1.SACCHETTI BIODEGRADABILI PER LA FRUTTA, SI PAGANO SOLO IN ITALIA
Fabio Savelli per www.corriere.it
CATIA BASTIOLI
A conti fatti l’Italia è stata più realista del re. È andata oltre quello che prevedeva una direttiva comunitaria del 2015. Disposizione che incoraggia i Paesi membri a un giro di vite contro i sacchetti di plastica biodegradabile e compostabile monouso, ma che lascia ampi margini di manovra sul modo in cui farlo. Soltanto l’Italia in Europa ha deciso, dal 1° gennaio di quest’anno tramite un emendamento inserito nel decreto legge Mezzogiorno, di far pagare ai clienti i sacchetti sotto i 15 micron, quelli che vengono usati per contenere frutta e verdura.
SACCHETTI DI PLASTICA BIODEGRADABILI
Lo ha fatto il governo che aveva avuto la delega da parte del Parlamento nel recepire la normativa Ue. Lo ha fatto probabilmente per uniformare la disciplina a quella prevista per i sacchetti di plastica da oltre 50 micron, per intenderci quella della spesa, dove il pagamento è previsto da parecchio tempo con tanto di voce espressamente segnalata sullo scontrino. Una mossa che potrebbe sembrare anticipatrice di quello che l’Europa potrebbe prevedere tra qualche anno ma che non era espressamente inserita nella direttiva.
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L’Irlanda per esempio ha agito sul fronte fiscale, prevedendo una tassa sui sacchetti. La novità ha suscitato una vibrante protesta da parte dei consumatori anche se stiamo parlando di circa 1 centesimo a busta, ma è chiaro che i volumi complessivi alla fine dell’anno sono importanti per i produttori come la Novamont, guidata da Catia Bastioli, che ha brevettato la una tecnologia della bioplastica biodegradabile e compostabile ricavandone un importante vantaggio competitivo sul mercato e spiazzando la concorrenza.
Il ministero dell’Ambiente, competente per materia, ha emanato una circolare esplicativa alla fine di ottobre e indirizzata alle insegne della grande distribuzione, perché in realtà finora il pagamento di questi sacchetti veniva corrisposto dai marchi della grande distribuzione che anticipavano il conto per poi scaricarlo a valle sul cliente nei prodotti sugli scaffali. La legge del governo ha semplicemente rovesciato l’approccio: ora è il consumatore a pagare questi sacchetti con tanto di voce sullo scontrino. Una curiosità: con le buste di carta non si dovrebbe alcunché perché meno inquinanti.
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2.LE POLEMICHE SUI SOCIAL TRA SOLUZIONI GREEN E LAMENTELE
Il provvedimento sui sacchetti biodegradabili per il primo imballo alimentare a pagamento continua a scatenare furiose polemiche sui social media e non solo. Il botta e risposta sulle spese aggiuntive per le famiglie si è consumato a colpi di note tra associazioni dei consumatori e aziende produttrici: il Codacons ha infatti affermato che i costi aggiuntivi potrebbero raggiungere i 50 euro a famiglia; molto meno (cifre nell'ordine di pochi euro all'anno) per Assobioplastiche, l’associazione di categoria delle aziende produttrici, che sostiene che la spesa supplementare potrebbe essere compresa tra 1,5 euro e 4,5 euro all’anno (per persona, però, non per famiglia).
La furia dei consumatori
Nel frattempo, comunque, la polemica è scoppiata, puntuale e furiosa, sui social media. Anche perché, a quanto pare, i supermercati hanno applicato la tariffa per il «sacchetto bio» o il «sacchetto orto» a scontrino emesso dalla bilancia e non a sacchetto effettivamente consumato. Con il risultato che anche chi compra la frutta e la etichetta a pezzo singolo paga per un sacchetto non utilizzato (vedi il tweet più in basso). Ecco una rassegna dei commenti che si possono leggere su Twitter e Facebook, tra appelli, soluzioni green alternative (come quella adottata in Svizzera), ironie e ricostruzioni apparentemente fantasiose.
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3.SACCHETTI BIO: RENZI, NO COMPLOTTO, NON SEGUIRE BUGIE
(ANSA) - "Noi faremo la campagna elettorale seriamente, parlando dei problemi veri e offrendo soluzioni. Per pulire l'Italia dall'inquinamento ambientale e anche da quello delle fake news. Chi vuole inventare bugie si accomodi pure, noi non lo seguiremo. Buon complotto a tutti". Così il leader del Pd, Matteo Renzi, replica su Fb all'accusa di aver organizzato un "complotto" sui bio sacchetti "per aiutare" suoi "amici e cugini di terzo grado impegnati nella produzione dei sacchetti".
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"L'ultima che sta girando molto via sms - sottolinea Matteo Renzi - è che avrei organizzato un complotto per aiutare miei amici e cugini di terzo grado impegnati nella fabbricazione di sacchetti. Ebbene sì. Voi non immaginate quanto sia diabolica la nostra mente: prepariamo complotti tutti i giorni, anche tra San Silvestro e Capodanno. La storia è molto semplice. Nel 2017 - ricorda l'ex premier - l'Italia ha attuato una direttiva europea che tende a eliminare la plastica dai sacchetti. L'obiettivo sacrosanto è combattere l'inquinamento alla luce degli impegni che abbiamo firmato a Parigi e che rivendichiamo: noi a differenza di Trump non abbiamo cambiato idea".
4.MELONI, ECCO LA NUOVA TASSA
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(ANSA) - "Non bastavano i rincari di gas, luce e autostrade. Dal 1 gennaio 2018 è arrivata una nuova tassa voluta dal Pd: i sacchetti di plastica usati nei supermercati per frutta, verdura, ecc. sono a pagamento. A guadagnarci sarebbe, secondo alcune ipotesi di stampa, un'azienda molto vicina a Renzi e al Giglio magico. NON VOGLIO CREDERE CHE SIA VERO. Il 4 marzo mandiamo a casa i camerieri delle lobby e diamo all'Italia un Governo di patrioti che difenda il popolo". Lo scrive su Facebook il presidente e candidato premier di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
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