Estratto dell’articolo di Graziella Melina per “il Messaggero”
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«Spendi poco o niente, ti alleni quando vuoi e in pochi giorni avrai un fisico atletico». Ma soprattutto: «per ottenere risultati eccezionali, non c'è bisogno di essere preparati». Di messaggi così allettanti, persino per i più pigri, gli smartphone ormai ne sono pieni. E se intanto i social fanno da cassa di risonanza, riproponendo allenamenti casalinghi eseguiti da sedicenti atleti, a sfregarsi in fondo le mani sono le aziende produttrici dei vari dispositivi tecnologici: secondo i dati riportati da Grand View research, nel 2022 le app di fitness hanno permesso un giro di affari di circa 1,2 miliardi di euro.
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E per i prossimi anni le prospettive non dovrebbero deludere, visto che sono milioni gli aspiranti sportivi che scaricano le applicazioni, molte anche gratuite, o si collegano a siti internet a pagamento pur di ritrovare la forma fisica ideale stando comodamente a casa.
Secondo un'indagine della Federazione Italiana Fisioterapisti dello Sport (Fifs), nel 2020 il 23 per cento delle persone tra i 18 e 64 anni ha utilizzato app per allenarsi. […] non solo i risultati tanto attesi alla fine non arrivano, ma spesso capita che si finisce nelle mani di ortopedici e fisioterapisti: stando ai dati di Allianz assicurazioni circa il 30% delle distorsioni di ginocchio, il 20% delle lussazioni di spalla e il 10% delle fratture sono causate da attività sportiva "fai da te" amatoriale in ambiente domestico.
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«Spesso l'esecuzione degli esercizi proposti nei programmi delle app non si fa nella corretta postura precisa Riccardo Torquati, presidente della Fifs E così si creano dei sovraccarichi, specialmente quando si incrementa l'intensità dell'allenamento. Senza contare che molti fanno gli esercizi a terra, magari sul parquet, piuttosto che su un tappetino idoneo […]
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Gli aspiranti sportivi, poi, improvvisano gli esercizi in qualsiasi momento, senza preoccuparsi della fase di attivazione, cioè di preparazione all'allenamento, come denuncia Torquati, né di quella finale di scarico, cioè di stretching e di allungamento. Inutile dire che alla fine molti si ritrovano doloranti.
«L'attività sportiva necessita di un gesto atletico le cui caratteristiche devono essere controllate da un maestro - precisa Ezio Adriani, direttore di Traumatologia dello sport del Policlinico Gemelli di Roma Il fai da te è spesso inefficace e rischioso: da uno studio americano emerge infatti che soltanto 5 app di fitness su 165mila hanno un fondamento scientifico».
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E le conseguenze si pagano care. «I pazienti hanno spesso tendiniti dovute per esempio al fatto che usano i pesi e impugnano il manubrio in maniera impropria. Le infiammazioni da sovraccarico sono legate ad un gesto atletico non perfetto. Se si decide poi di iniziare ad allenarsi facendo una corsetta e si arriva a fare 10 chilometri, senza aver corso mai prima così tanto, sicuramente ci si ritrova con una infiammazione. Non sono infrequenti anche le distorsioni del ginocchio». […]
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