Estratto dell’articolo di Daniele Castellani Perelli per "la Repubbllica"
Ludivine Daoudi con il cappello nazist della luftwaffe
Ma lo sapevate che «l'Ucraina finanzia la sua guerra alla Russia con il traffico degli organi»? E che chi si è vaccinato contro il Covid è magnetico?
Lo pensano e lo scrivono alcuni dei candidati dell'estrema destra francese che si sono qualificati per il secondo turno delle legislative di domenica prossima. Fanno parte di una folta armata Brancaleone di rappresentanti che perlopiù, in questo momento, sono in testa nelle loro circoscrizioni.
Sono complottisti, razzisti, antisemiti e anti-islamici, negazionisti climatici e fan di quell'Oas che spargeva il terrore francese in Algeria.
L'ultima "scoperta" per l'opinione pubblica è stata Ludivine Daoudi, candidata nel Calvados, nel Nord, che ieri ha passato una mattinata non esaltante. Sui social è riemersa una sua foto sorridente con il berretto da sottoufficiale nazista, prontamente rilanciata dalla sua rivale di sinistra.
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Scandalo, imbarazzo, e Daoudi è stata costretta a ritirarsi, con il suo partito che ha dovuto ammettere che lo scatto era «di cattivo gusto, sebbene fosse di tanto tempo fa, di prima che madame Daoudi entrasse nel Rn». Fuori uno, dunque, ma poco male : Daoudi, con il 20% e il suo terzo posto, aveva poche chance di vincere il seggio.
Tanti sono i suoi colleghi che guardano invece al ballottaggio con speranza, e nonostante prese di posizioni e incidenti altrettanto gravi e anche più recenti. Monique Becker è attualmente prima in una circoscrizione dei Pirenei atlantici. La settantenne, che ha omaggiato anche il dittatore Franco, ha una grande passione: le milizie paramilitari francesi dell'Oas. Uccisero 3mila persone, perlopiù algerini, ma lei le definisce «una sigla scomparsa nell'onore e nella fierezza del dovere compiuto».
Monique Becker
Primo, nel Finistère, è anche Christian Perez, che sul suo profilo Facebook mette "mi piace" a pagine razziste e islamofobe. Due anni fa, su Twitter, dichiarò anche guerra a Carrefour: sostenne che l'avrebbe boicottato perché il supermercato smise di vendere il settimanale antisemita Rivarol […]. In Côte-d'Or è in testa addirittura con il 45% il suo collega René Lioret, che commentando il video su degli studenti con difficoltà a scuola scrisse un commento razzista: «Non vedo neanche una piccola testa bionda».
Christian Perez
La sua imbattibile ironia si esercitò anche sull'argomento cimici: «Secondo il governo le abbiamo per colpa del riscaldamento climatico. Quindi niente a che vedere con gli arrivi massicci dall'Africa». […]
Un altro candidato amante della battuta razzista è Noël Lude, anch'egli in testa, nelle Côtes-d'Armor. Su Facebook ha ripostato una vignetta di un musulmano davanti alla cassa francese per i sussidi familiari: «Il terzo luogo santo dell'Islam», era scritto sotto.
Thierry Mosca
Stéphanie Alarcon, terza in Alta Garonna, è la candidata che vede la vendita degli organi dietro i missili di Zelensky, ma nel 2022 prevedeva anche una «guerra etnica» in Francia. Proprio per non sembrare razzista come loro, Paule Veyre de Soras, nella Loira, dopo il passaggio del primo turno si è inventata una formula che aggiorna finalmente l'abusata frase «Io? Ma se sono pieno di amici etc etc». «Razzista io? – ha detto Veyre de Soras –. Ma guardate che ho un oculista ebreo e un dentista musulmano. Nel partito abbiamo musulmani, ebrei e spagnoli».
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[…] E se Annie Belle, di Mayenne, è stata condannata per una presa di ostaggi armata, nel Giura infine il 65enne Thierry Mosca si è qualificato anch'egli ma lunedì è emerso che non sarebbe comunque eleggibile, perché è sotto tutela giuridica a causa del suo stato mentale, che gli elettori hanno però premiato con il secondo posto.
L'elenco, messo a punto da Libération e altri media, è lunghissimo. E non include quelli che sono già diventati deputati al primo turno perché hanno ottenuto più del 50%. Tra questi può far sorridere Bruno Clavet, ex modello di biancheria intima e partecipante di X Factor. Meno, invece, quella quindicina di filo-Cremlino come Bruno Bilde, osservatore alle presidenziali russe del 2018, e Julie Lechanteux, osservatrice al referendum di Putin nel 2020. Speriamo non li mettano a capo della Commissione Esteri.
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Christian Perez
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