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Sara D'Agati per “Affari & Finanza - la Repubblica”
Facebook, il social più amato del mondo, continua a perdere terreno tra i giovani. Stando all' ultimo report trimestrale del team di Zuckerberg, in Nord America, dove si registra il più elevato bacino di utenza, il numero di iscritti è sceso nel 2017 di un milione (da 185 a 184). Il calo ha riguardato soprattutto gli under 25, con un picco nella fascia dai 12 ai 17 anni che è diminuito del 9,9%. Secondo le stime di eMarketer, Facebook perderà 2 milioni di utenti sotto i 25 anni entro la fine di quest' anno.
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Ma quali sono le piattaforme di esodo dei giovanissimi? Se una parte migra verso Instagram - la piattaforma di condivisione di foto e video- un' altra parte consistente si divide tra YouTube, Snapchat e piattaforme in rapidissima ascesa come Musical.ly, Live. ly, Thiscrush, GroupMe, Sahara e Snow.
Tra le ragioni principali, oltre alla più rapida capacità di adattamento all' innovazione e alla costante ricerca della novità che caratterizza i nativi digitali, c' è la crescente predilezione per i contenuti real-time, foto ma soprattutto video. Un trend, questo, che trova riscontro anche in Italia, dove gli under 18 sono già oltre Facebook e dichiarano di dedicare più tempo a Instagram, YouTube, Snapchat e Musical.ly.
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Addio a Zuckerberg A causare l' esodo da Facebook, c' è anche la questione del context collapse. Il fatto cioè, che la piattaforma renda accessibile tutto ciò che viene condiviso ad una rete estremamente variegata di utenti cui siamo collegati per le ragioni più svariate. Questo, spesso, spinge gli utenti a chiedersi se sia appropriato postare determinati contenuti, ed è piuttosto logico che, a seguito delle iscrizioni in massa a Facebook della fascia adulta, gli adolescenti non abbiamo interesse a condividere i propri contenuti con genitori ed insegnanti.
Così gli adolescenti a Facebook prediligono piattaforme frequentate principalmente dai propri coetanei, dove i principali media d' espressione sono video e immagini; oppure dove la condivisione di contenuti avviene all' interno di gruppi chiusi, lontano da occhi indiscreti. Il primo è Instagram, che conta 800 milioni di utenti in tutto il mondo e prevede, nei prossimi anni, una crescita del 23,8%.
In Italia in poco tempo ha raggiunto i 14 milioni di iscritti, contro i 30 milioni di Facebook, oltre la metà tra i 18 e 29 anni. Molta della sua crescita recente è dovuta all' introduzione delle stories, che hanno anche rubato terreno ad un altro social popolarissimo tra gli adolescenti: Snapchat che con i suoi 250 milioni di utenti, nell' ultimo anno negli Stati Uniti ha visto un incremento dell' 8%, di cui circa il 20% nella fascia tra i 18 e 24 anni, mentre in Italia il numero di utenti attivi è salito del 18% rispetto all' anno precedente.
CHAT DI FACEBOOK E FALSE IDENTITA
Oltre alla possibilità di creare real-time video divertenti, deve molto del suo successo alla funzione per cui video e foto inviate si autodistruggono dopo la visualizzazione, garantendo segretezza ed immediatezza, due caratteristiche privilegiate dagli adolescenti. A fare la concorrenza a Snapchat (e a Musical.ly), segno della rapidità con cui si evolve il mondo dei social network, è di recente emersa
Snow. Si tratta di una piattaforma lanciata dalla società sudcoreana Naver, che abbina la possibilità di fare selfie modificabili attraverso la realtà aumentata, a brevi video in playback da condividere sui social. Snow conta già 200 milioni di utenti, quasi tutti concentrati nel mercato asiatico, e si prevede che a breve si espanderà in tutto il mondo, diventando il nuovo "fenomeno social". Le nuove app di messaggistica Più vicine a WhatsApp, le app di messaggistica GroupMe e ThisCrush.
CHAT DI FACEBOOK E FALSE IDENTITA
GroupMe, è un' app dedicata soltanto alle chat di gruppo, che permette di stare in costante contatto con i propri amici simultaneamente. ThisCrush, invece, da crush (in inglese cotta), nasce per permettere ai giovani utenti di esprimere apprezzamenti senza doversi fare avanti. Consente di inviare messaggi sia privati, anche in forma anonima, che pubblici in bacheca, e quindi visibili a tutti gli iscritti. L' anonimato, tuttavia, ha presto innescato una dinamica di insulti e violenza verbale che ha portato molti a gridare all' allarme cyberbullismo e chiedere più controlli.
FACEBOOK E ANZIANI
Lo stesso vale per un' altra app in ascesa tra i giovanissimi, con oltre 20 milioni di iscritti in tutto il mondo. Si tratta di Sahara (in arabo onestà), una piattaforma a che permette di "recensire" le persone in forma anonima. Una sorta di Tripadvisor, dove invece di valutare alberghi o ristoranti, si valutano gli utenti. Creata dal 29enne saudita Zain al-Abidin Tawfiq, inizialmente la piattaforma era stata pensata per valutare i propri colleghi di lavoro in forma anonima, poi si è evoluta e oggi viene usata per recensire chiunque si registri.
Incognite da anonimato Lo stesso Tawfiq, per far fronte ai rischi dell' anonimato, ha inserito alcune funzioni di protezione tra cui la possibilità bloccare utenti e di attivare filtri per le parole offensive. Un mondo in rapida evoluzione, quello dei social network dei giovanissimi, dove accanto a piattaforme di condivisione di contenuti video e immagini, prendono piede app di messaggistica di vario tipo, in forma aperta o anonima.
Ma ci sono rischi, dal cyberbullismo alla dipendenza da smartphone. Secondo una ricerca dell' Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, in Italia oltre il 50% dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni non riesce a staccarsi dal telefono ed arrivano a controllarlo tra le 70 e le 100 volte al giorno. In molti, addirittura, hanno confessato di svegliarsi la notte per controllare le notifiche.
Snapchat, per dirne una, ha deciso di cavalcare il fenomeno con una nuova trovata, quella dei cosiddetti streaks. Il social tiene traccia del numero di messaggi inviati in chat e della durata delle conversazioni, dando avvio a una vera e propria competizione tra i ragazzi per chi intrattenga gli scambi più lunghi. Diversi ragazzi sono arrivati a non staccarsi dal telefono per giorni, dal momento che non avere accesso al cellulare, anche per poco tempo, significa restare indietro nella competizione.