1. IL BRANCO DELLO STUPRO AGGREDITO IN CARCERE SCATTA IL TRASFERIMENTO
Estratto dell’articolo di Riccardo Lo Verso per “il Messaggero”
stupro di gruppo a palermo
[...] I sei giovani detenuti (il settimo e più piccolo si trova in una comunità) per la violenza sessuale di gruppo subita lo scorso 7 luglio da una ragazza di 19 anni sono stati aggrediti verbalmente sin dal loro arrivo nel carcere palermitano Alberto Lorusso.
LE MINACCE
L'asticella degli insulti si è alzata ogni giorno di più. Meglio non correre rischi e trasferire i detenuti altrove, mantenendo il massimo riserbo sulle località prescelte.
Il penitenziario è un microcosmo che rispecchia il sentimento che dilaga nel mondo esterno, dove la vicenda ha provocato disgusto e rabbia. Una rabbia che a volte degenera nell'odio social.
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Ed è per questo che la direzione del carcere Pagliarelli ha chiesto di valutare l'immediato «allontanamento per prevenire possibili azioni destabilizzanti per l'ordine e la sicurezza» di tutti e sei i maggiorenni arrestati. Alla richiesta verrà dato seguito nelle prossime ore. Giusto il tempo necessario al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di individuare in quali carceri trasferire gli arrestati.
La presenza di Angelo Flores, Elio Arnao, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone non è gradita agli altri detenuti. La nota della direzione li definisce genericamente «invisi» alla popolazione carceraria. [...]
I rischi sono stati messi nero su bianco in una relazione di servizio della polizia penitenziaria. Da qui la richiesta urgente della casa circondariale inviata al provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e alla Procura della Repubblica di Palermo. «Atteso che l'elevato clamore mediatico della vicenda ha determinato la piena conoscenza dei fatti anche da parte della restante popolazione detenuta, ragion per cui (i sei indagati, ndr) sono invisi alla stessa si legge nella nota del carcere inclusi i detenuti delle sezioni protette ove sono allocati con divieto d'incontro, che con non poche difficoltà si riesce a garantire, atteso che i detenuti coinvolti nella vicenda sono 6».
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[...] A denunciare il clima di odio che si respira in carcere sono stati i legali degli indagati che oggi incontreranno i loro clienti. I parenti degli arrestati hanno deciso di passare all'azione. Si sono presentati in commissariato e hanno presentato denuncia contro ignoti per i messaggi di minacce e gli insulti ricevuti da quanto si è diffusa la notizia che i loro figli e fratelli sono stati arrestati. Bersaglio di invettive e offese. La richiesta è diretta: identificare gli autori dei commenti, chi ha aperto i profili fake dei parenti arrestati per divulgare vecchi video con frasi di sfida, chi ha postato le foto degli indagati "dandole in pasto a milioni di persone". Le indagini passano adesso alla polizia postale. Non sarà facile setacciare i social network e orientarsi fra migliaia di post e commenti sulla vicenda.
2. STUPRO, MINACCE AGLI ARRESTATI IL CARCERE: «TRASFERITELI D’URGENZA»
Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”
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[...] La Rete — divisa tra il disprezzo per il gruppo dei giovani sotto accusa e la caccia perversa, stigmatizzata dal ministro Salvini, al video girato da Angelo Flores, il leader he ha filmato le violenze col cellulare — ha preso di mira anche genitori e fratelli dei ragazzi. Centinaia le minacce di morte e i commenti volgari denunciati alla polizia, che dovrà anche provare a risalire a chi, nei giorni scorsi, ha realizzato i profili fake dei presunti stupratori e a chi ha postato le loro foto dandole in pasto a milioni di persone e alimentando un odio ormai virale. Il caso ha avuto un’eco enorme [...]
[...] La strategia difensiva potrebbe ora mirare a screditare la 19enne. Agli atti del procedimento sarebbe stata depositata una vecchia consulenza del Tribunale dei minori (Francesca, orfana di madre e cresciuta senza padre, ha passato anni in una comunità) in cui si insinuano dubbi sulla sua affidabilità. Una valutazione a cui risponde la perizia disposta dalla Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia che, invece, pur sottolineando la fragilità emotiva della giovane, elemento che per l’accusa aggrava le condotte degli indagati, ne ribadisce l’assoluta idoneità a testimoniare.
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