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    CAV. FACTOR - I SONDAGGISTI PROMUOVONO (CON RISERVA) LA PROPOSTA SHOCK DEL BANANONI SULLA RESTITUZIONE DELL’IMU: “UNA MOSSA DISPERATA. MA FUNZIONA” – “BISOGNA CAPIRE SE GLI ITALIANI GLI CREDONO O NON GLI CREDONO. SOPRATTUTTO, SE GLI CREDE QUELLA PARTE DI ELETTORATO INDECISO CHE IN QUESTO MOMENTO È DECISIVO E CHE OSCILLA TRA IL 15 E IL 20%”…


     
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    Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"

    SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI

    Silvio Berlusconi ha sempre amato le "proposte shock". Il nuovo miracolo italiano, un milione di posti di lavoro, le grandi opere, la cura per il cancro, meno tasse per tutti, sono stati cavalli di battaglia delle sue passate campagne elettorali. Cavalli vincenti, per altro. A seconda dei casi, pur restando materiale da libro dei sogni, lo hanno aiutato ad arrivare primo o a fare grandi rimonte.

    SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI

    Sarà così anche stavolta? La promessa di restituire l'Imu agli italiani funzionerà? Secondo Roberto D'Alimonte, professore di Sistema politico italiano alla Luiss di Roma, quella del Cavaliere è una «mossa disperata». E tutto, ora, dipenderà dal fattore "C". Ossia da quanta "credibilità" riscuote ancora il leader del centrodestra.

    E però, spiega Nicola Piepoli, «la proposta scioccante è stata formulata in maniera pratica. Dicendo anche come avverrà la restituzione, in quanto tempo. Una serie di dettagli che mirava proprio ad aumentarne il tasso di credibilità. Riuscendoci». E quindi «senz'altro funziona. Il problema è stabilire quanto. E con chi».

    «Tutti oggi vorrebbero vedersi restituita la tassa sulla casa - conferma Fabrizio Masia, di Emg ma non possiamo ancora dire quanto sposta una proposta del genere. Bisognerà lasciar passare del tempo, almeno 4-5 giorni, prima di avere un sondaggio indicativo ». Una cosa però è certa: «Non porta via il consenso acquisito».

    ROBERTO DALIMONTEROBERTO DALIMONTE

    È d'accordo Roberto Weber, presidente di Swg: «Berlusconi continua a puntare sul recupero dei suoi, sono i delusi del centrodestra che davanti a un'uscita del genere potrebbero essere tentati di dire: "Ma sì". Nei loro confronti, Berlusconi ha reso più appetibile la sua offerta. Ha dato una prospettiva, dimostra di esserci, e di essere sempre lo stesso».

    NICOLA PIEPOLINICOLA PIEPOLI

    Non ne è certo il direttore di Ipr Marketing Antonio Noto: «Bisogna capire se gli italiani gli credono o non gli credono. Soprattutto, se gli crede quella parte di elettorato indeciso che in questo momento è decisivo e che oscilla tra il 15 e il 20 per cento. Uno zoccolo duro che nelle ultime settimane è rimasto fermo, e che probabilmente deciderà all'ultimo momento ». Perché «una cosa era 5 o 7 anni fa, un'altra Berlusconi oggi. La proposta è forte, è vero, è ben rappresentata, ma potrebbe essere tanto forte da non essere credibile. L'acquisto di Balotelli o l'estromissione di Cosentino dalle liste, per esempio, non hanno spostato nulla».

    Non ci si può basare sulle reminiscenze del passato, Weber è d'accordo: «Le promesse mirabolanti Berlusconi le fa da sempre, ma era un momento diverso. Oggi la credibilità delle forze politiche è al minimo storico». È su questo, che si concentra D'Alimonte, secondo cui «Berlusconi comprende di essere indietro e di dover fare qualcosa di eclatante per rendere possibile una rimonta».

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    Tanto più l'impresa è difficile, tanto più il leader del Pdl ci ha messo impegno: «Ha circostanziato la promessa, ha detto che i soldi li prenderà dall'accordo con la Svizzera. Ci ha messo dentro anche l'abolizione del finanziamento pubblico, una delle cose che gli italiani desiderano di più». In una parola, ha cercato di risultare credibile perché sa di non esserlo: «Nel sondaggio che Demos ha fatto per Repubblica è ai livelli più bassi di sempre. Soprattutto, è più in basso di tutti gli altri leader».

    Al 20,8 per cento di popolarità contro il 64,7 di Renzi, il 48,5 di Bersani, il 42,5 di Monti, il 35 di Grillo. «Ha una credibilità bassissima, ma ha ancora temi, issues, su cui puntare. Bisognerà capire se riuscirà a colpire nel segno, a far scattare un meccanismo per cui i delusi diranno: proviamoci ancora. Crediamogli un'ultima volta».

     

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