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    DETERIORATI MA DORATI - I PRESTITI PROBLEMATICI, CHE LE BANCHE NON RIESCONO A RISCUOTERE, SONO DIVENTATI IL NUOVO BUSINESS: FONDI E SOCIETÀ SPECIALIZZATE LI COMPRANO, A PREZZI DI SALDO, E POI LI “SPREMONO” FINO A OTTENERE UN PARTE DEL CREDITO


     
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    CREDITI DETERIORATI CREDITI DETERIORATI

    Sandra Riccio per “La Stampa”

     

    Grande accelerata di fine anno sul mercato dei crediti deteriorati. La compravendita di pacchetti di prestiti problematici ha preso velocità con una serie di operazioni che si sono concluse proprio in queste ultime ore. Ieri Banca Ifis, istituto veneto specializzato proprio nella gestione di crediti da rottamare, ha acquistato due portafogli di "non performing loans" (termine tecnico con cui vengono chiamati i soldi che le banche o le finanziarie non riescono più ad avere indietro). Il valore dei due pacchetti ammonta a 425 milioni di euro.

     

    Nei due dossier c'è un po' di tutto, da prestiti personali che le famiglie con la crisi non sono più riuscite a restituire, a carte di credito non più attive, fino a scoperti di conto. Si tratta di fardelli che pesano sui bilanci delle banche e che, dopo anni di incagli, gli istituti hanno deciso di svendere a prezzi che difficilmente superano il 10-20% di un valore iniziale, peraltro già più volte svalutato.

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    Un vero affare per i tanti fondi e le molte società specializzate che si sono buttate in questo nuovo settore: prima si aggiudicano, a prezzi di saldo, dei rapporti ancora attivi poi li "spremono" fino a ottenere la restituzione di almeno una parte del credito.

     

    Nel grande mucchio finiscono anche immobili di pregio fino a società fallite. I dossier relativi ai non performing loans presenti sul tavolo di banchieri e fondi specializzati sono sempre più numerosi ma con i segnali di ripresa e soprattutto con la necessità di fare pulizia nei bilanci, in vista di fusioni e aggregazioni, è più facile che domanda e offerta si incontrino.

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    Anche per questo le operazioni di questo tipo hanno avuto un'accelerata. L' ultimo deal a emergere in ordine di tempo è stato quello chiuso da Mps: l' altro ieri la banca senese si è sbarazzata di un maxi pacchetto da circa un miliardo di euro di prestiti deteriorati ormai da anni, già dal 2009. Sono ancora molti gli incagli da sistemare: le stime parlano di oltre 200miliardi di sofferenze che pesano sul sistema finanziario italiano.

     

    Dei due portafogli rilevati ieri da Banca Ifis, il primo è stato acquisito da una delle principali finanziarie nel settore del credito alle famiglie (per un valore nominale di 365 milioni e pari a 48.000 posizioni) mentre il secondo era in pancia a una banca, la Banca Popolare Volksbank (60 milioni per un totale di circa 600 posizioni).

     

    Con le due operazioni il portafoglio di sofferenze in mano a Banca Ifis adesso arriva a 8,2 miliardi di euro con 1,1 milioni di posizioni, vale a dire di creditori infedeli. La quota in mano alla banca è scesa perché ieri l'istituto veneto, oltre a comprare, ha anche venduto una parte dei suoi prestiti. In tutto ha ceduto tre pacchetti del valore nominale complessivo di circa 1,4 miliardi corrispondenti a circa 137.000 posizioni.

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    In parte sono andati al fondo Italo Sicav Sentinel Fund, società di diritto maltese specializzata nella gestione dei crediti problematici. Un'altra parte è andata a Credit Network & Finance, società del gruppo Frascino.

     

    Quella di Banca Ifis non è stata l' unica operazione di ieri nel settore. In giornata Algebris, fondo del finanziere Davide Serra, ha acquistato da Deutsche Bank Mutui un portafoglio di crediti in sofferenza di 172 milioni di euro. Il portafogli è costituito da 48 posizioni garantite da immobili nel Nord Italia, in gran parte in Lombardia (83%) e a Milano. Comprende 130 crediti, 48 debitori e 698 unità immobiliari e in gran parte è precedente al 2006-2010.

     

     

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