Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
STADIUM JUVE
Sei ospite. E dopo aver sceso la rampa del parcheggio entri nello spogliatoio di sinistra. Il tuo corridoio, quello che ti porta nella zona con le sedute, le docce, le panche per i massaggi, è lo stesso che poi ti condurrà in campo. E fa un certo effetto. Perché il muro di destra è interamente occupato dagli scudetti vinti dalla Juventus: una marea destinata a crescere.
Quello di sinistra, è incastonato con le sagome delle coppe conquistate dai bianconeri. Giri l' angolo in fondo a destra, per andare alla porta che ti introduce nello spazio dove le squadre si incontrano assieme agli arbitri. Ma prima di uscire dalla zona dello spogliatoio devi guardare per forza la frase di Trapattoni, sulla Juve «come un drago a sette teste che gliene tagli una, ma spunta sempre un' altra».
JUVENTUS STADIUM
Questo percorso, lo stesso da cinque anni e mezzo, è tutto nell' area dello spogliatoio degli ospiti, che quindi hanno anche tempo e modo di lasciare le loro scritte, come hanno fatto quelli del Milan venerdì scorso sopra gli scudetti revocati del 2005 e 2006. Gli interisti invece in passato hanno appeso la maglia di Facchetti. Gesti dovuti alla frustrazione lasciata dal campo, che tra queste pareti di certo non si stempera.
E questo vale per quasi tutti, dato che qui la Juve su 150 partite ne ha vinte 119, perdendone appena 5. In questo spogliatoio una squadra non celebra la conquista di un punto in serie A da 31 partite consecutive. L' ultimo fu il piccolo Frosinone, che segnò il gol dell' 1-1 con Leonardo Blanchard, un ultrà juventino, in curva a Berlino per la finale di Champions di pochi mesi prima.
JUVENTUS STADIUM
Già, l' Europa: la Juventus non perde nelle coppe allo Stadium da 21 partite, addirittura dall' aprile 2013 ai quarti della coppa principale con Conte in panchina. Allora fu il Bayern di Mandzukic (poi campione) a festeggiare. Oggi Marione sta dall' altra parte. Nello spogliatoio della Juve ci sono due «troni» che guardano le poltrone degli altri compagni: uno è di capitan Buffon e l' altro è proprio del croato, che ha ereditato lo scranno di Pirlo.
CURVA JUVENTUS
Perché lui qui sa come si vince. Mentre il Bayern di Guardiola e Lewandowski, un anno fa non ci riuscì, così come Ronaldo, Aubameyang, Aguero e altre stelle che sono state più o meno a guardare.
E dire che l' uscita sul campo conferma un fatto banale: lo Stadium in fin dei conti è meno della metà di San Siro (41.500 posti). Eppure forse proprio questa compattezza, con il pubblico vicino al campo 7 metri e mezzo (erano 28 al Delle Alpi) e tanti altri elementi distintivi, contribuiscono a rendere l' impianto della Juve un tutt' uno: un organismo unico che ha le stesse pulsazioni della squadra.
JUVENTUS CURVA
Nel corridoio dello spogliatoio dei dominatori d' Italia da 6 stagioni c' è la galleria dei capitani storici. Anche in questo caso, ma a uso esclusivo della squadra di casa, c' è una frase:
«Qui bisogna lottare sempre e quando sembra che tutto sia perduto, crederci ancora. La Juve non si arrende mai». È di Sivori. Di frase poi ce ne sarebbe un' altra, nel tunnel prima dell' uscita definitiva. È di Platini, ma è così lunga che leggerla toglierebbe la concentrazione a chiunque. Forse è studiato anche questo.
juventus max allegri
Di certo è studiato l' impatto economico dello Stadium. Che non deriva solo dagli abbonamenti o dal botteghino. Ma anche dal museo da 170 mila visitatori l' anno, dalle 10 aree Hospitality, dall' area Legends.
Un percorso, che comprende anche i baby park e l' animazione per i più piccoli, che costruisce identità e ricchezza: il fatturato medio nei primi 5 anni di vita è stato di 47 milioni a stagione (235 in totale). La semifinale d' andata di Champions col Real di due anni fa è stata il record assoluto di incasso (3 milioni 305 mila euro). Ma il sorteggio di domani a Nyon deciderà forse chi sarà la grande avversaria pronta a batterlo.
JUVE STADIO
Battere la miglior difesa d' Europa (2 gol subiti) sarà invece più dura. Almeno qui dentro.
SPOGLIATOIO JUVE