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I veri stati generali dell’economia? Al Supermercato. Dove si può capire meglio come fluttuano i prezzi al consumo, se non spingendo il carrello della spesa? E’ quel che deve aver pensato il ministro dell’Economia, il dem Roberto Gualtieri, che domenica all’ora di pranzo, tra le 13:30 e le 14:00, è uscito di casa in t-shirt e scarpe da ginnastica per andare a fare la spesa settimanale per la famiglia. Deve aver pensato al momento meno affollato, e con ragione. Al supermercato di Monteverde, proprio a ridosso di villa Pamphili, c’erano a quell’ora quattro persone. Il ministro e tre clienti. Tra cui, vai a sapere, un giornalista del Riformista. C’era – ma non si vedeva – un uomo della scorta. Sempre a distanza, sempre discreto. Nessuna interazione con il ministro-cliente.
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Gualtieri si muove con familiarità tra gli scaffali. Appena entra, va verso il banco macelleria e si intrattiene qualche minuto con il macellaio. Chiede conto dei prezzi e degli acquisti. La gente sta venendo? Stanno venendo. Mangiare, si deve mangiare. Ma con più attenzione. Il ministro porta la mascherina a parziale copertura del volto. Indossa i guanti con disciplina. Saluta il macellaio e con un guizzo torna indietro verso la panetteria che è a quindici metri. Deve essersi ricordato del pane.
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Poi va al banco pesce e il banconista, che lo riconosce, lo saluta e gli fa gli in bocca al lupo. Lui non si perde in chiacchiere, guarda alle orate con interesse. Saranno fresche? Ce lo chiediamo sempre, ma domandare al pescivendolo è un filo pleonastico. Per loro sono sempre appena pescate, anche se è domenica e non è credibile. Prima di Gualtieri c’è un signore elegante in completo blu che compra salmone a tranci. Lui attende in silenzio il turno, in jeans e t-shirt. Una maglietta granata che risalta i pettorali. Il ministro amerà pure la tavola ma non sta messo male. Chissà dove trova il tempo di fare ginnastica.
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Spinge il carrello e legge le etichette. Si ferma alla latteria, agli yogurt. Prende pasta all’uovo. Poi va verso le acque minerali e le birre. Ha il carrello piuttosto pieno e fa cenno all’uomo di scorta, che mentre lo aspetta sbircia le etichette dei vini. E’ ora di andare. Va in cassa, carica tutto sul rullo, tira fuori la tessera fedeltà del supermercato. “Le auguro buon lavoro”, gli sorride il cassiere. Lui accenna un sorriso con gli occhi: mascherina ferma, guantini trasparenti sempre indossati.
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Villa Pamphili, che per dieci giorni sembra la Cernobbio dell’economia è proprio alle spalle del market ma qui siamo sul lato popolare, via di Donna Olimpia. Qui non siamo al Casino Algardi. E Gualteri imbusta. Una. Due. Tre buste sono riempite. Fanno 164 euro. Paga con carta di credito; no all’uso del contante. L’uomo di scorta è distanziato, anzi guadagna già l’uscita. Nessuno lo aiuta, né il cassiere fa il minimo cenno: il Ministro carica da sé i sacchetti nel carrello e si avvia, spingendolo, verso la macchina. A casa lo aspettano per pranzo.
ROBERTO GUALTIERI