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    I LIGRESTO’S SENZA ASSICURAZIONE! - SOPABROKER, INCARICATA POCHI GIORNI PRIMA DELLA SCOPERTA DEL “PAPELLO” DI NAGEL, NON TROVO’ UNO STRACCIO DI COMPAGNIA CHE VOLESSE ASSICURARE I LIGRESTI PER LA RESPONSABILITA’ CIVILE DEGLI AMMINISTRATORI DI PREMAFIN - LE CONTROLLATE RISCHIANO IL CRAC E IL ‘’CORRIERE’’ AUGURA AFFETTUOSAMENTE ALLA “FAMILY” UN FUTURO DA GARAGISTI A MILANO…


     
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    Mario Gerevini per "Corriere.it"

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    Porte chiuse, sbarrate. Nel pieno della bagarre, Giulia Ligresti e il consiglio di amministrazione di Premafin volevano una copertura assicurativa per la responsabilità civile degli amministratori. Non hanno trovato nessuno che gliela facesse. Neanche una compagnia di serie C, di quelle che raccolgono le briciole lasciate dai grandi gruppi. E loro, i Ligresti, erano i padroni del terzo gruppo assicurativo italiano. La Premafin aveva ancora il controllo di Fondiaria Sai quando a maggio diede l'incarico a un broker, la Sopabroker, di negoziare sul mercato un paracadute assicurativo a favore di amministratori, dirigenti e sindaci (polizza «D&O»).

    Giulia LigrestiGiulia Ligresti

    Le inchieste (Procura, Consob) incalzavano e di lì a poco sarebbero fallite le società a monte di Premafin (Sinergia e Imco). Ecco come la questione viene affrontata il 7 maggio in consiglio di amministrazione.

    «Verificato che la società in passato non ha proceduto a stipulare polizze per la copertura dei danni conseguenti ad un atto illecito degli amministratori (...) sono stati assunti contatti con Roberto Losa - dice Giulia Ligresti, presidente e amministratore delegato - responsabile della unit Financial Line di Sopabroker. Losa ha esperito le opportune ricerche sul mercato, concludendo che il mercato assicurativo non ha dato attualmente disponibilità a valutare una copertura D&O per Premafin.

    Il dott. Losa - prosegue la figlia di Salvatore Ligresti - ha peraltro dichiarato che sarà cura di Sopabroker monitorare il mercato e, qualora dovessero emergere possibilità, darne immediata notizia a Premafin». Era il 7 maggio, dieci giorni prima del famoso «foglietto» oggetto del presunto patto occulto sulla buonuscita dell'ingegnere di Paternò.

    LA SEDE DI FONDIARIA SAILA SEDE DI FONDIARIA SAI

    «Immediata notizia»: dà il senso di quanto fossero percepiti i rischi e quanto si sentissero scoperti gli amministratori. Il broker però non troverà uno straccio di polizza. Ieri al telefono l'ha confermato: «Mercato chiuso, troppa incertezza su Premafin». Lo ribadisce la società, dal 19 luglio controllata da Unipol ma con il cda «ligrestiano» in prorogatio fino alla prossima assemblea di settembre: «Non c'è alcuna polizza».

    PAOLO LIGRESTIPAOLO LIGRESTI

    Eppure la Sopabroker deve essersi data parecchio da fare sul mercato considerando che la moglie di Paolo Ligresti, Barbara De Marchi, residente a Lugano, è uno degli amministratori e altri dirigenti appartengono a quella cerchia di amici e parenti che la famiglia piazzava ovunque nel gruppo o nei satelliti.

    Questa società di brokeraggio, per esempio, posseduta al 77% dalla fiduciaria preferita dei Ligresti, aveva un ottimo contratto con Citylife, la società titolare della riqualificazione dell'ex Fiera di Milano. E in Citylife fino a un anno fa ha avuto una quota rilevante la famiglia Ligresti. Poco dopo la sua uscita è partita la lettera di revoca dell'incarico alla Sopabroker che poi è parzialmente rientrata con un sacrificio di 60 mila euro di commissioni.

    Giulia Paolo Jonella e Salvatore LigrestiGiulia Paolo Jonella e Salvatore Ligresti

    Adesso il gruppo non c'è più e molti satelliti parassiti (immobiliari, finanziari, assicurativi) sono in difficoltà. E non è tuttora chiaro dove finisca il perimetro del gruppo Ligresti dal momento che la famiglia ha fatto un uso bulimico di fiduciarie (la Compagnia fiduciaria su tutte) e professionisti di comodo. Le società fantasma sono decine e di molte ha le chiavi un settantaseienne che si chiama Nello Miscia.

    Salvatore LigrestiSalvatore Ligresti

    Fuori dalla nebulosa, dalle assicurazioni e dalle holding fallite (Sinergia e Imco) resta un'unica partecipazione intestata direttamente ai quattro membri della famiglia. È la società che controlla due parcheggi sotterranei in centro a Milano. Business tranquillo, fatturato discreto, posto macchina garantito per tutta la famiglia. Male che vada...

     

     

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