Francesco Moscatelli per "La Stampa"
salvini zaia 1
Tira una brutta aria sul Consiglio federale convocato per oggi in via Bellerio. Da Nord Est soffia un vento freddo, quasi gelido, che nasce intorno alla base del partito e nei territori (da sempre due parole sacre del vocabolario leghista) e che batte dritto sul bavero della giacca del segretario.
matteo salvini luca zaia e le ciliegie 1
Dopo che la Lega ha contribuito alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, in Veneto il malcontento ha assunto forme finora mai viste: scritte contro Salvini sui jersey di cemento delle rotonde che da Ponzano Veneto portano a Treviso, messaggi rabbiosi sulle chat dei militanti, insulti e frasi sulle pagine Facebook degli eletti.
Gian Paolo Gobbo
«Non c'era la possibilità di esprimere un candidato nostro e pensare di avere la leadership del centrodestra è stato un po' troppo semplicistico» dice con il tono di quello che non vuole infierire Gian Paolo Gobbo, segretario della Lega Veneta dal 1998 al 2012 e oggi «semplice militante».
Umberto Bossi Gian Paolo Gobbo
«La nostra gente si è inacidita per come il segretario ha gestito la partita del Quirinale - confessa un altro big del partito, che chiede di restare anonimo - Voleva fare da kingmaker, o come diavolo si dice, e invece è rimasto col cerino in mano. Se poi consideriamo che i due nomi bruciati dal centrodestra in questa folle partita quirinalizia sono quelli dei veneti Casellati e Nordio...».
matteo salvini e giancarlo giorgetti 8
Non sarà il fastidio più grande che affligge in queste ore il Capitano - alle prese con la necessità di una "messa a punto" dell'attività del governo, con i mal di pancia del ministro Giancarlo Giorgetti e con l'altrettanto complicata questione di rivedere i rapporti con gli (ex?) alleati di Fratelli d'Italia e Forza Italia - ma sicuramente quello che sta succedendo in Veneto non deve fargli piacere.
salvini e zaia
Certo, la Lega non è scalabile e Salvini controlla le segreterie provinciali e i gruppi parlamentari in modo granitico, ma ormai il conto alla rovescia verso le prossime elezioni politiche è partito e molti cominciano a fare due conti. Il malumore è direttamente proporzionale alla distanza dai vertici: i più arrabbiati sono gli amministratori locali.
Claudio Sartor Luca Zaia
«C'è tanto scontento perché scegliere Mattarella ha spiazzato tutti - riflette Claudio Sartor, sindaco di Cornuda, pur riconoscendo a Salvini il merito di aver rifondato un partito che era collassato al 3%.
«È inutile girarci attorno: Mattarella non è un volto che piace qui da noi. Se i nostri leader venissero a farsi un giro fra piazze, osterie e sagrati delle chiese capirebbero di cosa sto parlando. Ho la tessera dal 1992 e mi dispiace perché stiamo perdendo fiducia dei nostri elettori a un anno dal voto».
matteo salvini vota
«Questa elezione è stata un disastro - conferma Marcello Bano, primo cittadino di Noventa Padovana, che in questi giorni rischia di essere espulso dal partito per aver detto la sua sul prossimo candidato sindaco di Padova - Nessuno vuole fare sgambetti a Salvini, ma è arrivato il momento di ricucire il distacco fra il territorio e ciò che succede a Roma.
luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana
Qualcuno vorrebbe cacciarmi perché ho detto che i sindaci li devono scegliere i territori. Mi hanno risposto che è Roma a decidere. Davvero? Una volta nella Lega una frase del genere sarebbe stata una bestemmia.
Deve finire la stagione del leaderismo e dei social network, abbiamo visto dove ci hanno portato. Non ci si ritrova più, non si discute più: bisogna ripartire dai congressi. Abbiamo riaperto cinema e ristoranti, quanto dobbiamo ancora aspettare per riconvocare i nostri militanti?».
Luca Zaia - Fulvio Pettena
Sul tavolo delle tensioni fra Salvini e il Nord Est, oltre alla questione del commissariamento delle segreterie locali, in questi mesi ci sono anche molti altri faldoni. Quello su cui si è depositata più polvere è quello dedicato all'autonomia.
«Tre anni fa il popolo si è espresso con un referendum dicendo che vogliamo avere la possibilità di spendere i nostri soldini visto che lo sappiamo fare abbastanza bene - sintetizza Fulvio Pettenà, ex presidente del Consiglio provinciale trevigiano e storico "Zaia boy" -. Qui siamo gente pratica, gente abituata a fare le cose e a risolvere i problemi. Detto in tutta franchezza di un partito nazionale e dello stretto di Messina ci interessa poco».
salvini zaia
L'altro tema, che in fondo riguarda sempre la preoccupazione per ciò che accadrà nelle urne, è quello dell'atteggiamento avuto dai vertici del partito su vaccini e Green Pass. Gli imprenditori e le partite Iva, il bacino elettorale naturale della Lega nel Nordest, volevano avere più garanzie possibili per continuare a lavorare, gli uomini di Salvini invece hanno flirtato troppo con i No Vax è l'accusa.
zaia salvini
A sentire le folate gelide che arrivano da Treviso e dintorni sono anche i cinquanta deputati e senatori eletti dalla Lega in Veneto. Vengono considerati troppo allineati al Capitano, una "castina" poco attenta alle richieste del territorio e poco presente. Prima del Quirinale c'era già stato un forte momento d'attrito sui fondi del Pnrr, sfociato in uno scontro aperto fra i parlamentari e il sindaco di Treviso Mario Conte. I diretti interessati hanno poca voglia di parlare.
mirco badole Matteo salvini
«Ho scritto il nome di Mattarella senza troppi patemi d'animo anche se ero il primo a non essere particolarmente contento» confessa a denti stretti il deputato bellunese Mirco Badole. Gli occhi di tutti sono puntati sul governatore Luca Zaia. Ma il Doge, come sempre quando si parla di politica, tace. Una sfinge «più dorotea che leghista». «Sa tutto e sente tutti - racconta chi lo conosce bene con una punta di perfidia -. Ma Zaia è un tecnico e poi è abituato a stare in seconda fila e a saltare sul carro di chi vince».
Inutile cercare qualche commento ufficiale anche al K3, sede provinciale trevigiana della Liga Veneta. Negli uffici dell'area industriale di Villorba non c'è nessuno. Sulle scale dipinte di verde padano pallido, accanto alle foto di Salvini sorridente e ai mini totem con le regole anti-Covid, tutto è silenzioso e immobile.
LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI
L'unica cosa che si muove sono le bandiere appese all'esterno: quella rossa e gialla con il Leone di San Marco sventola, quella bianca con la scritta "Lega Salvini premier" è tutta arrotolata su se stessa. Un altro brutto scherzo del vento che soffia da Nord Est.
salvini zaia 2
GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI
LUCA ZAIA MATTEO SALVINI