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    I MERCATI PREPARANO LA FESTA ALL’ITALIA – DOPO MOODY’S CHE VEDE PROSPETTIVE NEGATIVE, A WALL STREET CRESCONO I TIMORI PER IL NOSTRO PAESE DOPO L’ADDIO DI DRAGHI E IL PERDURARE DELLA CRISI ENERGETICA - "L'INCERTEZZA POLITICA STA AUMENTANDO" - PER GLI OPERATORI USA, PERÒ, DRAGHI ERA UN GARANTE, ED È PER QUESTO CHE IL VIAGGIO AMERICANO DI METÀ SETTEMBRE DEL PREMIER USCENTE,  VIENE VISTO COME L'OPPORTUNITÀ PER RASSICURARE GLI INVESTITORI A STELLE E STRISCE…


     
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    Francesco Semprini per la Stampa

     

    ITALIA SOTTO LA LENTE DEI MERCATI ITALIA SOTTO LA LENTE DEI MERCATI

    «Wall Street monitora con particolare attenzione la situazione energetica in Europa, per la quale una eventuale crisi vedrebbe l'Italia particolarmente esposta». È questa, in sintesi, la voce dominante sui mercati finanziari americani all'indomani della revisione in difetto del giudizio di Moody' s sull'Italia. L'agenzia Usa, pur confermando il rating Baa3, ha rivisto al ribasso le prospettive da «stabili» a «negative».

     

    Come per la società anche per Wall Street l'annunciato venir meno della presenza di Mario Draghi nel ruolo di premier potrebbe essere un elemento di turbativa, ma l'analisi degli operatori si deve leggere dal prisma della crisi energetica che incombe sull'Europa a causa della guerra russo-ucraina e del contingentamento del gas di Mosca.

     

    Di cui alcuni Paesi sono fortemente dipendenti, come la Germania, considerata il motore d'Europa, il cui rallentamento avrebbe ricadute su tutta l'Eurozona. «Uno scenario - spiegano a Wall Street - in cui l'Italia appare esposta, e in virtù del quale alcuni fondi potrebbero procedere a correzioni o revisioni più o meno marginali delle loro posizioni in merito agli asset del Paese detenuti nel portafogli».

     

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    Ben inteso, i mercati finanziari americani hanno ben altre priorità in questo momento, a partire dall'inflazione. Mercoledì sarà data lettura dell'indicatore di luglio, atteso in rallentamento all'8,7% dal 9,1% per effetto principalmente del calo della benzina, sebbene quello core sia atteso in crescita al 6,1% dal 5,9%. Attorno a questo dato saranno modulate le nuove scelte della Federal Reserve, al cui vaglio c'è un nuovo rialzo compreso tra 50 e 75 punti base, e le indicazioni che giungeranno a fine mese dal summit dei banchieri centrali di Jackson Hole, in Wyoming.

     

    Oltre a questo, ci sono le minacce recessive e la crisi mai risolta delle catene di approvvigionamento. Per gli operatori Usa, però, Draghi era un garante, ed è per questo che il viaggio americano di metà settembre del premier uscente, in occasione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, a una settimana circa dal voto delle politiche, «viene visto come l'opportunità per rassicurare gli investitori a stelle e strisce sulla solidità dei fondamentali del Paese».

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    Rispetto, appunto, a quanto detto da Moody' s secondo cui per l'Italia ci sono «rischi materiali sulle prospettive di crescita legati all'esecuzione del Pnrr e alle forniture energetiche». Constatando i progressi effettuati di recente sul fronte dei conti pubblici, Moody' s ha osservato come «la fine del governo Draghi e le elezioni anticipate del 25 settembre 2022 aumentano l'incertezza politica». A fine luglio anche S&P aveva espresso cautela portando l'outlook da positivo a stabile. Per Fitch, la terza principale agenzia di rating, non ci sono invece implicazioni a breve termine (la volatilità politica è già scontata nel rating "BBB" con outlook stabile) e il Pnrr «resterà una priorità per qualsiasi governo, di qualsiasi colore». -

    draghi draghi

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