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(ANSA) - "La scelta della famiglia di organizzare il suo matrimonio non è mai stata caratterizzata da metodi costrittivi o minatori, ma di trattarla come una 'principessa' e darle un futuro migliore, seppur la giovane ha sempre sentito le scelte familiari frutto della loro appartenenza culturale come lesive della sua libertà".
Con questa motivazione il pm di Monza Alessio Rinaldi ha chiesto l'archiviazione dalle accuse per tentata induzione a contrarre matrimonio per i genitori e il fratello maggiore di una 18enne pakistana, cresciuta a Seregno (Monza), che sarebbe stata costretta a sposarsi con un cugino se non avesse chiesto aiuto ai servizi sociali.
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La giovane ora si trova in una comunità protetta, dove è stata trasferita su sua espressa richiesta, a seguito di un malessere psicologico che l'aveva anche spinta a comportamenti autolesionistici, dovuto alle pressioni della sua famiglia affinché sposasse un cugino scelto dai suoi genitori fin da quando lei aveva tredici anni. Il gip di Monza ha respinto la richiesta di archiviazione e disposto per i familiari della ragazza l'imputazione coatta.