Giuseppe Gaetano per www.corriere.it
IL POST FACEBOOK IN CUI GLORIA BURINI SCRIVE CHE I MIGRANTI ANDREBBERO ANNEGATI
I migranti «andrebbero annegati al largo». A scriverlo su Facebook non è uno skinhead esaltato dalla politica di respingimenti, ma una dottoressa in servizio al pronto soccorso di Spoleto, in provincia di Perugia.
Frasi rabbiose, dettate da un livore ingiustificabile, in cui si insinua che la scabbia (riscontrata recentemente in quasi tutti i migranti della Diciotti) sia in rapporto diretto con dei presunti abusi sessuali consumati dai profughi.
Sul social network il profilo del medico è improvvisamente scomparso, ma lo screenshot del suo commento è stato salvato da diversi utenti, tra cui la blogger Selvaggia Lucarelli, che l'ha ricondiviso scatenando la gogna mediatica.
IL TWEET DI SELVAGGIA LUCARELLI CONTRO GLORIA BURINI
Sul capo della dottoressa - che in questi giorni non è al lavoro ma in ferie - è piovuta una prevedibile raffica di critiche, a cominciare dal direttore sanitario dell'ospedale Luca Sapori: «Espressioni inaccettabili».
L'Usl umbra ha immediatamente formalizzato l'avvio di un procedimento disciplinare nei suoi confronti, inviandole una «richiesta di chiarimenti». «Ora seguiranno i passi successivi previsti dalla legge» annuncia il direttore generale dell'azienda sanitaria, Imolo Fiaschini, che si è rifiutato di commentare le parole del medico: «Mi pare superfluo» ha chiosato laconico.
I MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTI
Non è sembrato superfluo invece all'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, che dichiara di aver «appreso con sgomento» delle «assurde e vergognose frasi razziste»: «Affermazioni di questo genere, che non rispettano la dignità delle persone - scrive anche lui su Facebook -, non sono mai tollerabili e risultano ancora più gravi se fatte da chi ricopre certi ruoli e dovrebbe essere impegnato a garantire un servizio pubblico essenziale, come la tutela della salute».
LUCA BARBERINI
«La sanità umbra è un'eccellenza al livello nazionale - sottolinea - e si è sempre contraddistinta per la grande professionalità, umanità e solidarietà dei suoi operatori: questa storia rappresenta un caso isolato, che non scalfisce in alcun modo questi valori, che continueremo a promuovere a tutti i livelli».
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