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DAGOREPORT
Forse Dagospia ha risolto il piccolo enigma de “La Signora Gocà” appena pubblicato dall’Adelphi e, in breve tempo, ritirato dalle librerie per essere ristampato in fretta e furia dal suo editore. Il tutto si è consumato nel silenzio, complice o meno, delle patrie lettere e dei media.
Non capita tutti i giorni, infatti, che un’opera sia mandata al macero a “causa di un guasto tipografico”, come si può leggere nella lettera spedita in giugno ai librai dalla direzione commerciale dell’Adelphi.
E la scomparsa improvvisa dagli scaffali dell’incantevole volumetto, approdato in cima alle vendite non poteva destare inoltre altra curiosità se il nome dell’autrice è Donna Marella Agnelli. Il che ha spinto Dagospia, sito disgraziato e impertinente, a indagare sul “mistero Gocà”. E l’indagine ha preso l’avvio sfogliando le pagine della prima edizione, ritirata, e della seconda, ristampata de “La signora Gocà”.
ok-goca- marella agnelli
“Gocà” con la “G” e non “Cocà” con la “C” come ha scritto involontariamente su “il Fatto” Furio Colombo. Un lapsus davvero curioso il suo, al momento di recensire - quasi in adorazione -, la storia di Marella e della sua nobile famiglia - i Caracciolo di Castagneto - filtrata attraverso gli occhi innocenti dei suoi giovani e curiosi rampolli: Marella, Carlo e Nicola.
Il titolo prende spunto, appunto, da un gioco “go to the car” tramutato dai ragazzini in Gocà - fatto di travestimenti e sceneggiate infantili a beneficio della mamma americana Margaret: “Il più bel gioco del mondo” -, che la moglie dell’Avvocato e il fratellino, il futuro editore Carlo Caracciolo, allestivano nella villa “I Cancelli”.
Goca-lettera - marella agnelli
Ma come annota nel risvolto di copertina l’editore Roberto Calasso, le memorie dell’autrice, candidamente messe “pen on paper” dopo un lento creare, non subiscono mai “arrotondamenti, “piallate” o “aggiustamenti”. Del resto, osservava lo scrittore Emile Cioran “un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle”.
E nelle vicende umane, a volte tristi e spesso illuminate, narrate nel volume “La Signora Gocà” anche le “ferite” di casa Caracciolo sono messe a nudo e ricucite ad arte con il filo aristocratico e un po’ snob di Donna Marella Agnelli.
Tant’è che a pagina 97 scopriamo che il papà dell’autrice, l’ambasciatore Filippo Caracciolo terzo duca di Milito (1903-1965), tradisce l’inconsapevole Mammi con la giovane e bellissima Lili conosciuta a Bressanone.
Marella Caracciolo Agnelli
Ecco il racconto di quell’episodio cui furono inconsapevoli testimoni, Marella e Carlo: “…poi, quando la doccia fu chiusa, udimmo un parlottio, un mormorio intercalato da lunghi silenzi. Facemmo appena in tempo a nasconderci (…) la porta (della stanza di Lilli, nda) aprendosi piano ci lasciò intravedere l’alta figura di papà che si dileguava dalla parte opposta…”.
1961 Carlo e Marella Caracciolo Giovanni Agnelli Oddone Camerana
matrimonio tra il principe del belgio amedeo d'asburgo este e la giornalista elisabetta rosboch von wolkenstein3c84ae445a6155bd79073f8d35ee302e
Ma chi è Lili? “L’irrequieta figlia da tenere d’occhio” della contessa “angosciata” Jaworsky Von Wolkstein che è affidata per i fine settimana alla famiglia Caracciolo trasferitasi nuovamente in Toscana.
“Lili doveva già essere segretamente innamorata di nostro padre. Come spesso succede con i primi innamoramenti, di lui adorava tutto, compresi ogni cosa e ogni essere che lo circondasse”, annota Marella Agnelli. E tra l’ambasciatore Filippo e la ragazzina nascerà una lunga relazione mantenuta più o meno sotterranea nel clan dei Caracciolo con la nascita nel 1945 di un bambino, Ettore Rosboch, il futuro fratellastro di Marella, Carlo e Nicola e produttore cinematografico.
NOVEMBRE GIANNI AGNELLI SPOSA MARELLA CARACCIOLO
E il piccolo mistero dell’enigma della Signora Gocà, con la prima stampa ritirata dalle librerie, e svelato nelle pagine finali dell’incantevole volumetto di Donna Marella. Nella prima edizione (pag.234-235-236) c’è il racconto dell’incontro casuale nelle vie romane dell’autrice con la mitica Lili “con il labro arcuato da bambina o coniglietto”. E’ la primavera 1944-45. Tanti anni dopo i week end a “I Cancelli”.
marina cicogna Marella Agnelli e il fratello Carlo Caracciolo
“…Così venni a sapere che Lili era rimasta da poco vedova (non sapevo neanche che si fosse sposata) di un noto produttore cinematografico, Rosboch. La sua carriera di attrice non era dunque durata a lungo. Aveva avuto due figli: Patrizia, che vedevo adesso, doveva avere tre o quattro anni, ed Ettore. Era nato poche settimane dopo la morte del padre…”.
marella caracciolo agnelli - foto di Arturo Ghergo - Copyright Archivio Ghergo
Nella ristampa corretta si precisa che lo sposo di Lili, Ettore Bernardo Rosboch, in realtà non era un disgraziato produttore cinematografico, bensì un economista e sottosegretario alla Finanze nel primo governo Mussolini (1928-32). E nelle pagine finali è tolto sia il ragguaglio sulla mancata “carriera di attrice” di Lili sia ogni riferimento ai suoi figli: la bionda “dagli occhi di smalto azzurro”, la piccola Patrizia di 3-4 anni, ed Ettore “da pochi mesi messo a balia”.
Marella Caracciolo Agnelli
Come a dire? Meglio non “gocare” con gli affetti più intimi e nascosti di casa Agnelli&Caracciolo.
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