Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”
Leonardo Del Vecchio
L' occhio della Vigilanza resta aperto sulle future mosse di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca. Il patron di Luxottica, che con la holding lussemburghese Delfin da novembre ha il 9,9% di Piazzetta Cuccia, ha ottenuto mercoledì la «non obiezione» a salire fino al 20% come investitore finanziario ma dovrà adempiere ancora a diversi obblighi.
In particolare - spiega una nota di Bankitalia diffusa ieri - quando supererà la soglia del 10% (e potrebbe accadere a breve) «Delfin sarà tenuta a comunicare e rendere pubblica una dichiarazione nella quale saranno indicati, tra l' altro, gli obiettivi che intende perseguire nel corso dei sei mesi successivi e come intende finanziare l' operazione».
Milleri Del Vecchio Nagel
In ogni caso, Delfin potrà crescere fino al 20% ma «senza esercitare il controllo, neppure di fatto, su Mediobanca, facoltà per le quali sarebbe necessaria un' ulteriore e previa istanza autorizzativa».
Inoltre «l' autorità di vigilanza valuterà con particolare attenzione l' eventualità che il voto di Delfin risulti determinante nella nomina della maggioranza degli organi sociali di Mediobanca». Primo banco di prova sarà l' assemblea del 28 ottobre sul rinnovo del consiglio.
LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL
La nota è stata diffusa per smentire alcune ricostruzioni che davano l' autorità italiana come contraria all' autorizzazione: «La Banca d' Italia non ha, per quanto ovvio, operato alcun ostruzionismo, né ha rigettato precedenti richieste di Delfin, mai formulate.
salvatore rossi, ignazio visco, valeria sannucci; vincenzo la via, federico signorini, fabio panetta
Nel corso dell' istruttoria la Banca d' Italia e la Bce hanno sempre agito in piena armonia, confrontandosi su tutti gli aspetti rilevanti e giungendo, nel rispetto delle reciproche competenze, a una posizione condivisa, sintetizzata nella decisione. Le posizioni espresse dal management di Mediobanca sono state debitamente vagliate in sede istruttoria da entrambe le autorità».
Non è un mistero che l' istituto guidato da Alberto Nagel abbia evidenziato alla Vigilanza l' importanza di preservare indipendenza e autonomia di Mediobanca, e che il controllo di una grande banca in mano a un solo azionista (esclusi i fondatori) sarebbe di fatto un unicum in Ue.
Sergio Erede
Il timore sui veri obiettivi di Del Vecchio avevano anche determinato un' azione di lobbying che aveva fatto spuntare per qualche ora nelle bozze del Dl Agosto una norma che rafforzava il «golden power» sulle partecipazioni nelle banche, poi espunta dal testo finale del governo.
VITTORIO GRILLI
Del Vecchio - assistito dall' avvocato Sergio Erede e da Vittorio Grilli di Jp Morgan - ha spiegato a Banca d' Italia e Bce che non intende prendere il controllo della banca e che punta ad arrivare al 20% perché crede negli investimenti in Italia e in particolare in Mediobanca, che dà investimenti interessanti. Circa la le fonti di finanziamento, Del Vecchio è accreditato di un patrimonio di 20 miliardi tra Essilor-Luxottica, l' immobiliare Covivio, il 5% di Generali e altre attività.