Francesco Semprini per “la Stampa”
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La Russia tira diritto su grano e acciaio. Mentre le Nazioni Unite sono alla ricerca di una convergenza con Mosca per riattivare l'export agricolo ucraino ed evitare una crisi alimentare allargata, Vladimir Putin ordina il trasferimento di derrate cooptate dai territori occupati, così come di acciaio proveniente dalle industrie di Kiev ora nelle mani dei russi, a partire da Azovstal.
Dal martoriato impianto, secondo quanto riferito a La Stampa da fonti ucraine, sono stati dirottate merci originariamente destinate all'Italia. «Prima dello scoppio della guerra Azovstal produceva lamiere in acciaio inossidabile laminate a caldo e confezionate in rotoli, una parte era stata ordinata e pagata da un'azienda italiana», spiegano le fonti.
Nave russa con il grano rubato in Ucraina
Secondo cui, con l'arrivo delle truppe del Cremlino, i rotoli sono rimasti in giacenza nel porto, per poi finire nelle mani dei russi terminata la presa dell'acciaieria. «Sappiamo che 2.500 tonnellate di lamiera laminata hanno lasciato il porto di Mariupol, all'inizio di giugno, a bordo di bastimenti diretti a Rostov - puntualizzano le fonti -, si tratta per una parte di prodotti destinati alla consegna in Italia». La stessa procedura è stata attuata per il grano dei territori occupati da russi dal 24 febbraio.
Il mercantile russo Matros Pozynich attraccato in Siria con il grano ucraino
«La prima nave è partita con 60 mila tonnellate a maggio, con l'obiettivo di vedere il carico all'Egitto, il quale si è rifiutato dopo le segnalazioni di Kiev. Poi Mosca ha tentato di giocare, inutilmente, la stessa carta col Marocco».
A quel punto il cargo si è diretto a Latakia in Siria, presidio permanente di Mosca sul Mediterraneo orientale. Ed è proprio il Medio Oriente la destinazione del grano saccheggiato dei russi che, essendo loro stessi esportatori, «possono produrre le documentazioni necessarie per il commercio dando vita al riciclaggio, ovvero vendendolo come se si trattasse di merce propria».
La nave russa con il grano rubato in Ucraina
La conferma sui traffici in uscita dalle coste del Mar d'Azov è arrivata dagli stessi lealisti di Mosca. «Le navi cariche di grano e metalli lasceranno presto il porto di Mariupol nel Mar d'Azov, con spedizioni dirette in Medio Oriente», ha riferito Denis Pushilin, leader della Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), secondo cui «i piani prevedono che il porto gestisca circa un milione di tonnellate di merci entro la fine dell'anno». Mosca avrebbe del resto già inviato in Siria 180 mila tonnellate di grano dai territori occupati dell'Ucraina.
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Le immagini satellitari di Planet Labs hanno rilevato dodici mercantili al porto di Sebastopoli, in Crimea. Tra questi ci sono bastimenti russi come "Matros Pozinich", "Matros Coscka", "Mikhail Nenashev", e cargo siriani come "Finikia" e "Souria". I servizi di Kiev hanno inoltre registrato intensi traffici di camion carichi di grano da Melitipol e Zaporizhzhia diretti a Mariupol.
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Dinanzi all'attivismo di Mosca si alimenta lo scetticismo sulla reale volontà russa di cooperare per la ripresa dell'export del grano ucraino, così come aumenta la difficoltà di azioni multilaterali in ambito Onu. Ne è convinta Washington che ha deciso di rafforzare la collaborazione bilaterale con Kiev sul piano agricolo per tentare di superare la crisi alimentare e modulare una piattaforma di partenza per la fase di ricostruzione quando la guerra sarà finita.
In un incontro al Palazzo di Vetro la scorsa settimana, il segretario all'Agricoltura Usa Tom Vilsack ha annunciato che il suo dipartimento e il ministero delle politiche agrarie e dell'alimentazione ucraino stanno stipulando un protocollo d'intesa per migliorare il coordinamento tra i settori agricolo e alimentare dei due Paesi, costruendo una partnership strategica per affrontare la sicurezza alimentare su scala più ampia. Il segretario ha quindi ribadito che Mosca «usa il cibo come arma di guerra».
SILOS DI GRANO IN UCRAINA
«Il fallimento della Russia nel permettere la riapertura dei porti causa problemi. Il fatto che quel grano non possa arrivare sul mercato crea non solo una potenziale carenza nei Paesi dell'Africa e del Medio Oriente e il rischio di maggiore instabilità e disordini in quegli Stati, ma anche un'opportunità per quelli che speculano sul valore e che si risolve in prezzi più alti del cibo oltre confine».
GRANO UCRAINA
Dal Forum economico di San Pietroburgo, Putin ha continuato a professare la sua sensibilità sul tema affermando che la Russia «accoglie con favore l'invito dell'Onu per il dialogo sulla sicurezza alimentare», e «non ostacola la fornitura di grano ucraino al mercato mondiale, non avendo minato i loro porti». Parole e fatti però divergono, così i partner transatlantici dell'Ucraina preparano azioni alternative, come quella voluta da Joe Biden di preparare silos in Polonia per provare il trasporto via terra del grano.
GRANO UCRAINA
Così come si valuta di farlo navigare sul Danubio, e in questo senso si inquadra la presenza del presidente romeno Klaus Iohannis a Kiev assieme a Draghi, Macron e Scholz. Dalla collaborazione tra Onu e Turchia emerge infine l'ipotesi di creare corridoi marittimi aggirando lo sminamento delle acque del Mar Nero, che Kiev vede con timore, "acque pulite" potrebbero infatti agevolare arrembaggi della marina di Putin alla città di Odessa.