Valentino Di Giacomo per “il Mattino”
didattica a distanza
«Se la scuola è chiusa per allerta meteo allora gli insegnanti non sono tenuti neppure a fare lezione da casa ai propri alunni attraverso la didattica a distanza». È questo – brutalmente – ciò che pretendono i sindacati della scuola scrivendolo nero su bianco e aprendo così contenziosi in tutta Italia con i dirigenti scolastici che non sanno più come comportarsi.
Mentre da quasi un anno a questa parte gli studenti sono costretti per gran parte alle lezioni online a causa dell’emergenza Covid, ora gli alunni e i loro genitori dovranno anche sincerarsi se c’è pioggia forte. Un’altra anomalia tutta italiana. Per le principali sigle sindacali gli insegnanti non devono lavorare se c’è un’allerta meteo, pur se i docenti non devono correre alcun rischio non spostandosi da casa verso scuola: il reale motivo per cui i sindaci decidono – come accadrà oggi a Napoli per l’allerta meteo arancione – di chiudere gli edifici scolastici.
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Cosa c’è dietro questa presa di posizione dei sindacati? Le rimostranze di alcuni docenti animati dal pensiero che poiché in caso di allerta meteo non avrebbero lavorato allora non dovrebbero farlo neppure da casa. Così, mentre è ancora forte il dibattito politico su come far riprendere la scuola in presenza, c’è una parte di docenti e la quasi totalità delle sigle sindacali che – se possibile – trova persino nella pioggia un motivo per evitare un giorno di lavoro. Il tutto mentre tanti lavoratori non garantiti affronta la crisi del Covid a mani nude.
LE NOTE
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È dall’inizio dell’anno scolastico che i sindacati si appigliano all’allerta meteo per non fare lezione neppure online. I dirigenti scolastici non sanno come intervenire e coloro che ordinano di fare comunque lezione trovano i sindacati rispondere a colpi di comunicati al vetriolo. La situazione è incandescente non solo in Campania: è così in Veneto, in Toscana, nel Lazio finché il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non deciderà di intervenire. L’altro ieri è toccato alzare la voce ai sindacati della Toscana.
LUCIA AZZOLINA
L’Unicobas di Livorno – in spregio di qualsiasi solidarietà in un momento di emergenza – non ha timore di parlare in un suo comunicato di «Didattica a distanza a tutti i costi anche – è il titolo della loro rivendicazione - con allerta meteo e scuole chiuse». E leggere la protesta dei sindacati fa ancor più effetto se si pensa ai sacrifici che stanno affrontando tutti gli altri italiani non garantiti.
«L’Unicobas Scuola – scrivono – denuncia la gravità delle situazioni che si sono venute a determinare in molte scuole di medie e superiori di Livorno e Cecina in corrispondenza dell’allerta meteo e della chiusura delle scuole ordinate dai sindaci». Quale la gravità delle situazioni? «Si denuncia – scrive il sindacato – il tentativo di utilizzare la Dad e la Ddi (didattica digitale integrata), strumenti straordinari legati all’emergenza Covid, in modo estensivo ed ordinario, per sopperire a disservizi originati da altre cause».
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La colpa dei dirigenti scolastici? Che hanno chiesto ai docenti di fare lezione in Dad nonostante la pioggia. «La circostanza dell’allerta meteo – secondo quanto scrive l’Unicobas – ha fatto scattare gli appetiti dei vertici scolastici, nella corsa al disciplinamento spasmodico del settore scuola». È quindi considerato un «disciplinamento spasmodico» chiedere a docenti che non correrebbero alcun rischio lavorando da casa di fare comunque lezione con le modalità online. Del resto non ci fosse stata la Dad quei docenti non avrebbero lavorato.
IL PRECEDENTE
LUCIA AZZOLINA
Se l’Unicobas è così esplicito, più in burocratese preferiscono esprimersi tutte le altre sigle sindacali della scuola, ma il senso resta lo stesso. Per l’allerta meteo ordinata a Napoli lo scorso 1 dicembre i sindacati tutti compatti sono arrivati ad una nota congiunta firmata da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams.
Tutti insieme appassionatamente. «Eventuali comunicazioni di dirigenti scolastici tendenti a disporre lo svolgimento della Dad non sono conformi. La Dad prevede che la didattica a distanza sia attivabile nel solo caso di emergenza epidemiologica restando perciò escluse altre ipotesi. I dirigenti scolastici non possono pertanto predisporre la Dad in contesti diversi da quelli della pandemia». In sintesi? I docenti non devono lavorare se piove, ragazzi e genitori se ne facciano una ragione.