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    POLIZIA BURRO E PARMIGIANO - I MEDIA DI TUTTO IL MONDO SI COMMUOVONO PER LA STORIA DEI POLIZIOTTI ROMANI CHE CUCINANO LA CENA A DUE VECCHIETTI SOLI E DISPERATI, JOLE E MICHELE - I VICINI HANNO CHIAMATO IL 112 DOPO AVER SENTITO URLA E LAMENTI. MA GLI AGENTI INVECE DI PREDISPORRE UN TSO HANNO APPARECCHIATO LA TAVOLA


     
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    Nunzia Clemente per www.dissapore.com

     

    Schiamazzi, lamenti, urla. Polizia. In una calda notte d’agosto, in un ordinario palazzo del quartiere Appio, a Roma, i vicini sentono lamenti e urla provenire dall’alloggio di due anziani coniugi.

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    Pianti, urla e lamenti sono così strazianti che gli inquilini dello stabile temendo il peggio decidono di chiamare le forze dell’ordine: le urla provengono proprio dall’appartamento dei due anziani, e il sospetto che qualcosa di grave stia accadendo si fa sempre più strada.

     

    Le forze dell’Ordine arrivano puntuali, pronte a stanare qualche topo d’appartamento colto in flagrante dall’anziana coppia, o al limite a sedare una normale diatriba familiare, sempre possibile dopo decenni di convivenza.

     

    Ma la scena che si presenta davanti agli occhi degli increduli poliziotti è di tutt’altro tenore.

     

    Aperta la porta dell’appartamento, infatti, non si trovano sulla scena di un furto finito in tragedia o di qualche altro efferato delitto, ma a qualcosa di ben diverso. Peggiore, forse

     

    I poliziotti si trovano davanti a Jole, 89 anni, e Michele, 94. Insieme. Soli.

     

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    Soli nel caldo asfissiante d’agosto, con la sola Tv a far loro compagnia. Desolazione, solitudine e tristezza sono gli intrusi che tanto dolore hanno causato ai vecchi coniugi, facendoli singhiozzare al punto da allertare i vicini.

     

    Una scena triste e dolorosa, che avrebbe potuto concludersi con la classica chiamata, da parte dei poliziotti, dell’ambulanza di turno, affinché trasportasse i due poveretti all’ospedale dove, in modo efficiente e asettico, medici e infermieri si sarebbero accertati delle loro condizioni di salute per poi restituirli alla solitaria vita di sempre.

     

    Ma la storia, il cui finale sembrava scontato, è andata diversamente.

     

     

     

    Perché i poliziotti, invece di limitarsi a chiamare un’ambulanza, si sono prima diretti lesti lesti verso la dispensa e da lì hanno preso un pacco di spaghetti.

     

    Poi hanno aperto il frigo e, con le poche cose trovate, si sono messi a cucinare un bel piatto di pasta al burro e Parmigiano per tutti, approntando così una spaghettata a quattro da gustare in compagnia.

     

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    Ecco, questo è stato l’aiuto dei poliziotti: un piatto di spaghetti mangiati tutti assieme.

     

    Non un semplice controllo, non un’efficiente e asettica corsa verso l’ospedale più vicino, ma un momento di umanità.

     

    Un momento di compagnia, di spensieratezza, di convivialiatà insieme a due anziani coniugi dimenticati nel loro appartamento da parenti intenti a godersi le meritate vacanze, soli con i loro ricordi nel caldo insostenibile dell’estate romana.

     

    Hanno offerto un piatto di spaghetti conditi dalla dignità, dalla comprensione, dal rispetto che tutti, impegnati a godersi le vacanze, avevano dimenticato di poter tributare a Jole e Michele (mandando tra l’altro in tilt le redazioni dei principali media internazionali che hanno copiosamente ripreso la notizia).

     

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    E questo, possiamo esserne certi, è stato il loro intervento più riuscito.

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