ultimi a loro volta resistono più di quelli da un milione e giù fino a chi non guadagna nulla e muore, in media, quindici anni prima di chi è al vertice.
party davos
Questa élite del «top 1%» - speranza di vita media, 87,3 anni - sta per ritrovarsi a 1.600 metri di altitudine a Davos attorno a coloro che sono stati eletti per rappresentare tutti gli altri. Al World Economic Forum del 2018 è annunciato il numero record di 340 fra presidenti, primi ministri, leader di organismi internazionali, ministri e re come Felipe di Spagna o Abdullah di Giordania.
Più che un vertice, negli ultimi giorni è sembrata una gara fra politici ad annunciare la propria presenza non appena ciascuno di loro è venuto a sapere di quella del proprio collega e rivale: arriverà Donald Trump dagli Stati Uniti (a meno che lo shutdown non lo induca a cambiare idea), ma prima di lui sfileranno di fronte alla folla di Davos il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel, i loro colleghi di Irlanda, Norvegia, Danimarca, di dieci Paesi africani, oltre ai presidenti di Argentina e Brasile Mauricio Macri e Michel Temer, i premier di Canada e Regno Unito Justin Trudeau e Theresa May, e quello indiano Narendra Modi.
davs
La Cina, star dell' edizione 2017 con il presidente Xi Jinping, quest' anno si limita a Liu He, un membro del politburo del partito (pudicamente descritto come «componente dell' ufficio politico»).
Dall' Italia, con una decisione presa quasi all' ultimo, il premier Paolo Gentiloni ha fatto sapere che ci sarà. Con lui il presidente della Commissione Ue, Jean-Paul Juncker. Non tutti questi leader erano frequentatori abituali di Davos. E in fondo sembra paradossale un tale affollamento di figure elette dai ceti medi in una conferenza nella quale il patrimonio dei 433 attesi a parlare è stimato - da WealthInsight - in 414 milioni di dollari per ciascuno.
Paradossale lo è senz' altro, se accostato ai motti del programma ufficiale: si parla di «creare un futuro condiviso in un mondo spezzato», di «superare le divisioni nella società» e soprattutto di «produrre uno sviluppo sostenibile e inclusivo». I leader ne parleranno con centinaia di banchieri dai patrimoni a nove cifre (inclusi quelli di Goldman Sachs o JpMorgan) e dodici miliardari fra i quali Bill Gates di Microsoft e Jack Ma di Alibaba.
davos pupazzi di neve
Spiazzante, per chi guarda da fuori. Questa è una generazione di politici cresciuta promettendo molto al «Forgotten Man», l' uomo medio schiacciato dalla Grande recessione, dalle fabbriche rumene, cinesi o messicane e dalle tecnologie che sostituiscono l' opera umana. Invece i due insiemi, politici e «top 1%», a Davos si confondono e sovrappongono persino: fra i 12 miliardari attesi figura non solo Trump (patrimonio, 4,5 miliardi di dollari), anche il presidente ucraino Petro Poroshenko (1,6 miliardi).
GENTILONI TRUDEAU
Poi però uno guarda bene la lista dei presenti, e sospetta che questa promiscuità in fondo sia terribilmente logica. La concorrenza fra Paesi per catturare investimenti si sta facendo più feroce ed è salita di grado: prima bastava che un imprenditore ne chiamasse un altro; poi è iniziata a servire la telefonata di un ministro; e oggi è durissima attrarre capitali esteri senza l' intervento diretto del capo politico di un Paese. Così i leader si trasformano in lobbisti di ultra-lusso. Costretti ad ascoltare le richieste, mai disinteressate, dei loro interlocutori.
2. DAVOS, SUSPENCE A WEF FRA CAOS NEVE E INCOGNITA TRUMP
Domenico Conti per l’ANSA
Ci sono quasi tre metri di neve ad attendere delegati, politici e businessmen che già oggi stanno arrivando a Davos. Con il risultato che il World Economic Forum più scottante del decennio - con il probabile confronto fra Donald Trump e i 'globalisti' che qui sono a casa, parte già in salita a causa del maltempo e promette suspence: incerti i tempi d'arrivo, con il rischio valanghe lungo la strada da Zurigo, incerta ora persino la partecipazione di Trump a causa dello 'shutdown' al bilancio Usa.
jet privati all aeroporto di zurigo
Stando ai bollettini la neve raggiunge i 289 centimetri sulle piste, supera il metro e mezzo all'altezza dei resort già svuotati dagli sciatori: il caos è assicurato, con il treno da Zurigo interrotto causa neve, il traffico per raggiungere Davos aggravato dal montaggio delle catene di chi arriva in auto.
E chi ha scelto l'affidabile Sbb, la ferrovia elvetica, è costretto a scendere a metà tragitto da Zurigo e prendere un lento autobus. Nulla di nuovo per i cittadini di Davos, abituati a controlli e procedure per la sicurezza maniacali. Ma quest'anno - con la partecipazione di Trump o del premier israeliano Netanyahu, dei sauditi e degli iraniani, di Trudeau e Theresa May, premier italiano Paolo Gentiloni e Angela Merkel - i cecchini vestiti di bianco in cima ai tetti della località sciistica più "geopolitica" del mondo saranno più numerosi e tesi del solito. Le procedure per spostarsi da un posto all'altro più complicate.
TRENO DAVOS
E la neve non aiuterà. Fra i resort, gli alberghi e le case vacanza a prezzi stellari, e la sede iperprotetta del KongressZentrum dove si svolgono gran parte dei lavori, l'attesa è comunque grande: quest'anno ministri, capi di stato e di governi e delegati governativi saranno oltre 340, un record, un esercito di politici che pare intenzionato a rubare la scena agli uomini d'affari e banchieri che tradizionalmente popolano la mega-kermesse sulle nevi svizzere.
Numerosi gli 'special address', a partire da quello di Trudeau martedì, poi del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del presidente francese Macron il giorno dopo. A sorpresa ci sarà Angela Merkel, rimasta in sospeso fino all'ultimo fra le fibrillazioni della 'grosse koalition': con Macron, la cancelliera farà da contraltare a Trump, che a Davos, volenti o nolenti, tutti guardano come il grande evento dell'edizione 2018. L'ultimo presidente Usa a venire era stato Bil Clinton nel 2000, poi più niente.
world economic forum davo
Attesa tanto più forte in quanto Trump, con ogni probabilità, verrà per ribadire la sua spinta protezionistica, l'indebolimento delle istituzioni multilaterali, e spiegare che lui è bene in sella nonostante il Russiagate. Farà un bilancio rose del suo primo anno alla Casa Bianca, che a Davos, l'anno scorso durante l'insediamento, qualcuno presagiva come l'armageddon. Sempre che Trump ci sia, però. Perché è lo stesso staff della Casa Bianca a far sapere che è tutto in forse: colpa delle discussioni sul bilancio federale che potrebbero tenerlo a Wahington proprio venerdì, giorno di chiusura del Wef e del suo atteso intervento.