Francesca Morandi per milano.corriere.it
maga valery
Si scusa per il passo lento, chiede di portare pazienza: «Ho 80 anni». Capelli biondi, non un filo di trucco, le unghie laccate di azzurro, in tono con i pantaloni e le ballerine. Elvira di Lorenzo, natali a Fermo, nelle Marche, milanese d’adozione, in arte maga Valery, è sconcertata. «Io avevo una buona clientela, non ho mai avuto un problema. È la prima volta che mi trovo in tribunale». A metà degli anni Novanta l’esordio sulle tv locali.
A ottant’anni, il debutto nell’aula di giustizia di Cremona. Accusata di circonvenzione di incapace, rischia una condanna per aver curato le pene d’amore di Cinzia, cliente innamorata del suo capo, disposta a tutto pur di riconquistarlo. Anche a versare nelle mani della maga 600 mila euro spesi in riti purificatori, candele magiche a forma di fallo o di angeli, incensi e amuleti.
maga valery
«Tengo a precisare che io sono cartomante». La passione per la cartomanzia maga Valery l’ha avuta sin da bambina. Le è sbocciata all’età di tre anni, «quando vedevo la mia nonna fare le carte». E l’ha sempre coltivata, anche nei suoi vent’anni di lavoro in banca, «la San Paolo, filiale di Milano», quando negli intervalli leggeva le carte alle colleghe. Il 31 maggio del 1991 andò in pensione.
E con le carte ha messo su l’attività in due studi, uno a Milano, l’altro a Crema. Era il 1995. Si fece conoscere sulle televisioni locali. Ed è in tv che una sera del 1997, facendo zapping, Cinzia conobbe la maga. Aveva 22 anni. Impiegata in un’azienda, si era presa una cotta per il datore di lavoro, sposato. Un amore corrisposto, altalenante negli anni, poi finito. Ma Cinzia il capo lo voleva riavere a tutti i costi.
maga valery
«Soffriva per amore. È venuta da me per tantissimi anni, due volte a settimana — ha raccontato la maga —. Per la cartomanzia spendeva 100 euro ogni volta, poi c’era la cartomanzia telefonica, un giorno sì, uno no: 50 euro a telefonata». E c’erano i rituali con i limoni. «Il limone è preziosissimo. Il fine? Toglie le negatività». Cinquecento euro a limone, mille euro per i rituali d’amore. «La signorina non pagava subito. Preferiva ammucchiare un pochino».
Cinzia faceva mettere in conto e si era persino ridotta a rubare soldi all’azienda: licenziata, ha patteggiato. «Non ho mai notato un cambiamento. La signorina era intelligente, voleva raggiungere l’obiettivo». Maga Valery non ci sta a passare per una truffatrice. «A Crema, la gente mi fermava per strada, mi mostrava affetto». Per dirla con il figlio, «quando si passeggiava, era come una diva cinematografica».
cartomante