Estratto dell’articolo di Federico Capurso per www.lastampa.it
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Un cappuccino a pranzo, prima di salire al Quirinale, e molto di cui discutere ancora, a tavola con i suoi collaboratori, per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo l’incontro a palazzo Chigi con Giorgia Meloni.
Perché ci sono sempre più «interessi convergenti e strategici tra i due Paesi, come dimostra l’accordo Lufthansa- Ita», o gli investimenti sulla «pipeline per l’idrogeno verde che collegherà Italia, Germania e Austria», sottolinea la premier, che coglie l’occasione per chiedere «nuove regole e più flessibilità sul patto di stabilità». Ma al centro del lungo colloquio tra i due leader c’è soprattutto la questione migratoria.
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Nell’approccio al problema, emergono delle sfumature. Per Meloni «la Germania sa che senza l’Italia e le nazioni di frontiera è molto più difficile avere una politica europea sulla migrazione che funzioni meglio», e ricorda come l’Italia finora abbia «salvato vite in solitudine».
E su questo Scholz sembra quasi volerla correggere: «Molti richiedenti asilo arrivano da noi. Abbiamo accolto un milione di ucraini e 240mila rifugiati da altri Paesi negli ultimi anni. E noi – rimarca il cancelliere tedesco - non abbiamo confini esterni». Come a dire che una narrazione vittimistica da parte dei paesi di frontiera non serve, perché tutta l’Europa fronteggia un’emergenza migratoria.
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«E non aiuta puntare il dito gli uni contro gli altri, dobbiamo cooperare», aggiunge Scholz, che però si trova d’accordo con Meloni sui rimpatri: «Chi non ha diritto di restare in Europa deve tornare nel proprio Paese. Per questo dobbiamo migliorare gli accordi con i paesi d’origine».
Stanno discutendo di immigrazione, oggi in Lussemburgo, i ministri dell’Interno europei. E un passo avanti si è già ottenuto con il «superamento della contrapposizione» tra la gestione dei flussi migratori “primari”, verso l’Europa, e la gestione dei cosiddetti “movimenti secondari” […]: «Un cambio di paradigma su cui c’è consenso ampio nell’Ue e di questo ringrazio Scholz», dice Meloni nel corso della conferenza stampa congiunta.
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Entrambi si dicono fiduciosi che «troveremo una risposta comune europea» e rispetto alla revisione degli accordi di Dublino, aggiunge la premier, «speriamo che ci si possa trovare a metà strada per mettere insieme gli interessi di tutte le nazioni».
Eppure, per la presidente del Consiglio non ci si può fermare qui. Servono «nuove forme di cooperazione e sostegno» che l’Europa - dice Meloni - deve mettere in campo in Africa. A partire dal «prioritario» dossier Tunisia […]
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Il dialogo con la Germania, mentre i rapporti con il governo francese sono ancora freddi, diventa […] fondamentale. E per Scholz è un bene: «Vogliamo rafforzare e intensificare il dialogo bilaterale anche grazie al “Piano d'Azione Italia-Germania”, su cui abbiamo sostanzialmente raggiunto un’intesa», annuncia il cancelliere tedesco, annunciando di voler arrivare alla firma dell’accordo con l’Italia in occasione del prossimo vertice intergovernativo che si terrà in Germania entro la fine dell’anno.
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