1. SIRIA: 41 GRUPPI RIBELLI ANRI-ASSAD DICHIARANO GUERRA ALLA RUSSIA
(AGI) - L'intervento russo in Siria e' riuscito dove lo stesso Bashar Assad, per sua fortuna, in oltre 4 anni ha sempre fallito: unire il grosso delle formazioni ribelli.
BOMBARDAMENTI RUSSI IN SIRIA
Ben 41 gruppi anti-Assad hanno dichiarato guerra alle truppe di Mosca in quella che il Guardian ha definito una rara "dimostrazione di unita' tra gli abitualmente divisi ribelli, contro quelli che hanno definito gli 'occupanti' della Siria".
Tra le sigle mancano all'appello le piu' note, Isis e al Nusra, ma ci sono Ahrar al Sham, L'esercito dell'Islam e il Fronte della Siria. In una dichiarazione - sempre congiunta - hanno anche fatto appello "alle potense regionali", le sunnite Arabia Saudita e Turchia, "per fare fronte comune contro l'allenza russo-iraniana (sciita con gli aluti di Assad)) che sta occupando la Siria".
2. LA RUSSIA È PRONTA A MANDARE VOLONTARI IN SIRIA
Maurizio Molinari per www.lastampa.it
truppe russe su una nave a latakya 1 aprile
«I nostri volontari verso la Siria non possono essere fermati». È l’ammiraglio russo Vladimir Komoyedov, consigliere militare della Duma a Mosca, a far sapere che «truppe volontarie» russe potrebbero presto arrivare in Siria, consentendo al Cremlino di avere contingenti di terra sul campo nonostante l’impegno del presidente Vladimir Putin a limitare l’intervento pro-Assad solo alle forze aeree.
IN SIRIA COME IN CRIMEA?
Le parole di Vladimir Komoyedov vengono lette, a Washington e Bruxelles, come la possibilità che Mosca ricorra in Siria ad una tattica militare simile a quella impiegata in Crimea nel 2014 ovvero l’avallo all’invio di propri contingenti «non ufficiali» a fianco degli alleati locali, per fare la differenza sul campo di battaglia. È uno scenario che consentirebbe ai «volontari russi» di partecipare all’offensiva di terra che le truppe del regime di Bashar Assad stanno preparando, assieme a Iran ed Hezbollah, per tentare i riconquistare parte dei territori perduti.
soldato russo dimitry glezdnev 8 luglio
L’ALTOLA’ DELLA NATO
L’azione militare della Russia in Siria preoccupa la Nato non solo per le violazioni dello spazio aereo turco, ma «anche perché gli aerei russi «non attaccano l’Isis ma i gruppi dell’opposizione che combattono l’Isis ed anche i civili», accusa il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. Che torna anche sulla violazione dello spazio aereo turco: «Per noi non è stato un incidente, ma una seria violazione. Gli sconfinamenti sono stati due. è la prova che non è stato un incidente».
soldato russo a tartus 27 agosto
I RIBELLI SI UNISCONO
La Russia ha effettuato poco più di 100 raid in 5 giorni di operazioni in Siria ma l’impatto sul conflitto militare è già significativo. La maggioranza degli attacchi russi ha colpito «Jaysh al-Fatah», l’Esercito della Conquista, sostenuto da sauditi, Turchia e Qatar.
soldati russi posano per uno scatto di alexei arabov
È la coalizione di gruppi ribelli più efficaci contro Assad ma sono divisi da rivalità che adesso passano in secondo piano. «Ahrar al-Sham», componente filo-turca, ha varato una maggiore integrazione con «Al Nusra», emanazione di Al Qaeda. Ad Aleppo «Kataib Abu Amara» ha aderito a «Ahrar al-Sham». Nel complesso l’«Esercito della Conquista» è diventato più coeso, pur avendo subito perdite, e le sue avanguardie sono a 22 chilometri da Latakia, dove c’è il quartier generale dei russi.
ANKARA SFIDA MOSCA
militari russi posano con foto di putin e assad
I raid russi consentono alle forze filo-Assad di riprendere l’iniziativa. Uno dei primi obiettivi è cacciare i ribelli da Aleppo, spingendoli verso il confine turco. Ciò significa far fallire il piano di Ankara di creare una no-fly zone nella stessa area per ospitarvi i rifugiati e proteggere i ribelli anti-Assad, sostenendone l’avanzata. Il progetto di un’enclave filo-turca nel Nord della Siria è bloccato dall’intervento russo.
Da qui le frizioni militari fra Ankara e Mosca, con i jet russi allontanati bruscamente dallo spazio aereo turco. Il presidente Recep Tayyp Erdogan è determinato a ostacolare Putin sul terreno: nella notte di domenica ha mandato i jet a colpire i ribelli curdi in Siria, entrando nello spazio aereo controllato dai radar russi. È una sfida ad alto rischio perché coinvolge la Nato.
mappa della presenza di soldati russi in siria
VOLONTARI ANTI-RUSSI
Da Riad arriva un appello di 52 imam, sauditi e del Golfo, che chiedono ai «credenti» di «combattere i russi». È un testo analogo a quelli che, negli Anni 80, fecero nascere i mujaheddin afghani. Fra i firmatari c’è Abdullah al-Azam, discendente di Abdullah Azam l’ideologo jihadista di Osama Bin Laden. Presto «volontari arabi» saranno Siria per la Jihad anti-russa.
L’AMERICA CAMBIA MARCIA
Poiché i raid della coalizione contro Isis danno effetti scarsi e i ribelli filo-Usa disertano, il Pentagono prepara una svolta. Fonti militari Usa parlano di «possibili ingenti aiuti per i ribelli moderati». Passando dunque a sostenere gruppi già esistenti, come già fanno sauditi, turchi e qatarini. Fra i beneficiari potrebbero esserci i combattenti curdi della «Coalizione araba siriana», nemici tanto di Isis che di Assad. L’intento sarebbe di mettere sotto pressione Raqqa, capitale del Califfo, e creare una zona cuscinetto lungo i confini turchi.
carroarmato russo alla bataglia di latakia 23 agosto
L’IRAQ CHIEDE AIUTO A PUTIN
Baghdad ospita una «war room» di intelligence per la «coalizione» composta da Iraq, Iran, Siria e Russia. È diventato un alleato di Putin. Ed ora il premier Al-Abadi discute col Cremlino l’estensione dei raid anti-Isis all’Iraq. A meno di 4 anni dal ritiro dei soldati Usa, l’Iraq è nella sfera del Cremlino.
LA MOBILITAZIONE SCIITA
soldato russo a tartus foto di leonid bratersky
Centinaia di soldati iraniani e Hezbollah sono arrivati a Damasco con un ponte aereo parallelo a quello russo. È la fanteria d’assalto che dovrà affiancare i governativi di Assad nella riconquista dei territori perduti. Siti Internet arabi suggeriscono che Mosca potrebbe parteciparvi con almeno 30 mila uomini. Sono i preparativi di un’offensiva di terra che minaccia di far trovare su fronti opposti iraniani e turco-sauditi. Diventa verosimile un conflitto fra potenze regionali rivali.