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    L’ITALIA NON PUO’ SBAGLIARE: LA SFIDA ALL’UCRAINA VALE L’EUROPEO (GLI AZZURRI HANNO DUE RISULTATI SU TRE) – I TORMENTI DI SPALLETTI: LA DIFESA CHE SCRICCHIOLA, I CALI DI TENSIONE NEL SECONDO TEMPO E LE INEVITABILI PRESSIONI PER UNA SQUADRA CHE HA FALLITO DUE VOLTE L’ASSALTO AL MONDIALE – I PROBLEMI TATTICI DELLA NAZIONALE: HA SUBITO GOL IN 4 DELLE PRIME 5 PARTITE, RIUSCENDO A MANTENERE LA PORTA INVIOLATA SOLTANTO CON LA TENERISSIMA MALTA…


     
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    Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera” - Estratti

     

    LUCIANO SPALLETTI LUCIANO SPALLETTI

    L’ultimo sforzo. All’Italia manca un passo per tagliare il traguardo e arrivare all’Europeo la prossima estate. Gli azzurri sbarcheranno questo pomeriggio in Germania con la speranza di tornarci tra meno di sette mesi per difendere il titolo conquistato a Wembley. La strada, se non è libera, è almeno pianeggiante, ma nella migliore tradizione bisogna diffidare dei percorsi lineari che spesso si trasformano in trappole. Manca un passo, dicevamo, ma bello lungo e Spalletti lo ha ricordato ai suoi discepoli nel buen ritiro di Coverciano dove gli azzurri sono tornati dopo aver rifilato cinque reti alla Macedonia e cancellato il tabù.

     

    È vietato lasciarsi prendere dall’euforia. Il c.t. ha rivisto la partita dell’Olimpico e si è segnato parecchie cose da correggere. Sono le spine che tormentano la sua vigilia: la difesa che scricchiola, i cali di tensione nel secondo tempo, le marcature preventive che a lungo andare da punto di forza diventano una debolezza.

     

     

    raspadori italia macedonia del nord raspadori italia macedonia del nord

    Senza contare le inevitabili pressioni che gravitano su una squadra che per due volte ha fallito l’assalto al Mondiale e vuole a tutti i costi scongiurare una nuova apocalisse.

    Preoccupazioni legittime ,che si mischiano alla soddisfazione per aver dato segnali importanti.

     

    Spalletti, in controtendenza, ha raccontato di essere rimasto più impressionato dalla ripresa che dal primo tempo chiuso sul 3-0, per la reazione che i suoi giocatori hanno avuto dopo essersi complicati la vita. Battere la Macedonia dovrebbe essere scontato, ma non lo è stato negli ultimi anni. E se ancora l’attacco non ha un vero padrone, un centravanti su cui puntare, i gol non mancano.

    Nelle ultime due gare casalinghe ne abbiamo realizzati 9, come non succedeva da 20 anni con Azerbaigian e Galles.

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    Raspadori, novello Pablito, ha funzionato e se dovrà passare il testimone a Scamacca spera di avere un posto come esterno. Di sicuro giocherà Chiesa, tornato al centro del villaggio azzurro, con una scintillante doppietta. A centrocampo rientrerà Frattesi ed è probabile la conferma di Jorginho, che ha superato il trauma del quarto rigore consecutivo sbagliato con l’Italia, per fortuna ininfluente.

     

    Ma alla vigilia di una partita da dentro o fuori, uno spareggio anticipato, è logico concentrarsi sugli aspetti da migliorare. A cominciare dalla difesa o, per meglio dire, dalla fase di non possesso palla. La Nazionale con Spalletti ha subito gol in 4 delle prime 5 partite, riuscendo a mantenere la porta inviolata soltanto con la tenerissima Malta. Donnarumma ha incassato 7 reti, 5 delle quali nella ripresa.

     

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    La differenza tra primo e secondo tempo balza subito agli occhi. I problemi sono molteplici, tattici e di apprendimento. I quattro impiegati contro la Macedonia nei loro club sono abituati alla linea a tre, un mondo completamente diverso. La nuova Italia gioca con la difesa alta, il pressing e la riaggressione nella metà campo avversaria e ai suoi centrali l’allenatore chiede di restare accesi sino alla fine, abili nella lettura delle marcature preventive e lesti a accorciare gli spazi. Nel secondo tempo perdiamo le distanze e diventiamo fragili.

     

    Non ce lo possiamo permettere contro l’Ucraina, che non sarà l’Inghilterra di Bellingham, Foden e Kane, ma ha giocatori di qualità, a cominciare dal talento di Mudryk.

     

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    Il piano di Spalletti è semplice: giocare per vincere, dominare la partita e non sarà facile considerando che gli azzurri hanno un solo vero allenamento a disposizione, questa mattina a Coverciano, mentre l’Ucraina si prepara da una settimana. Dobbiamo attaccare per non essere attaccati dentro la BayArena. Tra i dubbi di formazione, anche chi impiegare davanti a Donnarumma: rientrerà Di Lorenzo, che ha scontato la squalifica, ma non è facile lasciar fuori il silenzioso Darmian, sempre puntuale, nell’Inter come adesso in Nazionale. I centrali Gatti e Acerbi hanno mostrato fragilità, perciò Mancini e Buongiorno sperano.

     

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