Campo di zingari
Alessandro Capriccioli per “radicali.it” pubblicato da “il Foglio del lunedì”
L’Italia è piena di zingari.
Falso. In Italia rom, sinti e camminanti sono circa 170mila cioè lo 0,25% della popolazione complessiva, una delle percentuali più basse in Europa. Sono infatti il 2% della popolazione greca (200mila su 10 milioni), l’1,8% della popolazione spagnola (800mila su 45 milioni) e lo 0,6% della popolazione francese (340mila su 61 milioni), mentre nell’Unione europea ne vivono complessivamente 10 milioni, pari circa al 2% della popolazione.
Ma con tutti i problemi che hanno gli italiani non possiamo occuparci anche di questi.
Falso. In realtà la metà dei rom, sinti e camminanti che vivono in Italia sono cittadini italiani. Il resto sono cittadini di altri Stati Ue e di paesi extracomunitari, e molti sono rifugiati arrivati dai Balcani a seguito delle guerre degli anni ’90.
ZINGARI
D’accordo, però sono nomadi, no? Quindi facciano i nomadi e alzino le tende.
Falso. Il nomadismo è un fenomeno ormai molto marginale: sono circa 35mila i rom e sinti che abitano nei campi, e questo vuol dire che 4 persone rom su 5 vivono in una casa, studiano e lavorano come tutti noi. Solo una minima parte, circa il 2-3%, si sposta sul territorio, al punto che l’Osce ha invitato l’Italia a non designarli più con la parola “nomadi”.
Rubano. Negli altri paesi se ci provano sono guai, invece qua siamo troppo tolleranti.
Falso. Che i rom abitualmente rubino come se fosse una vocazione innata è un’accusa che andrebbe dimostrata con dati e percentuali. Ma anche se fosse vero che una parte sia dedita a questa attività, tutti gli altri andrebbero sostenuti e accompagnati in un percorso verso la legalità attraverso la scuola, la formazione e il lavoro, come per tutte le persone che vivono nella marginalità sociale.
zingari
Dopodiché, parliamo degli altri paesi: in Italia solo il 6% dei rom arriva al diploma di scuola media o superiore, mentre la media della comunità europea è il 67%. C’è una certa differenza, no?
Ma quelli che vivono in Italia non mandano i figli a scuola.
Falso. La verità è che altrove hanno promosso delle vere politiche di inclusione scolastica. Da noi il 45% della popolazione rom ha meno di sedici anni.
Nell’anno scolastico 2012/13 si sono iscritti a scuola 11.481 minori rom, su circa trentamila in obbligo di frequenza, e solo 107 adolescenti risultavano iscritti alla secondaria.
Non ci sarà una incapacità delle politiche locali di perseguire e sostenere l’inserimento scolastico? Se questi ragazzi vivono in campi nelle periferie più profonde, lontani da tutti i servizi essenziali, come ci si può meravigliare che non vadano a scuola?
Ma non vogliono lavorare.
LINEA GIALLA GLI ZINGARI ITALIANI RAPISCONO I BAMBINI
Falso. I dati dicono che in Italia i rom che lavorano sono quasi il 40%. Quando li fanno lavorare, s’intende.
Quando riescono ad acquisire qualche qualifica. Quando riescono a studiare. Infatti negli altri paesi Ue, in cui vengono attuate politiche di sostegno al lavoro, la media è quasi del 60%. Si tratta di valorizzare le capacità, promuovere le competenze e favorire la formazione professionale per realizzare concretamente l’autonomia delle persone.
IL CAMPO NOMADI DELLA CONTINASSA A TORINO
Stai a vedere che ci tocca spendere soldi in più per fare le «politiche di inclusione», con la crisi che c’è.
Falso. I soldi li spendiamo già, e ne spendiamo tanti. A Roma, dove nei campi vivono circa 8mila persone di cui più della metà bambini, il Comune ha speso 24 milioni di euro solo nel 2013. Per il centro di accoglienza di via Visso, un ex magazzino senza aria né luce in cui sono stipate quasi trecento persone, di cui la metà sempre bambini, il Comune dà ogni mese all’ente gestore 190mila euro, che sono circa 630 euro a persona ospitata.
INCIDENTE ROM ROMA
E se consideriamo che si tratta di famiglie in media di cinque componenti, parliamo di circa 3mila euro al mese a famiglia per vivere in loculi spaventosi. Basterebbe riconvertire le risorse impiegate finora in progetti mirati di inclusione abitativa e sociale rivolti alle famiglie, verso una graduale e progressiva indipendenza economica, a beneficio non solo delle comunità rom, ma di tutti.
Questo approccio comporterebbe per le finanze degli enti locali l’impiego di risorse sempre minori: cioè, in poche parole, spenderemmo molto meno. Lo hanno già fatto diverse città europee come Madrid, Barcellona, Londra, Lille e Dublino, attraverso interventi personalizzati, e concordati direttamente con le famiglie, di housing sociale quali percorsi di aiuto all’affitto di abitazioni dal mercato privato, autocostruzione mediante la costituzione di cooperative, strumenti di accesso al mutuo per l’acquisto di immobili, affitto di stabili in disuso di proprietà pubblica da ristrutturare.
Vabbe’, adesso viene fuori che si potrebbe addirittura risparmiare e ottenere risultati migliori.
ZINGARI ROM
Vero. La cosiddetta “emergenza rom” è un’invenzione tutta italiana. La realtà è che non c’è alcuna emergenza: se non quella che si vuole creare ad arte per poter spendere, e quindi distribuire fiumi di denaro, fomentando l’opinione pubblica con la politica degli sgomberi, tenendo migliaia di esseri umani in condizioni indecenti e continuando a lucrarci sopra.
Per l’emergenza nomadi, sempre a Roma, si sono spesi tra il 2009 e il 2013 oltre 60 milioni di euro: poi il Tar e la Cassazione hanno smontato tutta l’operazione, dichiarando che non c’era nessun allarme sociale.
Ma intanto i soldi sono stati spesi, l’illegalità e la corruzione hanno prosperato e molti si sono arricchiti sulla pelle dei rom.
Dei dati non me ne frega niente: so solo che c’è un campo dalle mie parti, che questi entrano nelle case e non se ne può più.
Rom
E continueranno a farlo, finché le cose vanno così. perché, paradossalmente, ad alcuni conviene che lo facciano: del resto, fare in modo che l’emergenza rom resti tale è lo strumento perfetto per fare man bassa di voti cavalcando le paure della gente e allo stesso tempo spartirsi milioni e milioni di euro. Vi viene in mente un business più redditizio di questo?
INCIDENTE ROM ROMA INCIDENTE ROM ROMA Rom