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    “QUELLA DI EDOARDO PESCE È UN' IMITAZIONE MAL RIUSCITA DI SORDI” - IL CONDUTTORE IGOR RIGHETTI, CUGINO DI ALBERTONE: NOI PARENTI DELUSI DAL FILM: NON BASTA UNA PROTESI AL NASO E SCIMMIOTTARE LA PARLATA ROMANESCA PER DIVENTARE ALBERTO SORDI. PESCE NON BUCA IL VIDEO, AL MASSIMO LO GRAFFIA. MANCA TOTALMENTE LA SUA PROFONDA RELIGIOSITÀ E POI… - TUTTI GLI ERRORI - VIDEO


     
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    R.Fra. per il “Corriere della Sera”

     

    «Quella di Edoardo Pesce è un' imitazione mal riuscita: non basta una protesi al naso e scimmiottare la parlata romanesca per diventare Alberto Sordi. Pesce non buca il video, al massimo lo graffia».

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    Bocciato senza appello. Il film Permette? Alberto Sordi dopo un passaggio di tre giorni al cinema andrà in onda su Rai1 il 24 marzo. Ma ai parenti dell' attore nato 100 anni fa (15 giugno 1920) l' omaggio non è piaciuto. A parlare a nome di tutti è Igor Righetti - voce storica di Radio1 con Il ComuniCattivo - che qui interviene in qualità di cugino di Sordi: il nonno infatti era il fratello di Maria Righetti, madre di Alberto Sordi.

     

    «Noi familiari siamo tutti delusi, peccato: è stata un' occasione persa. Intanto il film è stato presentato con l' idea di mostrare un Sordi inedito e sconosciuto, ma non c' è niente di nuovo, niente che non trovi su Wikipedia. E poi ci sono un sacco di inesattezze, maldicenze e cattiverie. Io che l' ho conosciuto, Sordi non l' ho rivisto: per tutto il film viene ritratto come un cane bastonato».

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    Igor Righetti sottolinea molti «buchi»: «Manca totalmente la sua profonda religiosità: lui era un fervente cattolico, nella sua villa aveva un inginocchiatoio dove si metteva a pregare ogni giorno, in giardino aveva una statua della Madonna. Non puoi ignorare un aspetto così importante della sua vita». Altri errori qua e là: «Non è vero che la professoressa dell' Accademia ce l' aveva con lui; non è vero che venne cacciato dal set di Scipione l' Africano ; manca completamente il rapporto con i fratelli, il padre di Alberto morì che lui aveva 20 anni e loro quattro erano un clan».

     

    Nel film - sostiene - non c' è niente che non si sappia: «La sua vita privata era blindata, la riservatezza era una sua ragione di vita: amori, adozioni a distanza, beneficenza, pochi sanno la verità.

     

    Lui diceva sempre: i fatti miei mi farete la cortesia di raccontarli quando sarò in orizzontale». Righetti ci ha messo tre anni a scrivere Alberto Sordi segreto (Rubbettino Editore) in uscita il 9 aprile, «e lì ci sarà il vero ritratto di Sordi; parlerà anche chi lo conosce davvero bene, non quegli amici finti spuntati come funghi dopo la sua morte». Secondo Righetti anche la figura della madre è stata travisata.

     

    «Appare triste e ossessiva, viene presentata come la donna che impedì a Sordi di avere una vita sentimentale, ma non è così. Sordi lo ripeteva sempre: "Se mi fossi sposato sarei stato un pessimo marito e un pessimo attore". Lui era sposato con la sua professione, con il suo lavoro, il suo primo e unico grande amore».

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