S.U. per il Corriere della Sera
cate blanchett
La felicità, la commozione, persino lo stupore di Pierfrancesco Favino, vincitore con Padrenostro di cui è anche co-produttore (e dove recita la sua figlia più piccola, Lea) e che uscirà il 24 settembre per Vision : «Questo premio, uno dei più importanti del mondo, è un punto d' arrivo che non ho neanche mai sognato. Che arrivi per un film dove ho messo le mie energie non solo come attore fa ancora più piacere. Il cinema può essere un modo di scrivere una storia d' amore».
La delusione di Rai Cinema per il mancato riconoscimento ai tre titoli in gara: Notturno di Gianfranco Rosi, Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, Le sorelle Macaluso di Emma Dante. «Pur consapevoli che i verdetti delle giurie vanno accettati con serenità non possiamo non essere dispiaciuti e un po' delusi perché i tre film da noi coprodotti non sono stati considerati come forse meritavano», il commento dell' ad Paolo Del Brocco.
del brocco
Ha due facce la reazione al verdetto della giuria guidata da Cate Blanchett (con lei Matt Dillon, Veronika Franz, Johanna Hogg, Nicola Lagioia, Christian Petzold, Ludivine Sagnier). Un verdetto frutto di lunghe trattative: si è discusso e anche molto. E alla fine la presidente ha trovato la sintesi. «Non eravamo sempre d' accordo ma tutti erano aperti alla discussione e alla fine erano convinti della scelta». La divina Cate assicura che i nostri titoli sono stati presi in considerazione. «Abbiamo lavorato con cuore e mente aperti. È molto doloroso e difficile il lavoro di scelta e avremmo voluto altre tre categorie per premiare altri film, compresi quelli italiani.
notturno di gianfranco rosi
Per esempio ho amato molto le attrici de Le sorelle Macaluso. Tutti noi abbiamo rispetto profondo per Gianfranco Rosi e ne ammiriamo il suo cinema. La decisione di escluderlo è stata difficile tanto che volevamo creare un premio speciale per lui».
Lo scrittore Lagioia rilancia. «Abbiamo scelto i film che parlano del nostro tempo, un periodo molto complicato, non soltanto per il Covid. Dear comrades di Konchalovsky arriva dal passato e Nuevo Orden di Michel Franco sembra venire da un futuro distopico, eppure entrambi parlano al nostro presente. Pensate a Nomadland.
le sorelle macaluso
Se John Steinbeck avesse dovuto reinventare Tom Joad di Furore forse sarebbe stato uno di quei nomadi. Un film di una regista giovane, un auspicio per il futuro. Favino lo abbiamo visto incarnare Craxi, poi Buscetta, adesso con Padrenostro gli anni '70. Si è caricato sul corpo una parte della storia recente di questo Paese». Una Coppa Volpi che ha già il sapore di un premio alla carriera.
susanna nicchiarelli
Esordio fortunatissimo per Castellitto jr, premiato in Orizzonti per la sceneggiatura della sua opera prima che ha anche interpretato. «La vita non ha un genere preciso. A volte fa ridere. A volte no. Quando scrissi il film, avevo 22 anni, e sapevo solo questo. I Predatori è un film di personaggi. A loro dedico il premio. Soltanto legittimando chi non la pensa come noi, troveremo la forza di reinventare il futuro. È nel superamento delle resistenze che i simboli nascono e le metafore avvengono. La pace presuppone lo scontro. La verità è un' avventura. Il resto è noia, presunzione e morte».
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