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    SCINDO IO CHE SCINDI ANCHE TU - I REPUBBLICANI E TRUMP SONO ALLA COLICHE FINALI: O LUI ESCE E SI FA UN PARTITO TUTTO SUO OPPURE È LA PARTE RESPONSABILE DEL “GOP” CHE SE NE VA - “THE DONALD” NON HA RISPARMIATO SILURI AGLI ESPONENTI CHE NON HANNO OBBEDITO ALLE SUE PRETESE E, SOTTO LA SUA PRESIDENZA, IL PARTITO HA PERSO IL CONTROLLO DELLE DUE CAMERE - IL TYCOON PUO’ FARE AFFIDAMENTO SU POCHI SENATORI AMICI MA È POSSIBILE CHE ALMENO UNA PARTE DI QUEI 74 MILIONI DI ELETTORI CHE LO HANNO VOTATO POSSANO CONTINUARE A SOSTENERLO…


     
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    Anna Guaita per “il Messaggero”

     

    ROMNEY TRUMP 2 ROMNEY TRUMP 2

    «Il trumpismo è qui per restare» aveva assicurato Donald Trump alla vigilia delle elezioni del 3 novembre. I 74 milioni e passa di voti popolari che ha ricevuto farebbero pensare che effettivamente la sua persona sia destinata a rimanere rilevante nel panorama politico. Tuttavia allo stesso tempo nessuno può negare che il Gop, il Partito Repubblicano esce dai quattro anni di alleanza con l' imprenditore newyorchese con due occhi neri. Nel 2017 i repubblicani avevano 241 seggi alla Camera e 52 al Senato.

     

    DONALD TRUMP MITCH MCCONNELL DONALD TRUMP MITCH MCCONNELL

    Oggi hanno perso la maggioranza in tutte e due le Camere. E sono molti nel partito a essere convinti che siano stati gli sproloqui e le provocazioni di Trump a causare l' ultima sconfitta, in Georgia, uno Stato che da 30 anni non sceglieva un presidente democratico e che molto di rado elegge senatori democratici e che ora con i due democratici Jon Ossoff e Rafael Warlock toglie il Senato dalle mani dei repubblicani.

     

    Che fra il presidente e il Gop non ci sia più armonia è un dato di fatto, e le voci di un divorzio non sono più solo un bisbiglio. Ultimamente Trump non ha risparmiato i suoi velenosi Tweet contro tutti coloro che non gli obbedissero. Ma ieri in serata, nel valutare il suo futuro e il futuro del partito, si facevano anche i primi bilanci dell' attacco dei manifestanti pro-Trump al Campidoglio, con espressioni di disgusto e rabbia anche da parte di molti repubblicani. Tra gli altri, l' intervento dell' ex presidente George Bush che ha etichettato la contestazione del risultato elettorale come un comportamento da repubblica delle banane.

     

    ROMNEY TRUMP ROMNEY TRUMP

    Pare difficile che alla luce dei fatti di Washington il Gop, il partito della Legge e Ordine possa continuare a convivere amichevolmente con un presidente che ha istigato le folle al punto che il simbolo della democrazia Usa è stato violato. Nei social da qualche giorno si discuteva della possibilità che l' ala del partito non allineato con Trump potesse uscire e crearne uno nuovo, e si nominavano come possibili simpatizzanti di un ipotetico nuovo partito conservatore non trumpista anche alcuni senatori illustri, come Mitt Romney dello Utah, Lisa Murkovski dell' Alaska, Susan Collins del Maine, Ben Sasse del Nebraska.

     

    mike pence mike pence

    Dopo il dramma di ieri, le ipotesi stanno cambiando e si immagina come più probabile che sia l' ala dei simpatizzanti di Trump che potrebbero uscire dal Gop, se il presidente vorrà davvero creare un nuovo partito. Alcuni dei senatori che hanno preso posizione a favore di un capovolgimento del risultato delle elezioni, che hanno sostenuto le manifestazioni di ieri e che hanno ripetuto le falsità dette da Trump pur sapendo che numerose indagini (anche dell' Fbi) hanno dimostrato che non hanno nessun fondamento, potrebbero effettivamente ora avere vita difficile nel partito.

     

    Ed è possibile che almeno una parte di quei 74 milioni di elettori che hanno preferito Trump a Biden (che ha riscosso 7 milioni di voti più di Trump) possano continuare a sostenerlo se lui decidesse davvero di creare un partito del trumpismo.

     

    george w. bush george w. bush

    LE CARICHE PIÙ ALTE

    Certo ieri, prima che il caos esplodesse, le due più alte cariche Gop hanno puntato i piedi davanti alle provocazioni con parole che non lasciano dubbi circa il futuro poco sorridente dei ribelli dentro la casa del partito: sia il vicepresidente Mike Pence che il capo della maggioranza uscente del Senato, Mitch McConnell, hanno ammonito che la Costituzione non dava al Congresso il diritto di cambiare i voti degli elettori, e McConnell in particolare aveva pregato i senatori di non avviarsi su una strada che «avrebbe per sempre danneggiato la Repubblica».

    borat 2 sacha baron cohen nei panni di trump al comizio di pence borat 2 sacha baron cohen nei panni di trump al comizio di pence

     

    L'alleanza McConnell-Trump è dunque chiaramente arrivata al traguardo. Il vecchio senatore non ha voluto seguire il presidente nelle sue tentazioni totalitarie, e così altri venti senatori repubblicani. Cosa faranno quei dieci che si sono schierati con Trump, è tutto da vedere..

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