Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per “la Repubblica”
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«Ma queste meraviglie sono anche un dolore vertiginoso, che intreccia la grandezza greca con i grezzi resti dell'antichità». Sono i versi di On Seeing the Elgin Marbles, che il poeta romantico John Keats scrisse nel 1816, anno in cui i contesissimi Marmi del Partenone vennero acquisiti dal British Museum ed esposti a Londra: il fascino del Sublime, adombrato dal dibattito nella capitale britannica da allora mai scemato.
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Ma se ora gli "Elgin Marbles" del British tornassero davvero ad Atene? L'annosa questione tra Regno Unito e Grecia potrebbe trovare una soluzione, dopo alcuni «incontri top secret» nel cuore di Londra: prima all'ambasciata greca del ricco quartiere di Mayfair e poi, la settimana scorsa, in un albergo a cinque stelle dell'altrettanto opulento Knightsbridge. Dove, secondo il quotidiano ellenico Ta Nea, sarebbero convenuti addirittura il primo ministro greco, Kyriakos Mitsokatis, e il presidente del British Museum ed ex Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne.
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Le parti fanno sapere che si tratta di «colloqui preliminari». Ma certo non era mai spirato tanto ottimismo da Atene sui marmi trafugati e trasportati a Londra da Lord Elgin, ambasciatore britannico nell'Impero ottomano in bancarotta e afflitto dalla sifilide: 75 metri sottratti, anche violentemente, dei 160 totali del lungo e preziosissimo fregio dell'antica meraviglia classica del V secolo a.C. sull'Acropoli dedicata alla dea Atena, con i quali Elgin voleva ornare la sua villa in Scozia.
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Alla fine, gli "Elgin marbles" vennero acquisiti dal British Museum, ed eccoci qui dopo due secoli a riparlare di questa infinita diatriba. Ora però ci sono alcuni segnali che qualcosa potrebbe cambiare nel prossimo futuro. Nei giorni scorsi ci sono state trattative segrete a Londra. Secondo le autorità greche, la possibilità che un giorno i marmi possano tornare ad Atene non è solo "eccitante, ma anche concreta". […]
Del resto, come sottolinea l'Observer, lo scorso agosto il vicedirettore del British, Jonathan Williams, aveva detto che il museo «era pronto a cambiare la temperatura del dibattito», annunciando nuovi colloqui. Soprattutto dopo che l'Unesco aveva esortato a risolvere il problema a livello internazionale e politico. […]
george osborne kyriakos mitsotakis