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    1. I TORMENTI DI SCALFARI E L’ERA EZIO MAURO FINITA CON IL TRAMONTO DI BERLUSCONI 2. SIA MARCHIONNE-EKANN SIA DE BENEDETTI SONO CONVINTI CHE NEL PROSSIMO FUTURO CI SARÀ SPAZIO SOLTANTO PER POCHI PLAYERS NEL CAMPO DELL’INFORMAZIONE DI CARTA E WEB


     
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    “Forse le preoccupazioni di Eugenio sono sul futuro politico-editoriale della sua creatura, ma appare davvero strano che egli non fosse al corrente dell’imminente cambio di direzione o non sarebbe stato addirittura consultato”, parla con Dagospia un redattore di Repubblica. Per subito aggiungere: “L’intenzione di Ezio Mauro di lasciare la guida del giornale nel gennaio 2016, cioè alla scadenza del suo ventesimo anno, non era certo un mistero per nessuno in redazione. E che il candidato attendibile a succedergli potesse essere Mario Calabresi appariva una delle ipotesi più accreditate. Possibile che soltanto Scalfari ignorasse un simile passaggio per certi versi epocale qui da noi?”.

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    Anche alla ‘’Stampa’’ di Torino arriva la conferma che il ritorno di Mapiopio a Roma era nell’aria da tempo. “Dopo la mancata promozione in aprile alla direzione del Corriere su proposta di John Elkann, primo azionista di Rcs, per effetto dell’uscita di Ferruccio de Bortoli, il nome di Calabresi aveva preso a circolare per diversi incarichi fuori Torino, a cominciare dalla direzione del Tg1, godendo dell’attenzione del premier Renzi. E lui non aveva mai nascosto di coltivare altre e più alte ambizioni”, racconta un inviato speciale del giornale.

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    Fin qui le voci interne che arrivano dalla Stampa e dalla Repubblica. Resta pure l’indiscrezione, raccolta a caldo dal Foglio e mai smentita, sull’”incazzatura” di Scalfari per il passaggio di consegne tra Mauro e Calabresi. Fino al punto di minacciare, sempre secondo il giornale (ri)animato da Giuliano Ferrara, il ritiro della firma dal “suo” quotidiano.

     

    Un’eventualità, però, che già sembra essere “rientrata” come nelle ultime ore si sono affrettati a spiegare gli amici intimi di Eugenio. Di là delle reali intenzioni del sommo Eugenio, dal suo punto di vista appaiono invece più che motivate le sue ragioni (e preoccupazioni) di vedere snaturata la linea politica-editoriale del suo giornale-partito (di sinistra). Tant’è che tra i suoi candidati per l’avvicendamento a Mauro aveva suggerito, tra gli altri, il nome di Flebuccio de Bortoli. Ma fino alla prossima primavera, l’ex direttore del Corriere non potrà assumere incarichi giornalistici in Italia dopo aver firmato (e incassato) una generosa clausola anticoncorrenziale.

    Ezio Mauro Carlo De Benedetti Ezio Mauro Carlo De Benedetti

     

    EZIO MAURO MARIO CALABRESI EZIO MAURO MARIO CALABRESI

    Una questione, insomma, d’indirizzo politico-editoriale che da qualche tempo sta provocando discussioni, e pure attriti, tra il fondatore e De Benedetti. L’Ingegnere, in contrasto con Eugenio, spiegava in un’intervista al Foglio di qualche tempo fa “che non occorre essere degli scienziati della politica per capire che da quando Berlusconi non è più presente come lo era un tempo la sinistra è rimasta letteralmente senza ideali. Per molti è stata una disfatta: che cosa siamo noi senza Berlusconi? E soprattutto: cosa interpretiamo? E come facciamo ad aggregarci e a stare insieme senza il grande aggregatore?”.

     

    MARCHIONNE ED ELKANN ALLA QUOTAZIONE FERRARI MARCHIONNE ED ELKANN ALLA QUOTAZIONE FERRARI

    Già, sembrava il pre-annuncio della questione editoriale che senza un “nemico” (Berlusconi) e con l’armata rossa dei lettori (Pd) in fuga, anche in Largo Fochetti era arrivata l’ora di cambiare registro. E mettere fine un lungo ciclo della Repubblica, iniziato con Scalfari e conclusosi con Mauro. L’arrivo di Calabresi segna sicuramente un punto a favore dell’editore che sicuramente Scalfari, a caldo, ha male incassato.

     

    E’ altrettanto verosimile, a proposito di “aggregazioni”, che lo scambio Mauro-Calabresi tra gli eredi dell’Avvocato e l’Ingegnere non possa essere letto soltanto come un’entente cordiale tra editori puri (sic) alle prese con una crisi del settore che, almeno in Italia, appare inarrestabile.

     

    MAURIZIO MOLINARI MAURIZIO MOLINARI

    L’arrivo del corrispondente da Gerusalemme, Maurizio Molinari, alla guida della Stampa sembra registrare poi che un altro tassello dell’asse di carta formatosi a Torino è stato messo a segno. Tra i primi estimatori del successore di Calabresi c’è, infatti, proprio il proprietario del gruppo Espresso-Repubblica.

     

    MARIO CALABRESI ICE BUCKET CHALLENGE MARIO CALABRESI ICE BUCKET CHALLENGE

    Inoltre, come Dagospia ha già rilevato, sia Marchionne sia De Benedetti sono convinti che nel prossimo futuro ci sarà spazio soltanto per pochi players nel campo dell’informazione di carta e via Web. Tant’è che i nipotini dell’Avvocato, delusi dagli stop and go incassati al Corriere, abbiano rivolto le proprie attenzioni espansionistiche sia in Italia, (fusione con il Secolo XIX di Carlo Perrone), che all’estero (acquisizione della maggioranza dell’Economist). Un colpaccio editoriale che ha preso alla sprovvista anche un finanziere rapido e capace del calibro dell’Ingegnere, convintosi allora che avendo superato gli ottant’anni aveva un alleato-nipote di carta proprio in casa, l’ex Torino degli Agnelli.

     

     

     

     

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