Estratto dell'articolo di Luigi Ferrarella per www.corrirere.it
piercamillo davigo in tribunale a brescia per il caso amara 1
Ancor più della richiesta finale di condanna a 1 anno e 4 mesi per rivelazione di segreto d’ufficio (nella primavera 2020 dentro e fuori al Consiglio Superiore della Magistratura) dei verbali milanesi dell’avvocato esterno Eni Piero Amara sulla presunta associazione segreta «loggia Ungheria», consegnati al membro Csm Piercamillo Davigo dal pm milanese Paolo Storari che lamentava l’impasse dei suoi capi nell’indagare per distinguere in fretta tra verità e calunnie di Amara, nella requisitoria di martedì dei pm bresciani suona sanguinoso per Davigo un sottotesto: l’accusa di «aver scelto una via privata alla soluzione di problemi pubblici, per sfiducia personale nelle procedure istituzionalmente preposte a eventualmente trattarle.
piercamillo davigo
Ce lo ha detto Davigo qui in aula - riassume il pm bresciano Donato Greco -: in quel momento per lui il procuratore milanese Francesco Greco era un superficiale, l’allora procuratore generale vicario milanese era un incapace, il procuratore generale di Cassazione Salvi non avrebbe mai ricevuto Storari, il Csm non era capace di tutelare i segreti, e così guarda caso l’unica strada che Davigo percorre è proprio quella illecita» del propalare a consiglieri del Csm notizie sui verbali di Amara, cioè la via «del chiacchiericcio e dell’utilizzo (stavolta privato) di atti della pubblica autorità».
PIERO AMARA
Ma «dire (come fa Davigo) che, siccome il Csm non sarebbe in grado di tutelare il segreto, allora non andrebbe seguita la legge, lo fa somigliare all’evasore fiscale che dice di non pagare le tasse perché non si fida di quelli che poi spenderanno le sue tasse», affonda il colpo il pm Francesco Milanesi.
«La verità è che i verbali di Amara sono stati usati da Davigo mai in vista dell’esercizio eventuale di prerogative istituzionali del Csm, ma sempre e solo per mettere in guardia altri componenti del Csm dell’esistenza di un potenziale massone»: cioè «per tentare di abbattere Sebastiano Ardita», come sostiene l’avvocato Fabio Repici parte civile per Ardita, uno dei due membri Csm evocati calunniosamente da Amara nei verbali, grande amico e compagno di corrente di Davigo prima di una brusca rottura.
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francesco greco e piercamillo davigo
«Il nostro ufficio - ammette infine il pm bresciano Greco - non ha approfondito tutte le questioni e si è accontentato delle dichiarazioni di Davigo e Storari, ritenendole già di per sé confessorie», ed è tema lamentato più energicamente dall’avvocato Repici, che per conto di Ardita addita la stranezza della permuta del telefonino in un centro di assistenza Apple a seguito della quale Davigo ha riferito di non avere più i messaggi e le mail dell’epoca, utili a collocare con certezza la data dell’incontro tra Davigo e Storari.
piero amara 6
Repici […] soprattutto addebita a Davigo di aver «indotto il vicepresidente Csm David Ermini ad andare al Quirinale sull’onda delle balle di Amara», nel tentativo di «fare scoppiare la trappola» e «trasformare il Grande Imbroglio in Grande Ricatto» ai danni di Ardita e di un Csm condizionabile. Martedì prossimo 20 giugno le arringhe dei difensori Francesco Borasi e Domenico Pulitanó, e la sentenza.
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