Estratto dell’articolo di Luigi Grassia per “la Stampa”
CONTI OFFSHORE
Il rapporto diffuso ieri dalla onlus Oxfam sull'evasione e l'elusione fiscale comincia con una citazione di Benjamin Franklin: «A questo mondo niente è certo, tranne la morte e le tasse». Segue un'amara considerazione del premio Nobel dell'Economia Joseph Stiglitz: «I miliardari possono non aver ancora raggiunto l'immortalità, ma di certo sono diventati sempre più abili nello sfuggire al fisco. Negli ultimi decenni la globalizzazione ha creato nuove possibilità di evasione e di elusione, che vengono sfruttate dalle aziende multinazionali e dai ricchi di tutto il mondo».
Purtroppo i governi di sinistra, convertiti alla "terza via" negli anni '90, hanno contribuito potentemente a questa deriva, e la stessa Unione europea ha proposto come virtuosa una concorrenza tributaria fra Stati che di fatto ha favorito i paradisi fiscali.
EVASIONE E ELUSIONE FISCALE DEI MILIARDARI
Quanto ai numeri, il rapporto Oxfam dice che la ricchezza spostata al di là delle frontiere dei Paesi dove è stata prodotta ha raggiunto nel 2022 i 12.000 miliardi di dollari su scala globale, pari al 12% del Pil planetario. Per l'Italia il valore è di 186 miliardi di euro, quasi il 10% del Pil nazionale. Questi dati riguardano sia l'evasione fiscale transfrontaliera (illecita) sia l'elusione, che è formalmente lecita, ma di fatto si basa sullo sfruttamento delle debolezze dei sistemi legali e tributari […]
Tutto questo si legge nella prima edizione del Global Tax Evasion Report, pubblicato dall'Osservatorio Fiscale Europeo e diffuso da Oxfam. Il rapporto mette nel mirino la «contribuzione fiscale irrisoria dei miliardari», che raramente supera lo 0,5% del reddito.
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In apparenza, ma solo in apparenza, le cose sono migliorate nell'ultimo decennio, visto che «grazie all'introduzione dello scambio automatico di informazioni sui conti finanziari» la vera e propria evasione fiscale si è molto ridotta in dieci anni: nel 2013 il 90% dei capitali offshore evadeva le tasse, adesso questo è vero "solo" per il 27%. Ma non c'è stato vero progresso, perché il terreno perso dall'evasione è stato guadagnato dall'elusione.
Gli utili delle multinazionali trasferiti dalle giurisdizioni a tassazione d'impresa medio-alta verso paradisi fiscali societari, è un altro dato del rapporto, hanno raggiunto nell'ultimo anno preso in esame la cifra astronomica di 1.000 miliardi di dollari, equivalenti a circa il 35% di tutti i profitti realizzati fuori dalle giurisdizioni delle relative imprese capogruppo.
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E il fenomeno è particolarmente grave nel continente europeo. Per l'Italia l'ammanco erariale è stimato in quasi 5,3 miliardi di euro.
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Oxfam deplora anche l'indebolimento della "global minimum tax" sulle multinazionali, rispetto al modello inizialmente negoziato: secondo la Ong la nuova versione della norma dimezza, da 270 a 136 miliardi di dollari l'anno, gli introiti attesi, su scala globale, nel primo anno di applicazione dell'imposta. Per l'Italia il gettito atteso (che si manifesterà a partire dal 2025) dalla misura sarà di meno di 500 milioni di euro all'anno a regime.
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